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L’amore è una cosa (quasi) semplice

di Rossella - Londra

L’amore è una cosa (quasi) semplice

L’ho incontrato così per caso. Non ci stavamo cercando.

Ero arrivata a Londra da poco e questa città mi sembrava troppo grande per una come me che proveniva da un piccolo paesino del Sud Italia dove tutti si conoscono, dove tutti ti chiedono come stai anche solo per fare due chiacchiere.

Una cena tra connazionali residenti a Londra. Un evento organizzato sui social da un amico. L’occasione perfetta per farsi nuovi amici. Vado – penso – Perché no?

Dopo qualche ora mi ritrovo seduta ad un tavolo con una quindicina di persone perfettamente sconosciute, aspettando una pizza che sembrava non volesse arrivare mai.

I discorsi sono quelli tipici della gente che si ritrova in terra straniera e non sa nemmeno da dove iniziare per rifarsi una vita: “Hai trovato lavoro subito? E la casa? In Italia ero stanca di lavorare per pochi spiccioli”.

La serata si prospetta esattamente come l’avevo immaginata.

Poi una pausa; ognuno sembra prendere una direzione diversa. Non so cosa stia succedendo.

D’un tratto lui mi si siede a fianco. “Ah sei un’archeologa! Quindi vai alla ricerca di dinosauri!”.

Un altro con la solita battuta che sento ripetermi da una vita. Penso sfoggiando un sorrisetto sarcastico.

Lui non molla, capisce che la battuta non gli è riuscita come avrebbe voluto e sferra il secondo asso nella manica. “Quindi sei nuova, io vivo qui da un po’.

Poche parole, qualche battuta e siamo già complici. Entrambi abbiamo la sensazione di conoscerci da una vita.

In una Londra così enorme scopriamo di vivere a qualche minuto di distanza e ridiamo all’idea di esserci incontrati dall’altro capo della città.

“Non perdiamoci dai. Ti aggiungo su Facebook”.

Aspetto che mi scriva lui.

Torno a casa abbastanza confusa. Io non sono il tipo di persona che socializza facilmente con gli sconosciuti. Eppure iniziamo a scriverci. La sera stessa. Discorsi infiniti in cui ci diciamo tutto e nulla.

Da lì è tutto in discesa.

Il primo appuntamento ad Harrods, perché le cose si fanno per bene, la pizza più cara che io abbia mai mangiato nella mia vita, una passeggiata nel parco, il brownie più buono che abbia mai assaggiato.

E poi ce ne sono state altre di passeggiate, di posti nuovi, cibi sconosciuti.

Di colpo Londra inizia a sembrarmi meno grande, meno fredda, meno straniera.

L’inverno è trascorso velocemente.

Ho provato l’ebbrezza delle maestose luci di Natale che adornano Oxford Street, l’odore delle caldarroste che si diffonde per le strade, il Capodanno cinese, una nevicata inaspettata.

In men che non si dica il paesaggio che mi circonda sembra essersi trasformato. La nebbia ha lasciato spazio ad un timido raggio di sole, i parchi sembrano essere rinati addobbati da fiori dai mille colori. La primavera è  arrivata e con essa il mio tempo qui è scaduto.

Devo tornare in Italia. Lo sapevamo da sempre. Lo sapevamo dall’inizio.

Il mio era un soggiorno breve, programmato alla perfezione con una scadenza prefissata. Con degli impegni da portare a termine. Non qui. Non ora. Devo tornare.

Un biglietto lasciato di nascosto sul comodino, un viaggio in aeroporto che sembra lungo una vita, occhi tristi, poche parole. Un abbraccio lungo davanti a quel gate che poi ci avrebbe visti tante volte. “ Verrò a trovarti”.  “Ma no verrò io, stai tranquilla”. “Ci sentiamo all’arrivo”.

Qualche ora di lontananza, eppure ci sembra di essere distanti anni luce.

Io intenta a riprendermi la vecchia vita che ormai sembrava starmi stretta, lui intento a ricrearsi i suoi spazi nei vuoti che avevo lasciato.

Sono stati mesi bui. Sono stati i mesi di La mia vita è in Italia ed io ci voglio provare.

E ci ho provato, eccome se ci ho provato ad inseguire i miei sogni in una terra che i miei sogni continuava a calpestarli.

E mentre inseguivo i miei sogni tutto andava a rotoli.

La complicità sembrava affievolirsi, le telefonate erano sempre più rare. Ognuno sembrava impegnato a ricostruirsi una vita, ognuno con i suoi obiettivi, troppo stanco per comprendere i sogni dell’altro.

La favola che avevamo vissuto sembrava essersi spezzata per sempre e la quotidianità aveva preso il sopravvento.

Non so quale sia stato il punto di non ritorno. So solo che eravamo delusi l’uno dall’altro. So che ci siamo fatti tanto male. Ci siamo provocati a vicenda. Ci siamo rinfacciati la mancanza di coraggio. Il coraggio di lasciare tutto per mettere il nostro amore al primo posto.

E poi sono caduta nel baratro e non sono stata in grado di reagire.

Quando ho capito che lui per me avrebbe rinunciato a tutto quello che che aveva costruito in un paese lontano pur di vedermi felice, un brivido di paura mi è salito su per la schiena e mi sono chiusa in me stessa.

Non ero pronta.

Non ero pronta per vedere i sogni altrui infrangersi e non ero pronta per infrangere i miei.

Ancora mesi bui fino a quando il cordone si è spezzato.

Questa volta si è spezzato seriamente, ho pensato.

E non so cosa è successo in questa mia mente un po’ contorta. Non so quando ho capito che era arrivato il momento di agire, il momento di amare.

Un biglietto comprato in fretta, una partenza improvvisata, mi presento sotto casa. Ripercorro da sola i luoghi che abbiamo vissuto insieme, ho un mix di emozione e di paura.

Poi è un attimo, i suoi occhi incontrano i miei e capisco che la mia paura non ha senso: “Pensavo non tornassi mai più”.

Ed invece sono qui e mi sembra di non essere mai andata via.

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4 Commenti

Chiara - Parigi 22/01/2019 - 15:14

Cara Rossella,
mi è bastato leggere il tuo splendido articolo per 30 secondi per avere gli occhi lucidi e ritrovarmici completamente. Hai toccato un tema delicatissimo e che mi sta molto a cuore. Come tante altre persone, sei la prova vivente che le distanze si possono accorciare senza trascurare né i propri desideri né quelli dell’altro; che non bisogna essere cinici e timorosi, ma credere nell’amore sempre. Quel che siete riusciti a fare è bellissimo, il vostro coraggio è ammirevole.
Grazie per avermi fatto commuovere con questa tua avventurosa favola a lieto fine.

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Rossella - Londra 22/01/2019 - 15:37

Ciao Chiara,
grazie per queste belle parole. Sono contenta che l’articolo ti sia piaciuto perché mentre lo scrivevo ho ripercorso quei momenti e mi sono commossa anche io.
Le distanze si possono accorciare ma ci vuole tanto tanto coraggio, quello che solo l’amore vero ti può dare 🙂 Quello che ho imparato è che una volta superata la paura è tutto in discesa ed il lieto fine è assicurato…
Pensa che dopo aver superato tutto ciò noi abbiamo deciso che avevamo perso fin troppo tempo per colpa delle nostre paure e ci siamo sposati 🙂

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Ilaria Notarantonio 23/01/2019 - 08:49

Ok Rossella, mi hai fatta commuovere. Tre anni fa mi sono trasferita a Londra con il mio ragazzo, stavamo giá insieme da due anni, io avevo trovato lavoro lì e lui mi aveva seguita. Vivevamo insieme, ci amavamo come non mai. E poi, dopo circa un anno, arriva una proposta di lavoro dall’Italia. L’azienda era importante e io ci sono cascata. Quando descrivi quel viaggio in aeroporto che non finisce mai… come ti capisco. E poi la crisi e la delusione reciproca… un momento terribile. Nel mio caso è stato un problema fisico a farmi scattare la molla, ho capito che lo amavo troppo, che come dici non riuscivo più a rifarmi una vita in un paese che mi stava stretto e che calpestava anche i miei sogni. Mi rivedo tantissimo nelle tue parole, sono cose che succedono nelle coppie più spesso di quello che pensiamo. Ma poi l’amore vero trionfa sempre. Oggi il mio amore compie 28 anni e io sono qui a festeggiare con lui nella nostra casetta a Madrid. Ci siamo meritate questa felicità <3 un saluto.

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Rossella - Londra 23/01/2019 - 11:08

Ciao Ilaria, anche la tua è una bellissima storia. E la cosa più bella è che anche nel tuo caso ci sia stato il lieto fine 🙂 Tanti auguri al tuo ragazzo, godetevi questo giorno e la vita insieme. Abbiamo lottato tanto per questa felicità e ce la meritiamo, hai proprio ragione 🙂

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