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“Il bambino con il cuore di legno”: una fiaba per tutti sul potere della memoria

di Emma Fenu

emma-tetti-letture-libriLeggere libri … per ricordarci la nostra storia e la nostra identità e renderci ancora più ricettivi alla cultura della differenza.


“Il bambino con il cuore di legno” è un libro per ragazzi scritto da John Boyne, autore del celebre “Il bambino con il pigiama a righe”, ed edito da Rizzoli nel 2010.

Non si è mai troppo adulti per sospendere l’incredulità e viaggiare con la fantasia nel tempo del mito, un tempo coniugato all’imperfetto, senza essere definito da coordinate temporali e spaziali precise.

Non si è mai troppo adulti per accantonare presente, passato e futuro e penetrare nella magia che comincia dopo aver pronunciato, come un incantesimo, la famosa frase: “C’era una volta”.

Puff!

Non siamo più noi. Torniamo bambini, con il cuore di panna e cioccolato.

Boyne ci racconta la storia del piccolo Noah, di otto anni, che un mattino, all’alba, si allontana volontariamente da casa, per sfuggire ad un dolore troppo grande. Raggiunta una città, avviene l’incontro risolutivo con uno strano giocattolaio che lavora nella propria bottega.

Il titolo, “Il bambino con il cuore di legno”, ci fa comprendere immediatamente il riferimento all’opera di Collodi, che conosciamo fin dall’infanzia. Ma ci sono elementi topici della fiaba stranianti rispetto alle vicissitudini dell’amato burattino e canonici, invece, in altri contesti narrativi.

Il primo è il bosco: esso è metafora del percorso di iniziazione che, attraverso una serie di prove, porterà il protagonista ad acquisire nuove competenze, maturando un processo di crescita e di graduale abbandono delle assolute certezze, ma anche dei limiti all’azione, propri della fanciullezza.

Come per Biancaneve e per Pollicino, anche per il piccolo Noah il bosco sarà territorio liminare dell’impossibile, in cui scappare da un pericolo per poi farvi ritorno da “eroe”.

Il secondo elemento è l’apparente non-sense, ossia lo stravolgimento delle regole che governano il reale. Noah interagisce con personaggi strampalati e buffi che ricordano il mondo di Alice creato da Lewis Carroll: dopo poche pagine dall’esordio, Boyne stesso nomina lo Stregatto, in modo a prima vista casuale.

Le connessioni con quest’ultima fiaba sono notevoli e culminano nel concetto di “tempo” come affannosa corsa contro lo scorrere inesorabile dei secondi, corsa simile a quella del rinomato Bianconiglio.

“Il bambino con il cuore di legno” veicola una morale estremamente attuale e ben fruibile da un lettore adulto. La vita scorre veloce, il tempo passa e la fuga, in ogni sua accezione, non può arrestare il moto delle lancette.

Tic tac. Tic tac.

Attimi che non ritornano mai più.

Tic tac. Tic tac.

Attimi preziosi, da gustare con calma, affinché diventino ricordi.

Chi è di carne e ossa, infatti, invecchia e muore, ma questa finitudine la si sublima grazie al potere della memoria.

Emma Fenu

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2 Commenti

Giovanna 02/07/2016 - 07:42

Bellissima analisi, come tuo solito.
Grazie Emma.

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Emma Fenu 02/07/2016 - 13:18

grazie, molto gentile <3

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