Home Asia Cina, Indonesia, Giappone Emilia – Guangzhou
di Katia

Ciao, sono Emi, calabrese di nascita, trottola viaggiante d’adozione.

Fra pochi giorni compirò il mio ventottesimo compleanno, faccio parte del club “sfigato/a che si becca un solo regalo per natale e compleanno”, e ho deciso di iniziare questo percorso con voi per raccontarvi le avventure e le disavventure che si possono riscontrare in Asia.

Ho sempre amato viaggiare, forse perché da tradizione familiare rompiamo il salvadanaio con i risparmi e compriamo i biglietti per qualsiasi destinazione, o forse perché sono una sagittario!

Credo che l’essere una scout possa influire in questa mia voglia di conoscere cosa c’e’ fuori la propria camera.

Da piccolina avevo il maglione dell’uniforme enorme e uno zaino celeste ereditato da mio padre, adesso ho sempre lo stesso zaino e molte esperienze in più sulle spalle.

Sono una persona un po’ iperattiva, i miei amici mi deridono dicendomi che se rimango a casa per più di 24 ore potrei avere l’orticaria, effettivamente e’ vero. Poltrire sul divano non e’ da me, mi rende nervosa, preferisco più camminare, perdermi (non amo guardare la mappa ma gironzolare!) ed osservare qualsiasi cosa ci sia intorno.

Dopo la laurea, ho svolto l’Erasmus a Dublino, una città molto bella che, personalmente, non mi ha dato molto, non mi sono sentita molto a casa.

La sera, gli irlandesi e i residenti si trasformano! La birra costa meno dell’acqua e quindi c’e’ questa flotta di ubriachi che cammina per le strade, urina ed urla o, non ho mai capito perché, si toglie le scarpe e inizia a camminare a piedi nudi. Sebbene non siano molesti, e’ alquanto brutto a vedersi.

Il problema principale per cui ho deciso di non rimanere in Irlanda e’ che non c’e’ una grande percentuale di cinesi. Si, i cinesi sono ovunque, tranne a Dublino!

Il mio sogno nel cassetto e’ proprio quello di raggiungere un livello altissimo in cinese e diventare una guida turistica, per questo ho deciso di trasferirmi nel paese dagli occhi a mandorla ed immergermi nella loro lingua e cultura.

Proprio l’altro giorno, parlando con la mia coinquilina, le ho detto che, ogni volta che un autoctono mi chiede da quanto tempo vivo in Cina, premetto che i cinesi agli straniere fanno solo tre domande: sei sposato/a, da quanto tempo vivi in Cina, il tuo stipendio e’ buono, automaticamente rispondo un anno, ma, in verità sono quasi tre anni.

Qui il tempo passa in fretta, non perché ci si diverte un mondo (magari fosse cosi’) ma perché c’e’ talmente tanta gente che si spreca del tempo senza neanche accorgersene, file interminabili, distanze da un posto all’altro esagerate e ore interminabili al lavoro, si arriva a sera in un batter d’occhio.

Al momento vivo a Guangzhou (vi prego, non leggete Guangzu perché è veramente buffo da sentire, si dice “zou” non “zu”, o semplicemente Canton), una città che per noi stranieri è un po’ un paradiso terrestre.

Essendo più piccola di Pechino o Shanghai, è a portata d’uomo, ma, essendo una grande metropoli, ha tutti i servizi molto ben funzionanti, e soprattutto, ultimo ma non meno importante, è una location vicina a posti meravigliosi quali la Thailandia le Filippine e la Cambogia.

Pian piano vi racconterò di più, grazie a tutti per l’attenzione!

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