Sono in treno, usando il wifi gratuito che è lento come una vecchia connessione modem, e intanto guardo fuori: i magazzini, i viadotti, le torri dell’acqua, qualche fila di case scrostate al lato della ferrovia. Il treno va da Washington, DC a Boston e io sono in viaggio da Baltimora a New York. Ho fatto questo percorso varie volte in passato e mi interessa sempre vedere cosa è cambiato e cosa è rimasto lo stesso sin da quando sono venuta per la prima volta da queste parti, ragazzina con istinti già nomadi, un inglese ancora zoppicante e una curiosità fuori misura.
Sto andando ad una riunione di lavoro, ma ho passato il fine settimana appena trascorso in compagnia della mia famiglia statunitense “di adozione”, nel Maryland rurale a nord di Baltimora: campi di mais, fienili, case con la sedia a dondolo sul porticato, e comunità di famiglie fuggite dalla città di “The Wire”.
Non vedevo la mia amica Melissa e suo marito da quattro anni, e i sui genitori, sua nonna e i suoi cugini da ben più di dieci. Invece, gli anni da cui ci conosciamo sono quasi 25, da quando eravamo studentesse in uno scambio culturale che sarebbe divenuto poi una grande amicizia e per me un’esperienza di vita cruciale. In questo lungo periodo ci siamo viste in tanti posti: in Italia, negli USA – nelle varie città dove lei ha vissuto, e in Irlanda dove ho vissuto io per un lungo periodo, per non contare i frequenti incontri “digitali” per scambiarsi le ultime novità. Ancora non è venuta a trovarmi in Inghilterra, ma ha una scusa molto valida: un bimbo bellissimo arrivato tre anni fa, che ora – entusiasta – mi saluta in Italiano con la parola che ha imparato proprio per me: “Buongiornoooo!”.
Ogni volta che entro nella bellissima casa circondata dagli alberi dove vivono i genitori di Melissa ho la sensazione di tornare a casa. E non appena mi metto al tavolo della cucina con una tazza di tè fumante a chiacchierare del più e del meno, mi sembra di parlare con i miei genitori e a rispondere alle stesse domande che mi farebbero loro: stai bene? Sei contenta? Come sono i tuoi amici di Sheffield? Credi che ti fermerai?
Mi ricordo una particolare estate passata tanti anni fa tra la loro casa e New York, dove allora Melissa studiava: io stavo scrivendo la tesi di laurea, lei quella di Master. Io programmavo la fuga dall’Italia e avevo appena iniziato la mia collezione di musica jazz. Passavo delle ore al secondo piano di una libreria Barnes & Noble vicino al Lincoln Centre ad ascoltare i campioni gratuiti dei dischi di jazz, o alla Strand Bookstore vicino a Union Square, a spulciare libri usati su Miles Davis, Ella Fitzgerald e Cole Porter. Già pensavo che il posto dove sono più felice è “somewhere else” – da un’altra parte, dove mi porta il viaggio.
Anche se sono tornata molte volte, quell’estate mi è rimasta sempre molto impressa nella memoria perché fu proprio allora che presi delle decisioni molto importanti.
Sembrano passati pochi mesi, e invece è cambiato quasi tutto per me e la mia amica.
I suoi genitori sono in pensione, così come la mia mamma. Io ho perso il mio papà un anno fa, e lei ha un bambino da crescere. Io ho un compagno da sette anni e lei un marito da tredici. Io ho cambiato tre paesi e lei vari Stati, tutte e due abbiamo affrontato vari lavori e varie sfide personali e ci siamo sempre aiutate, anche a distanza.
Prima di partire, ho aiutato la mia nonna americana a mettere la sciarpa che le ho regalato per il suo 95mo compleanno (“You always had good taste, my darling!”), e la mamma di Melissa, Karen, mi ha presentato alla collega con cui organizza un mercatino locale cone “più o meno l’altra nostra figlia!”. È sempre difficile lasciarli.
Mentre il treno sferraglia attraversando il Delaware, penso a chissà quando li rivedrò, e spero di riuscirci presto. E penso che la vera ricchezza nella vita sono le persone, e che il privilegio di avere più di una casa va pagato con la lontananza
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Chi sono
2 Commenti
Uno dei tuoi articoli migliori. Ti leggo sempre con molto affetto e mi riscaldi sempre il cuore!!!
Grazie mille, Irene! Mi fa molto piacere che ti sia piaciuto l’articolo 🙂 Ti abbraccio!