Stamani ero pronta per uscire a far spesa al supermercato e cosi’ ho detto alla ragazza che collabora a casa da me di venire ad aiutarmi.
Ero con la moto e mi sarebbe stato impossibile, al rientro, guidare portando pacchi e pacchettini in buste di plastica del supermercato.
Si, perché era mia intenzione andare al centro commerciale di Malindi dove, checche’ se ne dica, a me conviene far la spesa.
Entro e trovo di tutto. Ogni genere di articolo che può servire in casa. Dal cibo ai detersivi, agli utensili e cosi’ via.
Appena ho detto a Khadija di venire con me mi ha guardata come se le avessi fatto un invito per l’inferno. Cosa succede ?? Non ti va ?? Stai male ? Fu il mio primo pensiero. La risposta era di rifiuto, ma semplicemente con un cenno del capo. Spiegami: cosa c’e’ che non va ?? Ti rilassi, fai una passeggiata con me. Vedi posti e gente che non vedi spesso. Niente. Il rifiuto era quasi categorico, anche se notavo in lei un po’ di timore nel dirmi chiaramente che non voleva venire.
Allora ripensai all’ultima volta che venne con me, la prima e l’ultima volta che venne, e compresi subito quale poteva essere il timore: la scala mobile del supermercato.
Si, era proprio quella a intimorirla.
Lei aveva paura di salire su quella scala che si muoveva da sola e che, nella sua mente, era di certo pericolosa. Spettacolare Khadija !!!!
Non immaginavo neanche che potesse non aver superato quel problema. La prima (e ripeto ultima volta che venne al supermercato), dovetti letteralmente darle la mano e tirarla al mio fianco per farle salire le scale mobili. Ci riusci’ soltanto perché presa quasi con la forza e, nonostante ci fosse salita, ancora ora era terrorizzata all’idea di rifare quel percorso pazzesco.
Le scale mobili.
Eppure ricordo che subito dopo l’inaugurazione del centro commerciale di Malindi fu un divertimento osservare chi saliva e scendeva da quelle scale mobili. Gente adulta e bambini che, dopo aver preso coscienza che nulla c’era di pericoloso, salivano e immediatamente scendevano. Per poi ancora risalire e scendere.
Per minuti e minuti sempre la stessa gente che saliva e scendeva. Una corsa da un lato all’altro del supermercato per risalire in quella che probabilmente sembrava loro una sorta di giostra gratuita. E quante risate per noi che la scala mobile e’ di una normalità assoluta. Stavamo anche noi fermi senza far la spesa solo per osservare chi invece usava quel gioco per la prima volta.
Eppure per Khadija quel momento non e’ ancora arrivato.
Ma pian pianino ci riuscirò.
Pian pianino riuscirò a portare Khadija su quella scala, facendola vedere appunto come un divertimento. E per oggi sono dovuta andare al supermercato con il ragazzo che lavora nella villa accanto alla mia. Colui che ”il gioco” lo ha scoperto già da tempo e non ne ha più paura. Anche questa e’ Africa.
L’ Africa che ancora deve conoscere gran parte della tecnologia moderna.
E poi dico tra me e me : forse sarebbe meglio che non lo conoscessero…
Chi sono