Angela Merkel, la fine di un’era
É così che un caseificio bavarese decide di salutarla. Con 323 metri quadri di cartellone pubblicitario nel cuore di Berlino.
Lei, Angela Merkel.
Dopo 16 anni consecutivi al volante della cancelleria, anche per la Mutti più famosa di Germania è arrivata l’ora di andare in pensione. “La mammina”, così è stata battezzata dai cittadini, da una parte per creare quel legame quasi famigliare, dall’altra per spogliarla di quel mantello di serietà e rigore che il ruolo le imponeva. A chiudere lo spot: “Gönn dir”, ossia “conceditelo”, sottintendendo l’inizio di una nuova fase della sua vita.
La domanda che sorge spontanea in questo momento storico per la nazione é: “…e mo? Che famo?”
Se siete interessati ai vari scenari post Merkel e volete informarvi da una voce italiana molto esperta e di facile comprensione, vi consiglio il sito di Kater, il blog collettivo che prova a raccontare la Germania, al di là degli stereotipi e delle narrazioni superficiali che spesso coinvolgono le cose tedesche – quelle per cui la Germania o è la terra dei crucchi senza cuore che vogliono conquistare il mondo o è il paradiso dell’organizzazione in cui tutto funziona sempre e comunque alla perfezione.
Dal momento che i discorsi politici non sono il mio pane, ma soprattutto, considerando che il mio scrivere per “Donne” è legato strettamente alla mia esperienza, la mia vita, il rapporto con il paese che mi ospita, anche questa volta rimango fedele al mio obiettivo di voce narrante e vi svelo qualcosa che sicuramente non sapete: i tedeschi non parlano di politica.
Per smembrare questa affermazione, vivisezionarla e porvela come merce di discussione, indosserò i panni del tedesco medio, quello che alle otto di sera mette in bocca l’ultimo boccone Abendbrot e guarda il Tagesschau, il telegiornale tedesco. Tutto ciò per darvi una visione il più realistica possibile e spiegarvi perché lui, il tedesco medio, si farebbe sparare nelle ginocchia, piuttosto che parlare di politica a tavola, al bar, o in ufficio.
É così, i tedeschi non parlano di politica.
Per parlare di politica esiste una vasta gamma di talk show serali, che io trovo non solo estremamente interessanti dal punto di vista del contenuto, ma anche un calmante naturale. Vi spiego. C’è un moderatore, un tema sul tavolo e tre/quattro esponenti di partiti diversi. Se non parlate tedesco, non vi renderete mai conto se la persona che sta parlando è alterata, indifferente o sopraffatta dal candidato rivale che lo fissa con uno sguardo altrettanto impenetrabile. Non lo capirete perché nessuno alza mai la voce, o interrompe l’altro mentre sta parlando. Questo si chiama: civile confronto fra le parti. Ricordo durante il periodo della pandemia, quando mi capitava di ascoltare gli interventi a Piazza Pulita. Non ho mai sentito esprimere un concetto fino alla fine, né ho potuto concludere la visione avendo una quanto meno pseudo chiara visione di un qualsivoglia concetto. Quando faccio fatica ad addormentarmi, spesso guardo uno di questi programmi, il mio preferito è e rimane Markus Lanz su ZDF (alcune puntate hanno i sottotitoli se vi interessa).
I tedeschi non parlano di politica.
Nell’ufficio nel quale lavoro teniamo la radio accesa tutto il giorno. Il canale sulla quale è sintonizzata si chiama Radio 1, una radio alternativa di Berlino con poca pubblicità e musica di nicchia. Soprattutto dall’inizio della campagna elettorale lo speaker si lascia andare ogni tanto a riferimenti a tema politico. In alcuni casi anche canzoncine ironiche per questo o quel rappresentante. Tutto sempre molto sobrio e pacato. Nessuno dei miei colleghi ha mai commentato, riso o reagito a nessuna di queste uscite radiofoniche.
I tedeschi non parlano di politica.
Mentre giro per la città, soprattutto quando sono in bici, ho una percezione più consapevole di quello che mi circonda, rispetto a quando sono in macchina o sui mezzi. Ad esempio, ho notato che i cartelloni propagandistici dell´AfD (il partito di estrema destra), sono appesi ai lampioni della luce ad un’altezza esagerata. Molto più in alto di tutti gli altri, tanto che bisogna aguzzare la vista per leggere cosa c’è scritto. Talmente in alto che non ho potuto non farci caso. Il motivo di questa scelta è che, se fossero ad altezza d’uomo, sarebbero i primi a essere rimossi o scarabocchiati dai passanti, con disegni di dubbio gusto. Per evitare che volino sanzioni, li hanno esiliati quasi vicino alla lampadina, lontani alla vista e al corpo, democraticamente irraggiungibili.
Fin qui tutto molto interessante, vi direte, ma cosa ne dite invece di sentire qualche parere insider?
Ho raccolto alcuni pareri da persone tedesche doc, e chiesto perché secondo loro in terra teutonica la politica è ancora un tema così tabu.
Perché ai tedeschi non piace parlare di politica? È davvero così?
È evidente che quelli che parlano di più sono anche quelli che brontolano più forte sull’establishment politico. I “tedeschi”, se davvero esistono in modo così eclatante, sono in gran parte politicamente moderati e possono essere assegnati a una classe media borghese. Ci sono estremi da questo centro a sinistra e a destra, ma non più del 20%. Solo in Olanda o in Francia la nuova destra copre quasi 1/3 degli elettori, questo numero in Germania è molto più piccolo e rappresenta le opinioni più estreme. In particolare, alla destra piace essere molto rumorosa e pronta a rispondere con insulti a chi la pensa diversamente. Esporci a questo tipo di cose non ci piace, forse la paura dell’ostilità può essere uno dei motivi che rispondono alla tua domanda.
Penso che sia molto più importante che i tedeschi parlino meno di cose come le opinioni politiche, e più di stipendi e reddito.
Mentre è del tutto normale negli Stati Uniti, ad esempio, che si parli apertamente di stipendi, qui in Germania, a parte i salari concordati collettivamente, è ancora un grande segreto chi guadagna quanto. Quindi, si potrebbe supporre che i tedeschi tendono ad essere un po’ più riservati di propria iniziativa. A parer mio potrebbero sicuramente lasciarsi andare di più, soprattutto su temi che li riguardano direttamente.
Fondamentalmente, penso che i tedeschi siano generalmente un po’ più riservati.
Se poi c’è paura del confronto e della provocazione, si preferisce tacere come persona moderatamente pensante, piuttosto che esporsi ad essa.
Per me è stato molto interessante pensare a questa tua domanda e credo che oggi confrontarsi sia più importante di quanto non lo sia mai stato negli ultimi 40 anni.
Insomma, a quanto pare non c´é modo di farli sbottonare questi tedeschi, e forse é anche per questo che sono veramente curiosa di assistere a queste elezioni storiche. Una cosa curiosa che mi hanno fatto notare é il “Wahl-O-Mat“, il Votometro, ossia un test che in base alle nostre risposte su determinati temi ci assegna il partito che dovremmo votare.
Il Wahl-O-Mat è stato utilizzato per la prima volta nelle elezioni del Bundestag del 2002. Gli utenti hanno potuto rispondere a 27 domande e alla fine è stata indicata la vicinanza della propria posizione alle posizioni dei vari partiti. In questa prima versione erano elencati solo quei partiti che erano già rappresentati in parlamento o che potevano convincere più del 3% degli intervistati negli attuali sondaggi elettorali. Il primo Wahl-O-Mat fu utilizzato 3,6 milioni di volte. Di conseguenza si è deciso di metterlo a disposizione anche nelle elezioni del Parlamento europeo.
Questo curioso strumento è ora disponibile anche come app per iPhone e Android. Inoltre, con il formato “chi è disponibile per le elezioni” fornisce brevi profili di tutti i partiti, grafici dettagliati dei risultati precedenti e un dizionario elettorale.
Nell’estate del 2019, il Wahl-O-Mat è stato ampliato per includere una serie di nuove funzionalità, con l’aiuto delle quali gli utenti possono ricercare e analizzare i propri risultati in modo più interattivo. La possibilità di confrontare tutte le risposte raggruppate per temi e di leggere a colpo d’occhio tutte le risposte di un determinato partito offre agli utenti una maggiore comprensione delle ragioni di ognuno.
Alle elezioni del 2017 il Wahl-O-Mat è stato riprodotto 15,7 milioni di volte entro il giorno delle elezioni e oltre 85 milioni di volte da quando è stato pubblicato per la prima volta.
Votometro o meno, io compro i popcorn e mi metto comoda, perché questa sarà una delle elezioni più interessanti della storia.
Ciao Mutti,
ora stiamo a guardare…
CHI SONO
3 Commenti
Bravissima Giulia , è sempre un piacere leggerti.
Grazie Angela!!!
Molto interessante e come al solito scritto benissimo Giulia.
Anch‘io sono molto „angespannt „ , vediamo cosa succederà. Certo è che da quando vivo in Germania la presenza Merkel è stata sempre una costante … non sarà facile per i nuovi arrivati… viel Spaß!