Sono passati due mesi dalla mia partenza. Settimane in cui sto ricominciando da zero, senza una casa, senza un lavoro e molto, molto lontano dall’Italia. Sono passate in fretta, queste settimane. Per…
Valentina Norvegia Danimarca
Valentina Norvegia Danimarca
Sognare. Credere. Realizzare. Dubitare. Confrontare. Imparare. Osservare. Sperimentare. Vivere. All’età di tredici anni dissi ad una mia amica: io diventerò un ingegnere e lavorerò all’estero. A quell’epoca mi vedevo scappare dalla mia amata Milano per rincorrere sogni e conoscenza nella meravigliosa Oxford o nella romantica Cambridge. Ci vollero diversi anni, un liceo scientifico di mezzo e qualche trauma superato al Politecnico di Milano, ma l’estero arrivò. Nel mezzo di un corso di laurea specialistica, l’opportunità si fece avanti grazie al fondamentale programma Erasmus . Come sempre però, la vita mescola le carte di una mano che pare già vinta in partenza e così, al posto della tanto agoniata Inghilterra, mi venne incontro la fredda Norvegia. La voglia di cimentarmi con il mondo fuori confine era però tale che nemmeno i ghiacci artici riuscirono a spegnerla! 350 Km a Sud del Circolo Polare. La prima capitale storica. Trondheim, a cui devo il cinquanta percento di ciò che sono ora. Non a caso, tutt’ora la chiamo “la mia seconda città”. Grazie a lei, ho scoperto un posto al di là delle Alpi. Ho imparato che dietro ad ogni scudo vichingo si nasconde un rinfrancante sorriso. Ho assaporato l’ebbrezza della vita fuori dalla famiglia e mi sono scottata quando l’assenza di un abbraccio amico mi ricordava che ero sola. Ho incontrato centinaia di volti, condiviso cene italiane con russi e pakistani, e cene pakistane con brasiliani e cinesi. Ed ho incontrato il mio lui, giunto in terra norvegese un po’ per caso, un po’ spinto dal desiderio di novità. Da quell’anno, molte cose sono cambiate. Ho affrontato tre traslochi, incrociato sguardi e combattuto altre battaglie, ma sempre mossa dal desiderio di scoprire cosa si nasconde al di là del confine. Ora vivo in Danimarca, dove continuo ad essere una donningegnere, un ibrido a metà tra estrogeni e logica funzionale, ma col cuore sono rimasta in Norvegia, dove ho amici e famiglia. Ho sempre una valigia pronta alla porta, una colonna sonora adatta ad ogni occasione nelle mie orecchie e la voglia di scoprire, continuamente. In fin dei conti, il Sommo Poeta già lo scrisse nel XIV secolo: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza
-
-
Ha det bra, Norvegia! Caro Olaf, Ti sarà giunta notizia della mia imminente partenza. Forse lo avevi iniziato a sospettare quando, 3 anni fa, avevo varcato il confine verso l’amica-nemica Danimarca. O…
-
Mamma, ho perso l’inglese! Il 2 febbraio scorso scopro che il Consiglio di Stato ha bocciato la proposta del Politecnico di Milano di organizzare corsi di studi di laurea magistrale e dottorato…
-
In un venerdì di ordinaria follia, mentre tento di raggiungere la mia dolce metà sull’altra sponda del Mare del Nord. “Ma chi me l’ha fatto fare?!” Venerdì, ore 15. Presto, scatta! È ora…
-
Io la Danimarca non la vivo. La sopporto. Il nostro è un equilibrio instabile. E’ come quel vicino di casa che tutti abbiamo avuto almeno una volta: cordiale, sorridente, educato quando lo…
-
E’ Natale e alzi la mano quante di voi lo stanno trascorrendo fuori dall’Italia. La prima volta che dissi a mia madre che non sarei rientrata per le vacanze natalizie ci furono svenimenti,…
-
Kose norvegese o Hygge danese? Trovo interessante, a tratti affascinante, come due lingue sorelle, così simili nella scrittura, utilizzino due parole differenti per esprimere lo stesso concetto. Evitando di inoltrarmi in una…