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Da Bxl alla Baviera, tra scienza e gita di piacere

di Lidia
Baviera

Qualche settimana fa ben 16 persone (tre femmine, compresa la sottoscritta, e tredici maschi, compreso il professore) si sono divise su tre mezzi e si sono avventurate verso sud per un’escursione geologica di alcuni giorni su un cratere d’impatto.

L’ultimo atto o quasi del mio periodo belga è una “field trip” con il capo, alcuni colleghi e gli studenti di un corso in cui ho tenuto una lezione (per cui ero a tutti gli effetti un’assistente del prof.). La meta é Nördlingen, che visitai con una compagine simile ben sei anni fa, partendo da Vienna invece che da Bxl.

Breve spiegazione semiseria su cosa sia un’escursione geologica: si portano gli studenti in siti d’interesse geologico (ad esempio cave abbandonate o zone remote, più o meno inaccessibile causa vegetazione o assenza di sentieri) ove affiorino delle rocce, si spiegano sul posto i processi che hanno prodotto quanto visto e si raccolgono campioni da studiare in seguito, ossia si lasciano sfogare gli studenti con martelli appositi, talvolta anche con l’uso di scalpelli, per prelevare chili di rocce di cui poi forse alcuni grammi verranno effettivamente analizzati, affidati come tema di tesi a qualche studente di generazioni successive. Nonostante il rischio d’incappare in zanzare, zecche, altri parassiti, vipere, etc., il pericolo di venir colpiti da rocce in bilico o da schegge prodotte dal martello, la possibilità di trovarsi a discutere con la polizia per accesso non autorizzato ad aree chiuse o per l’asportazione di materiale da parchi naturali (esagero, QUESTE COSE NON SI FANNO!), etc., il divertimento é assicurato! S’impara molto più che studiando sui libri e si creano rapporti di profonda fratellanza tra compagni di viaggio, condividendo difficoltà e risate. Devo ammettere che da studentessa non amavo le escursioni, perché le vedevo come una sfaticata con pochi risultati, ma col tempo ho cambiato idea. Nel mio lavoro trascorro le giornate davanti ad uno schermo o in laboratorio, quindi ogni occasione è buona per recuperare scarponi, lente, bussola e martello e sentirsi di nuovo una geologa.

studenti e prof. in escursione

Parte della nostra comitiva con gli occhi incollati su un affioramento.

Abbiamo soggiornato in un ostello ed essendo noi ragazze solo tre ho diviso la stanza con le uniche due studentesse presenti. Per puro caso, anche loro non originarie del Belgio: una ragazza dal Nepal, espatriata con il marito, ed una dal Ghana, entrambe al termine del master in geologia a Gent. Al contrario, la parte maschile del gruppo, eccetto un olandese, era interamente costituita da belgi, per la quasi totalità dalle Fiandre. Tolta la sottoscritta, che in Baviera ha trascorso la primissima infanzia e che da allora la visita regolarmente, ed il mio capo, che ha lavorato in Germania e qui si é recato più volte in escursione, per gran parte del gruppo si é trattato del primo impatto con la cultura tedesca (mi correggo, bavarese). Nonostante Belgio e Germania siano confinanti e le lingue (neerlandese e tedesco) siano tutto sommato simili, ci sono delle differenze di comportamento e mentalità abissali. Le differenze erano maggiormente evidenti per il fatto di trovarsi in un paese, non una grande città, per la precisione a Nördlingen, una deliziosa cittadina medievale, ancora circondata dalle mura storiche interamente percorribili a piedi. Il simbolo del paese è un maialino che sventò un attacco che avrebbe distrutto la città. La storia è narrata ovunque e non vi privo il piacere di leggerla. Di conseguenza, la città é letteralmente tappezzata di statue di maialini, con le fogge più strane, come pubblicità di negozi e laboratori artigianali. Poche persone, pure tra i tedeschi, sanno che questa zona fu colpita da un meteorite di circa 1 km di diametro 14.5 milioni di anni fa. L’evento fu tanto catastrofico da creare un cratere che attualmente ha un diametro di 25 km e da lanciare gocce di materiale fuso fino alla Boemia (le famose moldaviti). A poca distanza da Nördlingen sorge un altro piccolo cratere d’impatto, sulla cui origine le speculazioni si sprecano. Mi fermo perché altrimenti farei un trattato di scienza e questo non è il luogo, ma se vi capita di passare da Nördlingen non mancate di visitarne il museo.

Foto del maialino simbolo di Nördlingen

Il celebre maialino che ha salvato la città.

La riflessione su cui vorrei soffermarmi, invece, é la nazionalità straniera di noi ragazze partecipanti all’escursione.

Questa é stata l’ennesima esperienza di condivisione di una stanza con altre ragazze dedite alla geologia e provenienti da paesi diversi dal mio. Sei anni fa, alla prima escursione a Nördlingen, la situazione fu simile: dividevo la stanza con un’altra italiana ed una polacca, mentre i ragazzi erano prevalentemente austriaci (in quel caso astronomi, non geologi). Perché le donne geologhe ricercatrici sono spesso straniere? Nel nostro gruppo a Bxl, considerando sia l’università fiamminga sia quella francofona, le ricercatrici straniere sono assai più numerose di quelle locali, mentre la controparte maschile è prevalentemente belga. Tra le mie “colleghe” ho un’amica che è stata in Alaska, Sud Africa e Brasile prima di tornare nella natia Pisa. Ciò non vale solo per le italiane! Ci sono tedesche in USA, svedesi in Australia, polacche in Gran Bretagna, etc. Ci siamo spostate per passione o perché in qualche modo costrette da pregiudizi sulle nostre capacità nei paesi d’origine? Gli stessi pregiudizi che talvolta si trovano anche nei paesi di destinazione, motivo per cui i posti a tempo indeterminato nel settore sono ancora rarissimi per le donne. Dopo anni nel campo, non ho ancora trovato una risposta. Mi piace pensare sia comunque il frutto di una libera scelta. La stessa scelta che porta a partecipare ad un’escursione all’estero da straniera, con altre straniere, ad un mese dal termine del periodo in Belgio, vivendo questi quattro giorni con curiosità ed entusiasmo.

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