Ciao, mi presento: mi chiamo Amsterdam.
Sono una grande signora ma sono bella, ancora bella.
Le mie rughe risplendono di luce antica, le mie curve sono avvolte dalle mani del vento.
Sono nata il 27 ottobre 1275. Sono pungente come uno scorpione, sono acuta osservatrice in grado di catturare l’anima e rapire i tuoi sensi.
La saggezza dell’età mi permette di osservarti come un gatto sornione acciambellato sul suo cuscino preferito. Il mio è fatto d’acqua: mi adagio su 100 chilometri, mi sollevo su 165 canali. Metto a mollo i miei 11 milioni di piedi di legno e bevo Amstel.
Ospito 900 mila persone e vengo invasa ogni anno da 5 milioni di teste curiose. Mi parlano in 170 lingue differenti, ma io so ascoltare. Le mie orecchie sono in ogni bar, in ogni museo.
Sono trappola per turisti, ragnatela per il cuore.
Sono magia per gli occhi, abbaglio e confondo con il chiarore del mattino e con il blu della sera.
Sono patria delle notti più sballate e più perdute. Sono madre di cuccioli che vedo nascere o rinascere, e custode di segreti che vedo sorgere al calar del sole.
Sono meretrice dei tuoi sogni più proibiti. Metto a nudo il tuo intimo, illuminandoti con fari rossi.
Sono amica dei tuoi occhi chiusi quando si muovono a tempo.
Sono confidente dei tuoi baci alla stazione e dei tuoi scatti rubati sui miei ponti. Ne ho 1500, su 90 isole.
Mi circondo di 1 linea di difesa, anche se ti lascio entrare.
Sono custode delle 20 mila biciclette che ogni anno perdi nelle mie acque, perché ti hanno derubato o perché ti sei fatto rubare la strada.
Profumo di fiori, ma solo se sai trovarli.
Ho tante gemelle: Atene, Istanbul, Giacarta, Kiev, Montreal, Manchester, Pechino, Sarajevo. Siamo una famiglia numerosa. Ma ho un’unica cugina: la tenera Rotterdam. È modaiola e vanesia ma sfatta e rifatta, come una donna che non vuol cedere ai danni del tempo che avanza.
Sono autentica e senza plastica, con orgoglio e senza pregiudizi.
Sono Roma, non Venezia.
Sono sporcata, maltrattata, idolatrata e diseredata, e tutto questo di continuo.
Sono preda del vociare isterico di piedi indisciplinati, che mi vestono di carte unte e scalfiscono il mio asfalto con il loro fiato pesante.
Sono calamita, per loro e per il frigo.
Sono vizio che non cambia: perché so che hai bisogno di me. Per scappare, per rifugiarti, per sentirti solo un numero. Per non essere nessuno. Per farti inghiottire da un vetro e perderti nel fumo più intenso. Fino a diventare etereo… mentre occhi diffidenti ti osservano da fuori.
Eppure, non ho maschere. Non ho tende, perché non ho nulla di cui vergognarmi.
Ho case strette e semoventi, un po’ sbilenche ma accoglienti, tanto umide, e solo per pochi.
Sono la carta vincente di chi ama scommettere.
Sono la Regina che fa scacco matto. Sono custode dei segreti a palazzo, di cui non apro quasi mai le porte.
Sono bianca, nera e gialla, e sono arcobaleno. Sono cattolica, protestante, indù, sono calvinista, musulmana e atea.
Sono agnostica.
Sono 020. O sono 420.
Sono canna e cannella.
Mangio biscotti al caramello.
Sono la zia del bacon che compri nella tua nazione, e la nonna dei tuoi caffè e della tua cioccolata.
Sono allegra: cheese!
Sono la tua cartolina.
Sono Olanda, anche se non sai cosa vuol dire.
Sono stata, sono e sempre sarò porto di giovani marinai e abili commercianti, che potranno riposare nelle mie stanze portatili.
Sono heldhaftig, vastberaden, barmhartig. Sono valorosa, decisa, misericordiosa. Ho 3 croci appuntate sul petto, per non dimenticarmi di me. Le stesse croci tu le usi per bruciare le tue cicche, trasportare i tuoi oggetti e coprirti dalla pioggia.
Sono trivellata dalle metro, incisa dai tram, affondata dai traghetti.
Mi faccio morbida per attutire 500 mila paia di gomme sottili, che non hanno rispetto di niente e di nessuno.
Vivo nel movimento sincopato dei treni notturni e in apnea di 2 metri: sarà questo che mi rende capace di nasconderti agli occhi del tuo persecutore.
Sono Anna.
Sono Vincenzo.
Sono Rembrandt.
Sono Eddie.
Sono Paolo.
Sono te.
Sono patrimonio dell’umanità, e tu sembri non rendertene conto mai abbastanza.
Sono I Amsterdam.
Chi sono
8 Commenti
Meravigliosamente meravigliosa…unica che sembra descrivere quello che si prova quando si passa da quelle parte e ci si perde lasciandoci il cuore! Unica
Alessia ma grazie! Sarà che Amsterdam rapisce… Vale davvero la pena respirarla, almeno una volta nella vita. Ciao!
Affascinante questa signora che così ci racconti, in un testo molto bene scritto. Forse senza averla vissuta solo alcuni dei riferimenti possono essere compresi davvero. Ma suggestivo ed ammaliatore sia il racconto che il Luogo narrato.
Posso sciogliere una curiosità? Come mai “Roma non Venezia”?
Buona Amsterdam Paola!
KatiaG. Ex Joburg ora Locarno
Intanto grazie, Katia. Vero, il testo è pieno di riferimenti che è possibile cogliere appieno solo se si conosce la città, ma spero di aver creato il giusto stimolo a visitare Amsterdam per la prima volta e/o a visitarla nuovamente con occhi diversi.
Per quanto riguarda la tua domanda, è opinione comune considerare Amsterdam la Venezia del Nord e, prima di conoscerla, lo pensavo anche io. Poi, un giorno, ho visto Rotterdam. C’è una certa rivalità tra le due città. Improvvisamente, ne ho avvertito distanze e similitudini; mi è parso di vedere Roma e Milano, laddove quest’ultima era proprio Rotterdam, nei suoi movimenti fashion e negli snodi delle strade con i negozi alla moda, mentre Amsterdam abbagliava nella sua immagine sospesa nel tempo, come l’eterna Roma, tra l’altro la mia città di origine. Percorse entrambe dal fascino dell’essere capitale. E i canali non hanno più avuto il senso dell’acqua veneziana, per me, ma hanno assunto quello delle rovine romane.
Ci piace.
Affascinante e suggestivo, colorato e delicatamente sensuale.
Scilinguagnolo ad alto livello.
Complimenti alla penna.
Martino
Grazie Martino 😉
Complimenti una descrizione romantica ma totalmente vera. Ci torno appena posso nel grembo di questa adorabile signora….e mi piace ogni volta. Riferimenti perfetti che mi hanno dato visione di cio che ho vissuto ogni volta che son venuta li….. l’ adoro ed irrimediabilmente m’ha preso l’ anima …. ed anch’ io mi sento un bel po I AMsterdam.
Grazie Felicia! Buona Amsterdam, per la prossima volta che tornerai. 😉