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La primavera dura tre giorni

di Laura Saija
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La primavera dura tre giorni

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Sarò forse ancora stanca dall’ennesimo trasferimento. O semplicemente, avendo ripreso il mio vecchio ritmo – che in Africa si era molto rallentato –  ora comincio a sentire la stanchezza.

Certo è che il climate change esiste eccome!

Bruxelles, febbraio: dovrebbe ancora essere pieno inverno.

Due settimane fa le scolaresche si organizzavano per fare sci di fondo sulle Ardenne, una regione di estese foreste dove, nonostante le altitudini non siano quelle delle nostre Alpi, la neve di solito in inverno cade. E invece, cambio di piani.

Dopo un gennaio gelido come in molte altre parti del globo, cappelli e guanti di lana sono stati immediatalmente sostituiti da camicette e gonnelline.

Sembrava un film, la scorsa domenica. Accompagnando un’amica con il bimbo al parco Josaphat, mi rendo conto che tutte le piante sono in fiore. Quelle stesse piante che, meno di una settimana prima, erano ancora dormienti e bruciate dal freddo.

Bello constatare che è già primavera. Peccato che da domani non lo sarà più.

Meteo o meno, certe cose si vedono.

Lo dice il meteo, e ci crediamo tutti. Perché il cambiamento climatico è ormai evidente.

Penso che nei miei 50 metri quadri e un unico armadio per i vestiti, dovrò farci entrare contemporaneamente shorts e giacche a vento. Adottero’ il metodo Konmari anche io. Quello che rattrista è che non sono soltanto natura e animali a risentirne, cominciamo ad avere i segni del tempo pazzo sulla nostra pelle.

Allergie che arrivano quando i miei polmoni ancora combattono l’influenza, senso di spossatezza quando ahimé ancora le ferie estive sono molto lontane. E le api, quelle già così in estinzione, impazzite anche loro. Se non trovano rifugio non produrranno il miele, i fiori o non sono in fiore o lo sono troppo presto quando Maya non è ancora arrivata.

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E poi, l’inquinamento dell’aria, le particelle dannose.

Quello di una grande città dove metà della popolazione ha un’auto aziendale di cui non paga alcuna spesa. Insomma ci vogliamo rendere conto che è arrivato il momento di fare qualcosa di concreto? Il climate change esiste!

Qui hanno bandito i sacchetti di plastica dai supermercati, e nel frattempo vanno alla moda le borsine pieghevoli che ormai si trovano ovunque e di qualsiasi forma. Abbiamo davvero eliminato la plastica da lì per ritrovarla altrove?

Cibo per la mente.

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