Quando si vive in una grande città come Berlino ci si inizia a sentire a casa anche quando si prendono le abitudini dei suoi cittadini. Un po’ come quando ero a Venezia, e come i Veneziani camminavo tra i turisti a passo di marcia, facendomi largo tra loro sbuffando.
Per i Veneziani i mezzi di trasporto più veloci sono i propri piedi e i vaporetti, ed è proprio lì che finiscono per innervosirsi più facilmente quando sono di fretta. I Berlinesi invece si muovono in bici o con i mezzi pubblici, sì, anche le auto non mancano a Berlino, ma il traffico si sa, innervosisce tutti, non è una peculiarità dei tedeschi.
Se volete fare davvero arrabbiare un Berlinese, camminate sulle piste ciclabili, possibilmente a braccetto o in gruppo, e lì sì che sentirete loro tirar fuori il peggio di sé. Va detto che per chi non è abituato a vivere in una città con così tante piste ciclabili, è normale non farci caso, e quindi mi trovo spesso a provare compassione per i poveri turisti insultati e scampanellati da i folli, velocissimi ciclisti Berlinesi.
Devo ammettere, per natura sono piuttosto pigra, e adoro i mezzi pubblici, a Berlino sono così capillari, efficienti e puntuali che difficilmente rinuncio alla mia Monatskarte (l’abbonamento mensile che permette di muoversi su tutti i mezzi di trasporto, dal tram alla S-Bahn, dai bus alla metropolitana, e c’è pure un Ferry), abbonamento che però costa 81€ al mese, e quindi con l’arrivo della bella stagione combatto contro la mia pigrizia e tiro fuori il mio bellissimo bolide impolverato dalla cantina.
Ed è proprio a cavallo delle mie due ruote che mi trasformo, divento anch’io uno di quei folli ciclisti (nel mio caso non così veloce come quelli sopracitati) che scampanella ai poveri malcapitati che all’uscita della metropolitana si trovano loro malgrado a camminare sulla pista ciclabile. Sì perché in alcuni punti sono segnalate molto bene, con una pavimentazione rossa, o si trovano direttamente sul manto stradale, ma a volte si trovano sul marciapiede, separate solamente da una striscia bianca, che può trarre in inganno i non esperti in materia.
Al secondo posto troviamo : le scale mobili! Lasciate che vi spieghi; ci sono stazioni della metropolitana labirintiche, come quella di Alxanderplatz, nodi in cui si trovano fino a tre diverse linee della U-Bahn (metropolitana) e altrettante della S-Bahn (treni di superficie), muoversi al loro interno prevede una conoscenza profonda del luogo e non poca agilità. Le distanze tra una linea e l’altra posso essere piuttosto lunghe, ed è qui che entrano in gioco le amatissime e fedeli scale mobili! Ecco, diciamo che i berlinesi hanno un approccio un po’ diverso dal nostro rispetto a questo mezzo di trasporto. Noi praticamente sveniamo appena mettiamo piede su una scala mobile, ci immobilizziamo, come al mare quando si fa il morto e ci si fa trasportare dalla corrente, di certo non lo consideriamo un mezzo per renderci più veloci, ma un mezzo per assecondare il nostro spirito di amebe, piuttosto che affrontare 20 scalini in più. Per loro invece sulle scale mobili si corre, certo, anche alcuni di loro si fanno dolcemente cullare, rimanendo immobili fino a destinazione, ma queste a queste creature è premesso di incagliarsi esclusivamente a destra, la parte sinistra della scala deve essere libera, per i centometristi, che corrono disperati per raggiungere il treno che sta per partire.
La cosa che mi diverte di più in tutto ciò, è che queste corse disperate avvengono per prendere treni che passano ogni 5, massimo 10 minuti. Cioè, vogliamo parlarne? Io che ho fatto la pendolare per 6 anni tra Padova e Venezia con il servizio di Trenitalia, quando ho visto per la prima volta i berlinesi lanciarsi dentro alle porte della S-Bahn mentre si chiudeva, con la stessa agilità del protagonista di Matrix, per poi scoprire che avrebbe potuto aspettare il treno successivo che sarebbe arrivato nel giro di 3 minuti, sono rimasta allibita. Ma come ho detto in precedenza, vivere in una città significa prenderne le abitudini, e quindi mi trovo anch’io a correre sulle scale mobili, battendo i piedi più forte se vedo che qualcuno “osa” sostare sul lato sinistro della scala, per far sentire il mio arrivo e sperando questo basti a farlo desistere e rientrare nella corsia dei cullati dalla marea. A volte purtroppo questo non basta, e bisogna sfoggiare nell’ordine : schiarimento di voce, “Entschuldigung” e infine un più internazionale e meglio comprensibile “Sorry”.
Ecco, se vi capiterà di passare per Berlino non dite che non vi avevo avvertiti quando un ciclista vi suonerà o un centometrista vi batterà sulla spalla per farsi strada sulla scala mobile, provare per credere 😉
Tschüß e alla prossima!