Aborto e contraccezione nel mondo
La contraccezione in Argentina
L’aborto in Argentina
L’aborto in Cina
Come avvengono gli aborti forzati e che conseguenze hanno sulle donne?
Il governo comunista porrà termine alla violenza?
La contraccezione in Giappone
L’aborto in Giappone
L’aborto in Indonesia
Contraccezione e aborto in Indonesia: un argomento delicato e spinoso. Il sesso prematrimoniale è stigmatizzato e questo costringe milioni di donne non sposate a rivolgersi a un mercato nero non regolamentato, a volte pericoloso, per acquistare la pillola anticoncezionale o altri strumenti per il controllo delle nascite (a parte i preservativi che sono in vendita in quasi tutti i supermarket).
L’educazione sessuale è limitata, l’aborto è illegale salvo casi eccezionali di pericolo per la partoriente o per stupro ed è quindi praticato di nascosto. Per praticare l’aborto legalmente occorre una prescrizione da un medico certificato. Ma la maggior parte dei medici si rifiuteranno di prescriverti il controllo delle nascite se non sei sposato.
Perché è così difficile?
A causa del modo in cui sono scritte le leggi.
Il Consiglio di pianificazione familiare indonesiana (BKBBN) ha stabilito che solo le coppie sposate fertili dovrebbero avere accesso al controllo delle nascite. Ma il BKBBN ha anche affermato che non raccomanda il controllo delle nascite per le persone non sposate.
L’attuale legge indonesiana sull’aborto si basa su un disegno di legge nazionale approvato nel 1992. L’aborto viene consentito solo se la donna fornisce conferma da un medico che la sua gravidanza è un pericolo per la vita, una lettera di consenso di suo marito o di un suo familiare, un risultato positivo del test di gravidanza e una dichiarazione che garantisce che in seguito praticherà la contraccezione.
Quindi cosa dovrebbero fare le donne non sposate?
Il problema inizia dalla scarsa educazione sessuale praticata a scuola e negli ambienti familiari. Agli studenti viene insegnata l’astinenza prematrimoniale ma dai sondaggi dalla Central Statistics Agency (BPS) si è evidenziato che il 20 % degli intervistati di età compresa tra 15 e 24 anni era già sessualmente attivo, ed erano solo coloro che hanno avuto il coraggio di ammetterlo. In teoria le donne non sposate dovrebbero praticare l’astinenza sessuale. Ma dalla teoria alla pratica… Cosa accade in realtà? Molte donne si rivolgono alle strutture, anche se non sposate.
A volte entrano già incinte. Nel sondaggio dalla Central Statistics Agency sei donne su dieci hanno ammesso di avere avuto una gravidanza indesiderata che hanno interrotto, con aborti non regolamentari. Un’alternativa praticata è quella di procurarsi un certificato di matrimonio falso. La maggior parte delle cliniche finanziate dal governo non scriverà una prescrizione senza prima aver visto un certificato di matrimonio. I medici temono che fornire alle giovani donne metodi anticoncezionali sia di fatto un avallo del sesso prematrimoniale. I preservativi sono prontamente disponibili e venduti da banco nella maggior parte dei negozi di alimentari, ma i giovani (uomini e donne) sono spesso troppo imbarazzati per comprarli. La società in generale associa ancora il sesso prematrimoniale all’immoralità e questo comporta che le giovani donne non si sottopongano neanche ai controlli del PAP test o HPV test per non dover rivelare al medico la propria storia sessuale.
La contraccezione in Indonesia
Come contraccettivo, molte donne usano una puntura ormonale, la suntik kb, costa poco ed è accessibile quasi a tutti. Questo metodo contraccettivo ormonale contiene l’ormone progestinico, ma non contiene estrogeni. Questa contraccezione agisce impedendo il rilascio dell’uovo in modo che non ci sia fecondazione e copre per circa tre mesi, ma le donne che fanno questo trattamento si gonfiano come palloncini e accusano spesso effetti collaterali come: mal di testa, dolore al seno, sbalzi d’umore, nausea, perdita di capelli, riduzione del desiderio sessuale e comparsa di brufoli.
Quali sono le conseguenze?
Ogni anno in Indonesia milioni di donne rimangono incinte involontariamente e molte scelgono di interrompere la gravidanza clandestinamente con metodi non sicuri.
Sebbene non esistano prove attendibili, i ricercatori stimano circa due milioni di aborti all’anno con un tasso di mortalità che rappresenta il 14-16% di tutte le morti per parto nel sud-est asiatico.
E Bali?
Bali segue le regole dell’Indonesia ma con una variante. La maggior parte dei matrimoni avvengono con la sposa incinta. Questo perché gli uomini sono più motivati ad affrontare il matrimonio se la procreazione della specie è garantita.
L’ aborto a Mauritius
Nel 2012 il parlamento della repubblica di Mauritius si è finalmente espresso per depenalizzare i reati legati alla legge sull’aborto. Con questo voto storico e rivoluzionario la repubblica di Mauritius ha cambiato la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, infatti fino a quel momento la legislazione in materia portava la data del 1838 e la schiavitù era stata abolita da appena 3 anni. La proposta del nuovo governo accettata in massa dai parlamentari fu di legalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza nei 4 casi specifici:
– la donna non avesse compiuto 16 anni;
– la gravidanza risultasse essere frutto di una violenza sessuale;
– se ci fossero rischi reali per l’incolumità della donna o del bambino e se il feto fosse deforme.
Il tutto doveva avvenire entro la 14esima settimana di gravidanza.
Chiudendo definitivamente occhi e orecchie alla chiesa e non solo (buddismo, induismo, islam), seguendo una politica filoeuropea, Mauritius ha deciso di allinearsi in parte con la maggioranza degli stati del mondo. Questa vecchia legge, trascinata per oltre 174 anni, aveva fatto nascere un mondo illegale parallelo, un mercato clandestino di aborti gestito e controllato da cliniche private il cui medico, rischiando 30 anni di prigione e la chiusura della struttura, toglieva dall’imbarazzo tutti.
Chi non aveva risorse economiche aveva una sola alternativa, l’aborto volontario fatto da soli spesso senza aiuto e con metodi e utensili caserecci. La certezza della pratica è dimostrata dalle decine di ragazze morte con un senso di vergogna assurdo e un peso troppo pesante da far sopportare alle famiglie.
La legge sull’aborto è entrata ufficialmente in vigore il 15/10/2012.
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