Amicizia a distanza: tre amiche e tre fusi
Di solito, sono gli amori lontani a fare male al cuore e ad essere raccontati, ma oggi vi parlo di una storia diversa: la mia, quella di un’amicizia a distanza.
Siamo tre amiche, tre grandi amiche che vivono su tre fusi diversi.
Siamo tre punti geograficamente molto distanti che formano un triangolo enorme e solido.
Eppure, chi l’avrebbe mai detto quando, al liceo, più o meno intorno ai quindici anni, ci siamo conosciute!
Vivevamo a circa dieci minuti di auto l’una dall’altra.
Ricordo ancora la prima volta che le ho incontrate.
Rossella, con la sua chioma meravigliosa e ondulata di capelli e il terrore per gli esercizi di matematica alla lavagna.
Anna, con quel taglio di occhi pazzesco, che “Kendal Jenner scansati proprio”.
Sorrido con dolcezza ripensando alle nostre ansie e paure di allora.
Quando sei adolescente le difficoltà sembrano montagne insormontabili.
Non sai quale sarà il tuo posto nel mondo e, spesso, l’ansia del voto e di una vita perfetta non ti lasciano nemmeno il tempo di pensarci.
L’amicizia diventa, così, una bolla di sapone dove trovare rifugio: un compagno leale contro quel professore che ti fa impazzire o contro genitori che non ti capiscono.
Poi ci siamo diplomate. Strade diverse ma sempre parallele.
L’università, il lavoro, mille altri impegni.
Anna è rimasta in Italia, a fare di tutto e di più.
A volte passa l’idea che chi esce dai confini del proprio paese sia più figo, più coraggioso, più tutto. Lei è l’esempio che non devi necessariamente comprare un biglietto aereo destinazione estero, per cambiare il mondo o seguire i tuoi sogni.
Rossella invece si è trasferita a Londra, con l’amore della sua vita.
Qualche anno dopo, io sono finita negli Stati Uniti.
E così, è successo che un’amicizia nata tra tre ragazzine alle superiori sia continuata e sopravvissuta, nonostante il canale della Manica e l’oceano Atlantico tra le scatole.
Facile non lo è stato, e non lo sarà mai. Quante sono le volte che avrei voluto essere con loro, a mangiarci insieme un piatto di pasta o a vedere l’ultimo film di Di Caprio al cinema!
Eppure questa amicizia a distanza mi ha insegnato tanto, a tratti, probabilmente, anche più di quello che avrei imparato se fossimo sempre state insieme, allo stesso fuso.
Perché c’è qualcosa di magico in questo nostro volerci bene nonostante tutto, in questo nostro continuo rincorrerci e aspettarci tra mondi paralleli, fatti di vocali su whatsapp, di compleanni saltati, di messaggi di buonanotte che diventano messaggi di buongiorno.
C’è il silenzio dell’accettazione che le cose sono cambiate e che siamo diventate grandi, ad esempio.
C’è la voglia di comprendersi e la maturità di chi ha capito che, in amicizia, essere assenti non sempre equivale a non volere bene abbastanza.
Infine, c’è il rispetto per le vite diverse, vissute ognuna alla propria velocità.
Tre amiche e tre fusi.
Tre pezzetti diversi di cielo.
Sempre le stesse stelle a consigliarci dall’alto il cammino.
Sempre a mancarci e pensarci.
Allo stesso tempo però, sempre con la certezza di ritrovarci ognuna negli occhi dell’altra. Anche dopo mesi di distanza, come se non ci fossimo mai lasciate.
Chi sono