Berlino e i suoi luoghi abbandonati
L’inverno in Germania può sembrare infinito, quindi con la bella stagione la gente si gode l’aria aperta il più possibile. Una delle opzioni è andare alla scoperta di Berlino e dei suoi luoghi abbandonati.
A differenza dell’Italia, qui la maggior parte delle testimonianze storiche appartengono ad un passato molto recente. Quindi quando parlo di luoghi abbandonati mi riferisco principalmente al periodo della Guerra Fredda o al nazismo.
Ce ne sono molti, se siete appassionati del genere è la città che fa per voi. Io non vado matta per un certo tipo di atmosfere, quindi mi sono risparmiata posti come il panificio delle SS, mentre invece ho fatto un giretto a Spreepark e a Teufelsberg. In questi ultimi, per quanto si respiri pur sempre un’atmosfera sinistra e a tratti inquietante, c’è se non altro un po’ di colore, quindi se state cercando un diversivo per rallegrare la vostra domenica, vanno benissimo!
Ovviamente con la pandemia le cose sono un po’ diverse, quindi prima di partire per l’esplorazione, controllate sul sito e verificate che sia possibile accedere.
Spreepark
Si trova nel bel mezzo di Treptower Park. Potete conciliare un giro al parco con relativa birretta, con la visita a questo suggestivo parco dei divertimenti costruito dalla DDR, ormai abbandonato e un po’ tetro. Senza entrare potrete comunque vedere la ruota panoramica arcobaleno e un paio di altre attrazioni.
Teufelsberg (la montagna del diavolo)
A mio parere, è ancora più interessante – oltre che più inquietante. Si tratta di una collina artificiale costruita interrando le macerie della Seconda Guerra Mondiale. In cima a questa collina, durante la Guerra Fredda, gli Stati Uniti avevano costruito un centro di spionaggio da cui ascoltare cosa accadeva dall’altro lato della Cortina di Ferro.
Io ho deciso di andare a visitarla un giorno dell’estate scorsa (2020), dopo il lavoro.
Ho preso la S-Bahn, sarei potuta scendere a Heerstraße e avrei potuto semplicemente seguire la via principale, che affianca quella carrabile nella foresta di Grunewald. E invece ho pensato bene di scendere a Olympiastadion e passare dal bosco (nel senso, dai sentieri). Una passeggiata nella natura, con una bella playlist, era quello di cui avevo bisogno. Mentre mi avvicinavo al bosco, a un certo punto mi è apparsa: la cupola bianca, con la copertura strappata, che svetta come un mostro in mezzo agli alberi. Mentre camminavo sulle note di Sia, ho realizzato di essere completamente sola in un bosco. Niente di male, ma ho deciso che avrei proseguito la gita senza Sia – non si sa mai. Io ho un passo molto veloce, anche in salita, quindi sono tornata a casa ancora con la luce, ma in generale sconsiglio di fare questo giro di pomeriggio, come ho fatto io.
Anche Teufelsberg, come altri posti di Berlino teatro di eventi infelici, è inondato dalla street art e dai suoi colori e ci sono opere davvero interessanti! Appena si arriva, si vede subito un trattore e poi appaiono i vari murales, alcuni con frasi esplicite, altri con colori pazzeschi.
Purtroppo, quando ho visitato il posto, non era consentito entrare nelle torri.
Il tizio chiaramente strafatto che ha cercato di colpirmi lanciando una bottiglia dal tetto, però, mi ha dato come l’impressione che non mi stessi perdendo molto. Non c’era sorveglianza e volendo sarei potuta entrare ma, come si dice, “better safe than sorry”, e vista la compagnia ho preferito evitare. Pur non avendo visto l’interno delle torri e soprattutto non essendo potuta arrivare fino in cima, questo posto mi ha lasciato senza fiato.
È un posto terribile, spettrale, però allo stesso tempo colorato e vivace.
È facile immaginarsi feste e gente che ride, eppure era un centro di spionaggio… ma il bello di Berlino è proprio questo: non c’è un altro posto con la stessa capacità di reinventarsi, di far attecchire qualcosa di nuovo, lì dove prima c’era soltanto morte.
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