Il Perù e un paese grande, per cui le usanze sono diverse a seconda della regione, ma ovunque il carnevale è una festa ben amata da tutti .
Qui nella regione del Cusco, la terra dei famosi Inca, la festa dura quasi una settimana. Ci sono sfilate in costume, carri, musica fino alle 4 del mattino, ballo e molta frutillada e chicha. Più o meno come a casa mia, Trieste, solo che i costumi qui sono i costumi tradizionali delle comunità, niente mickey mouse, pockemon o cars per capirci, bensì i tipici vestiti da festa delle comunità di montagna locali, che sono appunto quelle che sfilano nei paesetti e nella città. E poi questa bibita speciale, di color rosa o anche giallastra, che si serve in bicchieroni di vetro, bicchieroni da litro, serviti in case private che si riconoscono per un palo di legno che spicca fuori dalla porta, all’altezza della tua testa, e con all’estremità sistemate due borse di plastica, una rossa e una bianca.
La domenica di carnevale sono entrata in uno di questi posti…sembrano delle vecchie cantine, un po’ scure, un po’ con forte odore d’alcol, fai due scalini e stai in questo spazio…una specie di osmizza triestina, circondata da gente locale, nonni e nonne, ciascuno con il suo bicchierone extra large.
Hernan è di questo paese, quindi mi fece entrare e ordinò una super bibita rosa anche per me. Di solito non mi fido a bere le cose locali, però questo carnevale Inca mi ha ricordato molto il carnevale di casa mia e mi fa sentire “local” nella Valle Sacra degli Inca, così come sono local sul Carso triestino, dove beviamo un buon vino nelle osmizze. Perciò sentendomi tranquilla bevvi la mia super frutillada: un litro di mais fermentato mescolato con frullato di fragola. Tutte le persone in questo posto hanno ciascuna il suo bicchierone di bibita rosa o gialla. La bevanda gialla è mais fermentato puro, quella rosa è la stessa ma mescolato con fragola. E’ una bibita dal sapore un po’ forte e alla fine la metà della mia l’ ho fatta bere a Hernan. Una volta che i due bicchieri sono rimasti vuoti ci siamo rimessi in piedi, per tornare alla festa in piazza. Hmm…mi gira un po’ la testa ma è carnevale, va bene stare un po allegri. Divenni molto socievole quella domenica, parlai con tutti e mi misi nei posti piu hippie –dove normalmente non mi metto- e quasi rimasi fino a chiusura dentro il locale degli hippie. Quando arrivò la notte però, non mi sentii molto bene, il mio stomaco era in subbuglio. Passarono i giorni ma non migliorai. Sono contraria alle medicine non naturali, così decisi di visitare un amico curandero.
Amica mia, cosa hai mangiato o bevuto in questo giorni? Mi chiese.
Molto rilassata, raccontai che avevo provato la Frutillada.
Aham, esclama Oscar, il curandero.
Ma come ti è venuto in mente, non sai che anche molti locali si ammalano dopo aver bevuto la frutillada?
Risposi che non ne avevo idea, mi sentivo come a casa, e se questa era la bevanda del carnevale Inca, allora la dovevo provare. Mi disse che questa non è cosa da curandero, dovevo andare alla farmacia a prendere delle pastiglie e che sono stata molto incosciente ad azzardarmi a bere la famosa frutillada, perchè può essere molto pericolosa, soprattutto una domenica di carnevale e per uno stomaco non peruviano – e io peruviana non sono!.
Adesso è passata una settimana dalla magica bevanda. Le medicine mi hanno rimesso a posto :-), posso finalmente mangiarmi un bel piatto di spaghetti al pomodoro e basilico, slurp slurp!