Berlino e le cicatrici del passato
Una delle caratteristiche che più affascinano di Berlino è il suo rapporto con la storia
A fare di Berlino una città piena di fascino sono anche le cicatrici del passato. A differenza di molte altre città europee qui i segni dell’antichità, per come siamo abituati a intenderla in Italia, sono stati brutalmente cancellati. Hanno lasciato spazio ad altre testimonianze, più vicine a noi temporalmente, ferite ancora aperte.
Non ci sono stradine medievali, antichi edifici dal fascino senza tempo o piazze dominate da statue di imponenti figure a cavallo. Ci sono architetture spettacolari – altre decisamente improbabili – capolavori di street art, luoghi dall’aspetto brutale e simboli di un passato recente che è impossibile ignorare.
Il rapporto di Berlino con la memoria la rende assolutamente unica e differente rispetto alle altre città
Unica non soltanto per la mancanza di angoli idilliaci in cui perdersi, ma anche e soprattutto perché qui sono visibili i segni di un passato molto recente e doloroso: gli orrori del nazismo e della guerra fredda. È impossibile esplorare la città senza notare il Memoriale per gli Ebrei assassinati d’Europa, di Peter Eisenman, come anche le pietre d’inciampo, i resti del Muro, il Checkpoint Charlie, Teufelsberg. Vivo a Berlino da più di due anni e mi è stato chiaro piuttosto in fretta che qui la vergogna per ciò che è accaduto è molto sentita. È tangibile nell’atmosfera cupa che avvolge alcune parti della città, è percepibile nelle conversazioni. Molte persone sentono il bisogno di ribadire che quello che è accaduto è un abominio e lo sentono come se ne fossero loro stesse direttamente responsabili.
Un elemento emblematico
A far percepire chiaramente questo aspetto è anche il fatto che qui, a differenza che da noi, non si celebri la liberazione dal regime. L’8 maggio 2020 è stato celebrato il settantacinquesimo anniversario della liberazione del nazismo, ma soltanto a Berlino e soltanto perché si trattava dei 75 anni. Normalmente questa festa non è nel calendario – e i tedeschi, quando si tratta di feste comandate, non se ne perdono una. In Italia il 25 aprile è una festa importante e molto sentita.
Il primo anno che ero qui ho subito notato questo dettaglio e ricordo di averne parlato con alcune persone, sia in Italia che in Germania. Quando ho detto agli italiani che in Germania non si festeggia la Liberazione, la risposta media è stata “beh, ci mancherebbe!”. Quando ho aggiunto “in Italia avevamo il fascismo, eppure non erano tutti fascisti. Credo che neanche i tedeschi fossero tutti nazisti”, il silenzio. Quando ho detto in Germania che trovavo strano che da noi si festeggiasse mentre qui no, la risposta media è stata “beh ma quello che abbiamo fatto noi è ben più grave”.
Io credo che stabilire graduatorie tra colpevoli non abbia alcuna utilità
Quello che mi colpisce molto di questo popolo, che ha le sue contraddizioni – che ancora nel 2021, deve impegnarsi per soffocare rivolte neonaziste – è il profondo senso di responsabilità, la volontà di assumersi le colpe, senza cercare di trovare appigli, senza sconti.
Berlino è una città piena di cicatrici, ma è anche la città di un presente cosmopolita e variegato: quello che ne fa il posto fantastico in cui tutti vogliono trasferirsi, da ogni parte del mondo.
Chi sono
4 Commenti
A me Berlino piace moltissimo, anche se non la trovo la classica “bella città”. E mi piacerebbe tanto tornarci. Visitarla è stata una grande lezione dal passato e un grande spunto di riflessione
Non lo è, ha un fascino tutto suo, molto ruvido. Quando vuoi tornare a fare un giro, fai un fischio 🙂
Ho trovato anche io Berlino affascinantissima e in effetti non me ne spiegavo il motivo, ma dopo aver letto il tuo aricolo credo di aver capito. Il suo fascino non è la bellezza in sé, ma il fatto che sia una città viva e cosmopolita. L’hanno amata molto anche i miei figli eppure erano davvero piccoli al tempo.
Mi fa piacere che l’articolo ti sia piaciuto!