Io e la mia ciccia conviviamo, tra alti e bassi, da tanto, troppo tempo.
Ci siamo lasciati, a volte, ma lei, implacabile, è sempre tornata, più ingombrante di prima, fino alle punte da record raggiunte non tanto tempo fa.
Eppure, una volta, ero magra. Purtroppo, lo ero all’età di dieci anni: 1.60 mt e 50 kg, le forme al punto giusto.
Ma ai miei tempi, parliamo degli anni settanta, le cose erano diverse, ed andare a scuola dalle suore, dove il mio corpo era considerato da peccato, non aiutò di certo.
I marpioni tipici italiani li trovavo tutti io, sugli autobus, sulla metropolitana e persino al cinema. Incapace di reagire, soffrivo in silenzio.
E, così, il cibo divenne una stampella di conforto, e la ciccia una specie di protezione. Funzionò benissimo visto che in Italia non ebbi mai una relazione!
Da quando sono a Londra le cose sono un po’ cambiate, in quanto ci sono parecchi uomini, soprattutto quelli che piacciono a me, di origine caraibica, che amano le forme abbondanti in una donna, nella loro cultura visto come un segno di ricchezza. Perchè l’abbondanza non sia mai misurata con il giro vita dell’uomo rimane un mistero!
Personalmente, non capisco cosa ci sia di tanto attraente in un accumulo di rotoli di ciccia, che io detesto, ma piace: ad ognuno il suo!
Cosa succede quando la taglia è abbondante? Vediamo un po’.
1. Trovare le collant è mission impossible, altro che Tom Cruise!
Anche chi produce le cosidette taglie abbondanti, o arriva fino alla XL, non ha ancora capito che abbiamo pancia e/o sedere, o entrambe nel mio caso, per cui il bustino deve essere alto e non arrivare a mala pena all’ombelico! La mia soluzione? Gambe nude o gambaletto sotto i vestiti midi, cioè a metà polpaccio, oppure vai di pantaloni!
2. Gli armadi sono pieni di vestiti in taglie diverse.
Quella attuale, quella che manca poco e ci rientro, quella che manco per sogno che ci rientro, quella che un domani mi andrà bene di nuovo ma sono anni che non se ne parla!
3. Guai ammalarsi!
Per il dottore, qualunque male è dovuto al sovrappeso. Ed ogni volta, inevitabile, la domanda: “hai mai pensato di dimagrire?”. No, ma va?!? In ospedale, inevitabilmente, anche la taglia XL della vestaglia è troppo piccola, lasciando esposto il fondoschiena! Per fortuna, si può mettere il proprio pigiama. Si capisce che sono stata in ospedale diverse volte?
4. I posti a sedere.
Sono un’esperta a calcolare se i miei fianchi abbondanti ci stanno su una sedia con i poggia braccia, ma a che servono?; se una qualunque sedia, ma in particolare quella di plastica, è abbastanza robusta per il mio peso; se ci sto nel sedile libero sul treno/bus affollato. Nel dubbio, meglio evitare.
5. Viaggiare in aereo è poco piacevole.
Alcune compagnie hanno dei sedili micro, con poco spazio per le gambe; il bracciolo non ne vuole sapere di stare al suo posto; il sedile di mezzo è da evitare come la peste!; e l’estensione della cintura è un male inevitabile. Non ho ancora capito il motivo per cui il personale di bordo te la passa quasi nascondendola; e, poi, non potrebbero farle un po’ estendibili queste cinture, tipo quelle della macchina? O elasticizzate? Forse non il massimo in caso di incidente ma, tanto, chi sopravvive ad un incidente aereo?
6. Il mal di schiena è inevitabile in quelle occasioni, tipo pub, quando stai in piedi per delle ore.
Quando, finalmente, riesci a sederti/sdraiarti, il corpo ringrazia!
7. Vestirsi è una sfida.
Qui in UK, per fortuna, le taglie sono più abbondanti di quelle italiane. Oltre ai negozi specializzati, tipo Evans che, a differenza di Marina Rinaldi in Italia, non richiedono un mutuo ogni volta, le catene tipo Next, Monsoon o Marks&Spencers (M&S), arrivano fino alla 22 (54) o 24 (56), oppure hanno le proprie linee plus. Peccato, però, che queste ultime propongano solo fiori ovunque o colori accesi o vestiti assurdi, totalmente inadatti a chi, come me, lavora nella City!
Io riesco a vestirmi in modo “accettabile”, scegliendo capi elasticizzati, fantastici i pantaloni di M&S, oppure abiti e gonne svasate, A-shape, come si dice da queste parti.
8. Prima o poi, in un ambito sociale, qualcuno parlerà di dieta.
In genere, sono quelle ragazze/donne stecchino, che invece di dimagrire dovrebbero pensare a mettere su qualche chilo! Io ascolto, sorridendo sorniona, mentre mentalmente mando tremila accidenti!
9. Stesso discorso vale per i familiari.
Mia mamma, nelle chiamate su FaceTime, se ne esce subito con “ciccina” o “cicciona”, come due giorni fa! Seguono le domande: “ma come mai?, cosa è successo?, ma quanto mangi?”, e via dicendo. Di persona, controlla quanto mangio ad ogni pasto, commentando: “ma cosa vuoi diventare?”. Capirete perchè, nonostante mi faccia piacere passare le mie imminenti vacanze estive con lei, inorridisco al pensiero di cosa mi aspetta.
10. Sorrido sorniona, ancora una volta, quando la gente rimane stupita nel vedere che i miei figli sono meravigliosamente “normali”, in termini di peso.
Cercano di non darlo a vedere ma so che lo pensano, perchè sembra impossibile che una mamma “cicciona” abbia una prole che non lo sia!
11. Il caldo è il tuo peggiore nemico.
A Londra, per fortuna, non lo fa mai tanto ma quest’anno è l’eccezione, con temperature tropicali. Andare in giro sbracciata mette in mostra le braccia non proprio sottili; i piedi si gonfiano tipo omino Michelin; esci dalla doccia e sei sudata entro due secondi; il reggiseno diventa uno strumento di tortura.
Be’, ma allora, perchè non dimagrisci, già vi sento dire? Ve la passo, care lettrici e lettori. Non è così semplice.
È vero, chi è in sovrappeso, nella maggior parte dei casi, lo è perchè mangia molto, e male. Questo è il mio caso. La mia tiroide funziona in modo regolare, non prendo farmaci a base di steroidi, non c’è nessun agente che contribuisca alla mia mole. Non sono bulimica nella definizione classica, cioè non provoco il vomito appena mangiato. Quello che va giù, giù rimane, distribuendosi equamente nel corpo.
Di diete ne ho fatte tantissime, perdendo sempre peso, anche tanto.
Ma sono sempre fallite, ad un certo punto. Non vi sto ad annoiare sul perchè. Sappiate solo che noi ciccioni sappiamo benissimo quali cibi mangiare e quali evitare, senza avere bisogno di dietologi e compagnia bella; è che la scelta, spesso, va al di là del semplice motivo nutrizionale.
Perchè, allora?
Il cibo, per me, è un compagno fidato, sempre disponibile, che non tradisce mai. Come detto in apertura, è la stampella alla quale fare ricorso quando ti prende l’ansia o l’arrabbiatura. È, soprattutto, un’auto-punizione e qualcosa di complesso che richiede di più di una semplice dieta. Inoltre, mentre nelle altre dipendenze, tipo alcol, puoi arrivare ad una soluzione dove elimini la “stampella”, con il cibo è più difficile, in quanto esso stesso è sostentamento.
Nel mio caso, la mia ciccia è uno strumento di protezione, e di auto-punizione, da tanti, troppi anni.
Che, però, non mi ha mai fermato: ho praticato sport, pallavolo soprattutto; ho viaggiato; sono diventata mamma; ho avuto un (ex) marito ed un (ex) compagno; ho fatto carriera.
Sono convinta che la mia anima abbia voluto vivere la mia esperienza terrena in questa forma per potersi arricchire.
Il motivo lo scoprirò quando sarò tornata allo stato di anima. Non sono impazzita improvvisamente, credo solo che prima di scendere su questa terra decidiamo, tra le altre cose, anche in quale forma farlo. Ne ho già parlato in un altro articolo, “Quando l’attrazione è fatale”.
Credo che la mia anima debba ora vivere un altro tipo di esperienza, senza questa gabbia protettiva. Liberarsene non sarà facile ma è giunto il momento.
Insomma, cara ciccia, ti dò il benservito: è giunta l’ora di lasciarci, per sempre.
Elena – Londra
Chi sono
8 Commenti
Cara Elena, mi sono riconosciuta, dolorosamente, in tutti i punti, nessuno escluso.
In più vivo in un posto dove sembrano tutte magre e senza cellulite.
I tuoi figli sono bellissimi.
Dove vivi Annalisa?
Grazie, loro mi sono “venuti” bene! 🙂
ciao,
Elena
Ciao Elena, se può consolarti io sono una di quelle con i problemi alla tiroide che per essere normalmente in salute con il mio BMI devo stare attentissima (purtroppo) a tutte le calorie ammazzandomi di sport, e da quando sono a Londra ho notato che il cibo è molto più calorico, più grasso e forse più disponibile anche (deliveroo, negozi aperti 24h ecc ecc) che non aiuta.
Questa città è un po’ così, con il cibo italiano ti senti a casa, con il cibo etnico fai amicizia e si possono provare cose nuove ogni giorno!
Però se vivi questo rapporto così conflittuale ti consiglio della meditazione o della terapia, perché essere “cicci” perché ci piace è un conto, ma avere tutti questi pensieri è sintomo di poca relazione e stima del nostro corpo.
Vedrai che appena inizierai ad accettarti ed amarti, tante cose cambieranno, prima di tutto imparerai che il tuo corpo può fare cose magnifiche se lo ascolti.
Ciao Emma,
vero, a Londra c’e’ una scelta, varieta’ e disponibilita’ che 20 anni fa mancava. Ed io allora facevo piu’ sport! 🙂
Forse non e’ chiaro dal mio articolo che a me essere ciccia non piace per niente; terapia e meditazione ne ho fatta tantissima.
E grazie all’ultima provata che faccio questa dichiarazione perche’, come dici tu, il primo passo e’ volersi bene.
Ciao,
Elena
Io ero ingrassata molto causa cortisone, trasferte di lavoro (quindi mangiare male) e altre piccole cose. Sono a dieta da fine Aprile e ho perso parecchio, ma se ti può consolare quando sei a dieta, nonostante io mangi il triplo di prima, ci sarà sempre qualche imbecille che metterà bocca sulla questione. Quando si parla di cibo e peso tutti pensano di poter dire la loro, non solo i medici.
Verissimo! complimenti per il progresso!
ciao,
Elena
Io fin da piccolissima ho sempre combattuto questa battaglia (prima dieta all’età di 9 anni ) e l’effetto fisarmonica è perpetuo alle volte mi sfinisce e demoralizza poi riprendo in mano la situazione e si rincomincia riordinando le priorità mettendo me stessa davanti a tutto .
Capisco perfettamente quando parli dei medici ,il body shaming che ho subito e che subisco da questa categoria è intollerabile .
Ciao Tiziana,
ti auguro di uscire dalla spirale che, come hai detto tu, e’ proprio demoralizzante. Un abbraccio!
Ciao,
Elena