Spesso, dopo anni di vita all’estero, tante persone si sentono come in un limbo. Da una parte non possono ignorare le proprie radici e la voglia di tornare a “casa”. Dall’altra devono affrontare lo shock di scendere a patti con l’idea che “casa” non è più “Casa”. Questo articolo, che vi consiglio caldamente di leggere, ci spiega perchè ci si sente così.
Qui di seguito, invece, troverete la mia esperienza personale, il mio viaggio di andata ritorno e poi di nuovo andata. Buona lettura!
L’andata: arrivederci Italia, benvenuta Australia.
A quattordici anni desideravo con tutto il cuore andare a vivere in Inghilterra. Fino ai vent’anni ammetto che si trattasse di un’idea molto romanticizzata. A ventitre anni, durante il mio Erasmus nella Terra di Albione, ne ho infatti avuto la conferma .
Non era l’Inghilterra, la meta finale. Non sapevo ancora dove sarei andata a finire, ma sapevo che avrei voluto lasciare l’Italia. Nel 2013, quindi, sono atterrata in Australia, sulla terra della popolazione aborigena Kaurna.
Il ritorno: arrivederci Australia, benvenuta Italia.
Facciamo un salto in avanti nel tempo. Lo scorso aprile mio marito ed io abbiamo impacchettato nove anni di vita e siamo tornati in Italia. Con noi abbiamo portato sogni, speranze, due bambini e ovviamente le nostre due gatte. Mi mancava la vicinanza delle famiglie, specialmente dopo essere diventata genitore per la seconda volta. Volevo dare all’Italia una seconda chance. Magari, o almeno così pensavo, la mia sete di estero si era saziata.
Sono bastati tre mesi, forse anche meno, per capire che no, la mia bella Italia ed io non siamo fatte per convivere. Siamo come quegli amanti che per tenere viva la passione devono stare lontani. Al lato pratico, mi sono resa conto di essere diventata troppo Australiana, sapete? Vedevo l’Italia con gli occhi dei turisti australiani che tanto spesso avevo criticato. Erano gli occhi di chi si lamentava delle macchine parcheggiate sui marciapiedi, delle persone che fumano ovunque, delle complessità burocratiche, del lavoro in nero.
Al culmine della mia crisi d’identità mi sono seduta a riflettere sui miei valori, quelli secondo cui voglio vivere la mia vita. Per me è essenziale sentirmi al sicuro: economicamente, con un lavoro ben retruibuito, e fisicamente, all’interno di una società che rispetta le regole. Proprio come qualunque animale coi suoi cuccioli, solo all’interno di questa sicurezza sento di poter offire ai miei figli un ambiente adeguato in cui crescere. Insomma: valige in mano e si riparte!
Di nuovo sola andata!
Adelaide è una città a misura d’uomo e di bambino. È la città dove mi sento a casa, dove sono diventata madre e dove la mia vita adulta è davvero iniziata. Ho lasciato la mia piccola cittadina di provincia a 19 anni, e non ci sono mai più tornata se non in visita. Pensare di poterci tornare a vivere è stato forse ingenuo, ma ha rappresentato un muro contro cui dovevo scontrarmi prima di capire da che parte (del muro) stavo. Adelaide, da luglio 2022, è di nuovo il mio nido.
Chi sono
4 Commenti
Bentornata nella città australiana più sottovalutata che esista. Anche noi abbiamo scelto Adelaide per cullare sogni di libertà e vita di qualità e presto ci torneremo dopo gli ultimi tre anni passati in Europa . Non vedo l’ora anche se probabilmente dovrò di nuovo fare un po’ di adattamento.
Grazie mille, cara! Hai ragione – cerco sempre di convincere tutti a passare di qui perche’ merita davvero tantissimo! Spero di riuscire a incontrarti prima o poi!
Sai che anche io ho lasciato la Germania per circa un anno, prima di decidere di trasferirmi nuovamente? Non sono tornata in Italia, ma sono stata in Portogallo e in Spagna dove ho accumulato esperienze tramite workaway. Poi mi sono immersa nel mondo del lavoro tedesco sotto un punto di vista diverso, nuovo, una sfida proprio nuova. È interessante notare come, a volte, per apprezzare il luogo in cui abitiamo dobbiamo prima risiedere in altri Paesi per un pochettino!
Esatto, e’ come guardare un quadro da lontano per riuscire ad apprezzarne i dettagli!