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Quando l’amore si colora

di Elena Londra UK
bianco-nero-amore

Quando l’amore si colora

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Da ragazza, il mio uomo ideale era biondo e con gli occhi azzurri. Forse perché il principe delle favole, Cenerentola in primis, aveva queste caratteristiche somatiche o, forse, perché quelli erano i colori predominanti della famiglia materna. Fatto sta che, nella realtà, non sono mai stata attratta da uomini con questi tratti.

Se aggiungete il fatto che mi piacciono gli uomini-armadio, cioè alti più di un metro e novanta e super muscolosi, e la mia presenza giunonica, poco gradita al maschio italiano, capirete perché, in Italia, a parte un paio di flirts estivi, non abbia mai avuto una “storia”.

Quando arrivai a Londra nel 1998, la prima cosa che mi colpì fu il grande senso di libertà e di uguaglianza.

Per integrarmi, decisi di iscrivermi ad un corso di salsa, tenuto da un ballerino brasiliano.

Nel corso avanzato, ricordo ancora, c’era un uomo nero che ballava benissimo. Fu amore a prima vista, ovviamente non ricambiato; ed un’attrazione che, in Italia, non credo sarebbe stata possibile a quei tempi.

Per chi di voi non lo sa, io sono stata ragazza negli anni ottanta a Milano, quelli dei paninari e di Drive In alla TV; anni che videro le prime migrazioni di massa dall’Africa. Chi ha la mia età si ricorderà dei primi ragazzi marocchini per le vie di Milano, soprattutto in centro, che tentavano di vendere della merce completamente inutile. Marocchino diventò un termine per identificare tutti gli africani, indipendemente dal paese di provenienza, insieme a vu cumprà.

Erano anche gli anni di Radici, la seria a puntate basata sulle origini di un afro-americano, discendente degli schiavi, storia che mi colpì moltissimo. Nel 1990 uscì Glory, un film basato sulla storia del primo reggimento americano composto unicamente da neri. Con Denzel Washington, che per quel film vinse l’Oscar, fu amore a prima vista, che continua tuttora, anche se lui non lo sa!

Il mio ex marito, e padre della mia primogenita, è africano. Ci incontrammo in un locale di salsa. Fu attrazione a prima vista e cominciammo a frequentarci.

Mia figlia

La mia famiglia non accettò la relazione, per il colore della sua pelle. Non giudicate, tenete conto delle premesse fatte in precedenza e l’età dei miei genitori, nati a cavallo tra gli anni venti e trenta.

Mentre tra gli amici, la domanda più ricorrente era se quello che si dice, in termini di dimensioni nelle parti private, fosse vero…!

Non mi arresi. Lavorai molto ai fianchi dei miei, usando, come leva, la religione cattolica, secondo la quale tutti siamo uguali davanti a Dio. Alla fine, la spuntai.

Mia figlia, prima nipote, è stata amata dai nonni in modo incondizionato, dal primo vagito. Lo stesso vale per mio figlio, nato da una relazione successiva con un compagno, inglese di seconda generazione, di origine caraibica. Questa unione creò meno difficoltà in famiglia: il lavoro l’avevo già fatto!

Mio figlio ed il gatto!

Non so se avete mai sentito l’espressione once you go black, you never go back, cioè una volta che hai avuto un compagno nero, non torni indietro.

Il primo significato è puramente sessuale, basato sul mito che tutti i neri siano super dotati; il secondo è più sociologico, legato all’emarginazione, ancora oggi, purtroppo, reale, che chi ha un compagno/a nero/a subisce dalla famiglia di origine.

Io non sono tornata indietro ma per nessuno dei due motivi sopra esposti.

Trovo che gli uomini neri, in particolare quelli di origina caraibica, siano più tolleranti e simpatici: e, poi, apprezzano una donna con le curve che, nel mio caso, sono tante!

Questione di preferenze. A Londra le coppie miste sono tantissime e non solo tra bianchi e neri, anche se queste sono, per ragioni cromatiche, quelle più visibili. Ho avuto modo di conoscere tante italiane, non solo in città, che hanno o hanno avuto un compagno nero.

Cosa vuol dire avere un compagno dalla carnagione diversa?

In termini pratici, bisogna essere preparati ad essere vittima di razzismo.

Questo, a volte, anche dalla parte dei neri, soprattutto delle donne, alcune delle quali non sopportano l’idea che una donna bianca abbia “rubato” uno dei loro uomini. Vi sembrerà un’assurdità: vi assicuro che non lo è.

Se lavorate in un ambiente corporate, societario, ancora con forte maggioranza bianca, apparterrete, in modo automatico, alla minoranza.

Se siete una mamma single, come me, può capitare che la gente pensi automaticamente che non lavoriate e viviate di sussidi. Questo l’ho sperimentato di persona, al primo colloquio con il preside della scuola di mia figlia: non appena seppe che il padre non era con noi, mi chiese subito se e quanti sussidi prendessi.

Questa è l’apparenza.

Ad un livello più profondo, vuol dire fare i conti con una mentalità e cultura diverse dalla propria.

Con gli uomini caraibici, nati qui e figli degli immigrati degli anni cinquanta, bisogna fare i conti con il razzismo pesante che hanno vissuto sulla propria pelle ed un’infanzia spesa, nella maggior parte dei casi, in condizioni di povertà. In una cultura che favorisce il bere e il fumare marijuana, questi sono, sovente, gli strumenti usati per superare certi traumi; spesso, sono incapaci di formare relazioni durature ed hanno figli da donne diverse.

Con gli uomini africani, molti ancora di prima generazione, bisogna fare i conti con una mentalità patriarcale e maschilista. Diverse sono le caratteristiche in base alla nazione di provenienza.

Ci terrei a chiarire che queste sono generalizzazioni, che non valgono per tutti e che hanno il limite tipico di un discorso globale.

Rimane il fatto che “you can’t help whom you fall in love with”, che, parafrasando, vuol dire che al cuore non si comanda.

Ci piace chi ci piace, senza tante regole. Ma cosa succede quando nascono i figli?

Parlando sempre di relazioni tra bianchi e neri, i figli tendono ad avere un colore cappuccino, come lo definisco io, un mix dei due. Le tonalità possono essere diverse, anche tra figli degli stessi genitori. Succede, a volte, che un figlio prenda i colori di un solo genitore: ci sono diversi casi di gemelli nati da coppie miste nei quali un figlio è bianco e l’altro è nero.

Come si identificano questi figli che la società considera, comunque, neri? La maggior parte tende ad identificarsi tale, proprio perché il mondo li percepisce così; altri si identificano come mixed.

E le madri bianche come reagiscono ad un figlio che ha dei tratti somatici diversi dai propri? Ho letto storie di alcune che, affrante, non riescono ad accettare che sia così. Non é il mio caso: con i miei figli é stato amore a prima vista ed il loro colore lo noto solo nelle fotografie, quasi con sorpresa.

Esiste, nella comunità nera, una corrente di pensiero che ha dell’incredibile, in base alla quale viene considerate privilegiato chi ha la carnagione più chiara. Ci sono prodotti in vendita che dovrebbero schiarire le pelli più scure. E Beyoncė, la cantante Americana, venne aspramente criticata non tanto tempo fa per aver cercato di apparire “più bianca” in alcune foto.

I miei figli sono, per fortuna, immuni da tutto questo e, finora, non hanno subito forme di discriminazione. Succederà, purtroppo, e spero di averli equipaggiati bene per poter affrontare quello che sarà.

Al momento, si identificano come neri, pur nella consapevolezza di essere un mix. Hanno la fortuna di crescere in una città dove non sono gli unici, dove sono esposti ad una società multietnica nella quale hanno, pertanto, amici di background e credo diversi. Io li lascio liberi di essere, accompagnandoli nel loro percorso.

Non so perché sia l’unione tra bianchi e neri quella destinata a finire sempre nell’occhio del ciclone: forse perché, cromaticamente, sono colori così ovviamente diversi o, forse, per ragioni sociologiche più profonde.

Credo che tra qualche decennio la società in generale sarà sempre più mista, per via delle ondate migratorie da un paese e da un continente all’altro.

Alla fine, anche se l’amore si colora, è sempre amore. E all’amore non si comanda.

Chi sono

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8 Commenti

Cristina 17/04/2018 - 11:17

Ciao Elena,
Anch’io sono a Londra e sposata con “un armadio di 2 metri” colore Nutella :).

Rispondi
Elena Londra UK 17/04/2018 - 19:46

Ahhh la Nutella! 🙂
Tienilo stretto!

ciao,
Elena

Rispondi
Barbara 17/04/2018 - 12:38

brava Elena , concordo su tutto il tuo pensiero.anche io da piccola sognavo l’uomo misterioso affascinante dalla pelle colorata e vellutata .. il mio principe era dark,,,, e poi la vita , le coincidenze mi hanno fatto innamorare di un pallido pallidissimo siculo, anche qui un controsenso, la maggior parte dei siculi sono scuri . Ma ho due figlie , che stravedono per i ragazzi caraibici o africani… Vedremo! saranno loro a darmi un bel nipotino mix….

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Elena Londra UK 17/04/2018 - 19:46

Cara Barbara,

strana la vita!

Ciao,
Elena

Rispondi
Wanda 18/04/2018 - 07:36

Ciao!!
Bellissimo quest’articolo!! Mi piace il tuo punto di vista!
Ps. Io ho sposato il principe con occhi azzurri e capelli biondi e insieme siamo tutt’altro che mixed, anch’io son bionda con occhi chiari.
Wanda

Rispondi
Elena Londra UK 19/04/2018 - 14:11

Grazie Wanda, tu ed il tuo principe vi siete trovati!

Ciao, Elena

Rispondi
Angela 28/04/2021 - 09:03

A me che sto con un nero mi è stato detto che i neri sono bravi a intortare le donne più sfigate della societa

Rispondi
Chiara - Parigi 03/05/2021 - 07:46

Ciao Elena,

come forse ricorderai anche io ho avuto una relazione con un ragazzo africano ed ho vissuto sulla mia pelle tutti i cliché, i pregiudizi e le differenze culturali, soprattutto quelle negative purtroppo. Nel mio caso non ho avuto il rispetto e la comprensione che mi aspettavo, ma una mentalità molto “prepotente” e a tratti maschilista. Dopo questa esperienza, io sono tornata “back” invece! Già mi risulta difficile fidarmi di qualcuno, figuriamoci di un ragazzo con un assetto culturale completamente diverso. Ma come dici tu, questo si limita alla mia esperienza e preferisco non generalizzare mai.
Bell’articolo!

Chiara – Parigi

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