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Atena: dea della saggezza e dei mestieri, stratega e ‘figlia del padre’

di Debora Previti
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pallas-atenaAtena: dea della saggezza e dei mestieri, stratega e “figlia del padre”

“Ogni diverso momento del mito ha un correlato nella vita reale”.

Atena era la dea greca della saggezza e dei mestieri, nota ai romani col nome di Minerva.

Come Artemide ed Estia, Atena era una dea vergine, votata alla castità e al celibato. Imponente e splendida dea guerriera, protettrice di eroi da lei stessa prescelti e della città di Atene, era la sola divinità femminile dell’Olimpo rappresentata con indosso la corazza, con la visiera dell’elmo tirata indietro a rivelare tutta la sua bellezza, uno scudo al braccio e una lancia in mano.

Atena veniva altresì rappresentata accanto a Zeus seduto, nella posizione di guerriera che protegge il suo re, oppure accanto ad Achille o a Ulisse, i più grandi eroi greci dell’Iliade e dell’Odissea.

L’ingresso di Atena nell’Olimpo fu spettacolare: uscì dalla testa di Zeus con le sembianze di donna già adulta, con indosso una corazza d’oro splendente e in mano una lancia acuminata, emettendo un potente grido di guerra.

Non conobbe mai la madre, Metis, una divinità dell’oceano nota per la sua saggezza, che fu la prima consorte di Zeus.

Atena era protettrice, consigliera, patrona e alleata di uomini di valore quali Perseo, Ercole, Achille e Odisseo.    

Le capacità marziali e domestiche associate ad Atena sottendono pianificazione ed esecuzione, attività per le quali le doti intellettive e creative non bastano, poiché richiedono un pensiero intenzionale.

L’archetipo – o modello di comportamento – Atena descrive il prototipo delle donne razionali, governate dalla testa più che dal cuore.

Atena è un archetipo femminile che dimostra come saper pensare, mantenere il sangue freddo nell’incandescenza delle situazioni emotive e mettere a punto strategie adeguate nel mezzo di un conflitto siano tratti naturali per alcune donne, che quindi ‘non si comportano come un uomo’, bensì come Atena.

La saggezza di Atena era quella del generale che schiera le truppe o del capitano d’industria che mette a punto la migliore strategia commerciale. Inoltre, in quanto dea dei mestieri, Atena si dedicava a fare cose tanto utili quanto belle: era nota soprattutto la sua abilità di tessitrice, un mestiere in cui mani e mente devono lavorare insieme.     

Atena è una dea vergine e, al pari delle sue compagne Artemide ed Estia, segue la spinta delle proprie priorità e predispone la donna a polarizzarsi su quanto la interessa, piuttosto che sui bisogni altrui.

Ma a differenza delle compagne, Atena ricerca la vicinanza degli uomini, in quanto le piace coinvolgersi nell’azione e nel potere degli uomini, con i quali lavora a stretto contatto, protetta dall’elemento dea-vergine che l’aiuta a evitare legami emotivi o sessuali, rimanendo collega o confidente. Come archetipo ‘figlia del padre’, Atena rappresenta la donna che si sente attratta da uomini potenti che detengono autorità, uomini che corrispondono all’archetipo del patriarca o del ‘capo’. Ecco perché la donna Atena non si batte per i diritti delle donne, bensì si schiera dalla parte del patriarcato e dei conservatori.    

Atena entra nella scena degli dei dell’Olimpo vestita di una splendida corazza d’oro, tratto fondamentale della dea. Grazie a questa corazza, Atena rimane inaccessibile al sentimento nel mezzo di una tempesta emotiva o di un duro corpo a corpo, essa infatti valuta freddamente quanto sta accadendo e decide che cosa farà dopo.

Atena non prende come un fatto personale ostilità e inganni che non si aspetti, non si sente oltraggiata o ferita.

La donna Atena vuole diventare qualcuno e per riuscirci lavora sodo, accetta la realtà così com’è, e vi si adegua. Può essere un’insegnante straordinaria: spiega la sua materia bene e con chiarezza, e dai suoi studenti si aspetta e ottiene il massimo; in campo accademico è un’abile ricercatrice, grazie alla sua mentalità logica e la sua attenzione ai particolari. Quando non ricopre posizioni di prestigio, la donna Atena è una segretaria o un’assistente eccellente di un uomo potente e di valore che lei stessa si è scelta. Nel suo modo di essere più tipico, non è una donna sensuale o sexy, non è romantica e non le piace flirtare, preferisce un amico o un mentore, piuttosto che un amante. La donna Atena vive il matrimonio come un rapporto di solidarietà più che un’unione appassionata. Se si sposa e manda avanti una famiglia è un’organizzatrice perfetta, per lei dover rientrare in un budget e spendere bene il denaro è un compito eccitante. Quando si dedica ai lavori manuali, fa oggetti funzionali e di gusto che poi mostra e vende poiché ha la mentalità degli affari. Quando la donna Atena decide di immigrare all’estero è mossa dalla motivazione della realizzazione professionale difficilmente raggiungibile in terra d’origine. Se è stata finanziariamente in grado di affrontare l’università, già al liceo soppesava le opportunità, scegliendo da sola e con saggezza le possibilità a lei più congeniali al fine di perseguire, ad esempio, una carriera accademica all’estero. Proprio perché vive di testa, alla donna Atena viene a mancare l’esperienza di essere pienamente nel proprio corpo, aspetto che rivela la sua fragilità. Sa ben poco della sessualità e di cosa significhi spingere il corpo fino al limite. Poiché l’archetipo Atena la mantiene ‘al di sopra’ del livello istintuale, non sente tutta la forza dell’istinto materno, sessuale o procreativo.

Nel mito, la dea Atena nasce già adulta. Questa metafora non è lontana dall’esperienza della donna Atena, che sin da ragazzina sa usare le parole e ha una mente pratica. Essa deve poter recuperare il sé infantile, ovvero deve potersi accostare alla vita con gli occhioni spalancati di un bambino dove tutto è una nuova scoperta, e ridere, piangere, lasciarsi abbracciare. Poiché Atena non conobbe mai la madre, da un punto di vista metaforico, alla donna Atena manca il legame con l’archetipo materno (personificato dalla dea Demetra), un legame che deve arrivare a sentire dentro di sé, per vivere profondamente e istintivamente la maternità e il ruolo materno, e riscoprire il rapporto col femminile.

Alla donna Atena dentro ad ognuna di noi, perché possa decidere quando indossare la propria corazza.

Con affetto e pathos.

Debora Phuket-Thailand


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