Alluvione negli Emirati Arabi: una doverosa premessa
Esordisco questo mio racconto con una piccola premessa: non intendo provocare né ricevere commenti inerenti al cloud seeding o alla presunta manipolazione del meteo. Da residente, credetemi, sono stufa di leggere cose del genere e ogni giorno spero che la gente tiri fuori quella logica e quel buon senso ormai sepolti da tempo.
Una residente racconta l’alluvione negli Emirati Arabi
Vivo in questo paese da ormai 5 anni. Posso affermare quindi con certezza che quest’anno è stato molto più nuvoloso dei precedenti. Le due settimane di school break attaccate a quella dell’Eid (la fine del Ramadan), sono state caratterizzate da tante nuvole ma pochissima pioggia. Anche prima della pausa scolastica ci sono stati giorni di pioggia ma, cloud seedIing o meno, quanto bastava solamente a sporcare appena il parabrezza dell’auto. Come avevo scritto a dicembre in questo post, è consuetudine chiudere precauzionalmente le scuole quando il meteo prevede pioggia. Perché? Perché le fogne si riempiono di sabbia e non reggono, qualche strada si allaga e il traffico qui è sempre notevole.
Le strade, infatti, sono sempre piene di bus scolastici che vanno in lungo e in largo per portare e riportare centinaia di bambini a scuola e a casa. Il governo, su tutti i canali possibili e immaginabili comunica del tempo avverso. Spesso riceviamo un SMS, dove viene comunicata la chiusura delle strutture governative e delle scuole. I privati vengono altresì sollecitati a rimanere a casa. Questa è la routine, qui a Dubai. Nonostante la comunicazione, molte persone hanno sottovalutato la cosa. Sono abituate ad avere un po d’acqua per strada e pensavano che il giorno seguente tutto tornasse alla normalità.
Molta gente si è trovata per strada nel momento dell’apocalisse, il che ha causato traffico di gran lunga peggiore del solito. Alcuni automobilisti sono stati costretti ad uscire dal veicolo e ad abbandonarlo in strada. La gente si è rifugiata ovuque ha potuto. Al di là di qualche scelta personale e di settore discutibile, la tempesta è stata tremenda e su quello nessuno poteva farci niente.
L’allerta meteo per me e la mia famiglia
Personalmente, quando il governo ci dice di stare a casa io la prendo sul serio. Lavoro come insegnante freelance (vengo pagata solo per le lezioni effettuate) e sono pronta a non andare a lavoro se c’è l’allerta meteo. Lo so: non tutti possono fare lo stesso, ne sono consapevole. Mio figlio maggiore frequenta una scuola a quasi 30 km da casa e non mi sono di certo messa in strada. Sapevo, infatti, che avrebbero potuto esserci zone allagate. Abbiamo quasi tutti auto alte, per far fronte ai pochi giorni di pioggia. Ciononostante, un conto sono due centimerti d’acqua, un conto un metro. Mi è capitato di trovarmi in autostrada in Italia durante una bufera. Credetemi: non è un’esperienza che vorrei ripetere.
Poiché le delivery sono giustamente sospese con il mal tempo, sono sempre solita fare una minima scorta di cibo. Voglio poter sfamare i miei tre famelici bambini per un paio di giorni e avere il necessario per il rientro a scuola. Non so se sia per il mio passato nell’umanitario, oppure per i troppi episodi di Bear Grills con mio figlio, ma cerco sempre di avere un kit di sopravvivenza. Questo è composto da una power bank carica, da qualche candela, da una scorta di acqua e da un minimo di cibo che non necessita cottura. Diciamo che, se mi lasciassi andare, terrei a casa un kit in stile Rambo, ma cerco di resistere e attenermi alla realtà.
Il giorno X
La pioggia era iniziata la notte fra lunedi e martedi ma non si era trattato di nulla di insolito. Successivamente, si è verificata una prima ondata di piogge torrenziali al mattino, seguita da un diluvio ancora più abbondante nel pomeriggio. Il mio figlio maggiore, approfittando di una pausa fra un temporale e quello seguente, era andato a giocare a casa di un compagno nel building 3. All’improvviso, nel pomeriggio, il cielo si è coperto di nuvole nere. C’erano lampi, tuoni, vento e una portata d’acqua impressionante, mai vista prima. Era impossibile uscire anche semplicemente in cortile. Assicuratami che mio figlio stesse bene e che fosse al sicuro dal suo amico, abbiamo monitorato la situazione. Io ho controllato i vari gruppi whatsapp di condominio e di quartiere. Mio marito, che aveva posticipato il suo volo, monitorava le news.
In breve tempo il livello d’acqua in strada aveva superato di molto quello che eravamo abituati a vedere, coprendo del tutto il marciapiedi. Nostro figlio era riuscito a tornare a casa in un attimo di calma, attraversando il cortile. Ci disse che il building 3, dove abita il suo compagno, aveva l’acqua alta nei garage. Subito dopo cena arrivò il messaggio whatsapp del black out al building 3. Abbiamo appena avuto il tempo di prendere una candela, che la corrente è saltata anche da noi. I garage avevano accumulato acqua fino al raggiungimento della electricity room, con conseguente blackout. I palazzi del complesso dietro al nostro erano senz’acqua e senza elettricità già prima di noi e ci sono voluti quattro giorni per loro, uno solo per noi, affinché le cose potessero tornare alla normalità.
Danni e soccorsi durante l’alluvione negli Emirati Arabi
Abbiamo iniziato a messaggiare con amici e conoscenti in altri quartieri e zone di Dubai. Tutti, più o meno, hanno subito qualche danno. Per alcuni si è trattato di relative piccolezze, ad esempio qualche lieve infiltrazione d’acqua o il giardino allagato. Per altri, invece, si è parlato di danni seri, quali la casa allagata con oltre un metro d’acqua al piano terra. Case, negozi, aziende rovinate: non era mai successo prima. Questa perturbazione aveva già pesantemente colpito l’Oman causando delle vittime. Quindi ha proseguito colpendo altri paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Al quinto giorno dalla tempesta del secolo ci sono ancora zone pesantemente allagate. I soccorsi sono stati impeccabili, considerando il fatto che era quasi impossibile muoversi.
I tanker per drenare l’acqua sono arrivati subito, ma occorre ricordare che gli autisti sono stati costretti a guidare nell’acqua altissima. La visibilità era limitata e la velocità consentita minore di quella di un bradipo. Ciononostante, hanno lavorato senza sosta, cosi come il personale della manutenzione. Lavorare con l’acqua alla vita non è sulla wish list di nessuno, capiamoci. Hanno fatto tre turni consecutivi, come il personale ospedaliero, dei supermercati e di tutte le attività rimaste aperte. A casa non potevano tornarci e, invece di auto commisesarsi, hanno continuato a lavorare per riportare la situazione avversa alla normalità cui siamo abituati.
La gestione delle community
Una cosa devo aggiungerla. Generalmente i costruttori dei quartieri/community/building si occupano della gestione e della manutenzione. Ci sono costruttori e gestori piu virtuosi e altri meno. La municipalità osserva e interviene con multe dove necessario. Ciononostante, i primi responsabili restano coloro che costruiscono. Noi siamo in un quartiere vecchiotto ma con un costruttore molto presente e questo è stato un bene per tutti i residenti.
Basta parlare di cloud seeding
Tornando al cloud seeding, si possono dire e leggere tutte le cose di questo mondo. Si possono scrivere e postare informazioni complottistiche, acchiappa like e commenti fuori dal mondo. Noi gli aerei del cloud seeding li vediamo quasi sempre, quando si alzano in volo. Lo fanno quando ci sono le nuvole ma le condizioni meteo non mettono a rischio il pilota. Si tratta di nuvole che forse non produrrano pioggia, allora ci si prova. Non vanno a provocare il monsone di turno, che si sta portando dietro l’apocalisse facendo grossi danni già nel paese di fianco. Questa tempesta portava un carico di pioggia tale che un qualunque meteorologo alle prime armi lo avrebbe detto e predetto. Comunque, il cloud seeding, quando riesce, aumenta la pioggia di circa il 15% quindi l’apocalisse piu il 15% sempre apocalisse resta. Forse è il cambiamento climatico? L’inquinamento? Madre Natura che si ribella? Non lo so. Alluvioni, terremoti, eruzioni vulcaniche ci sono sempre stati e non c’è modo di fermarli.
Il lato umano e solidale durante l’alluvione negli Emirati Arabi
Spero di non dover più leggere di cloud seeding, manipolazione del meteo, tentativi di conquistare il mondo. Non voglio più dover leggere frasi sul meritare o meno l’alluvione o cose simili. Preferisco concentrarmi sulla grande solidarietà e armonica convivenza fra persone di nazionalità diverse che esistono in questo paese. Voglio pensare alle bevande calde, al pane, ai pasti caldi, ai caricabatterie, allo spazio in frigo, ai panini, ai ventilatori, alle candele, alle torce, ai posti letto, al lavoro incessante, offerti da indiani, francesi, serbi, spagnoli, italiani, filippini, nepalesi, ungheresi, britannici, egiziani, libanesi, iraniani e tutte le nazionalità del mondo racchiuse nella nostra e nelle altre community di questo piccolo grande paese chiamato Emirati Arabi Uniti.
2 Commenti
Ciao Annamaria, mi spiace per la disavventura. Dopo un attacco pervaso da tanto fervore, però, resto in ansia: che cos’è il cloud seeding?
Ciao Sara,
il cloud seeding è una tecnica usata da anni da molti paesi per “stimolare” le nuvole e provocare la pioggia. Non sempre funziona, però. In pratica aerei appositi rilasciano sostanze come cloruro di sodio nelle nuvole sperando rilascino acqua. Esiste da anni soprattutto in paesi in cui piove molto poco, ma non provoca certo alluvioni, snche perché si pratica sulle nuvole passeggere che certamente da sole non porteranno pioggia.