Caro amico ti scrivo
Vivere da espatriati può essere a volte difficile.
Lontano dagli affetti, lontano dalle abitudini, lontano da chi ci capisce e chi ascolta pazientemente i nostri sfoghi.
Da chi ci conosce e ci ama cosi’ come siamo.
Si vorrebbe gettare in mare una bottiglia con al suo interno un messaggio scritto a lettere cubitali: “HELP!”, ma poi a che cosa servirebbe?
Così si cerca di sopperire alla mancanza aprendo un blog, diventando assennati commentatori di gruppi facebook specializzati, affidando le nostre paturnie ad infiniti messaggi vocali su whatsapp – per poi scoprire che il ditino si è spostato e non si è registrato nulla. (E per poi scoprire, dopo mesi e mesi in cui si postpone l’aggionamento dell’app che ora non è più necessario tenere il ditino premuto.)
Ma a volte tutto questo non basta e l’insoddisfazione rimane, specie per le persone riflessive come me che tendono a chiudersi.
Come fare ad esprimersi, a riflettere, a mettere insieme i pensieri, smettendo di scrollare i feed dei nostri social network per evitare di guardare in faccia le proprie paure?
La mia risposta è, da un po’ di tempo a questa parte, prendere carta, penna, ritagli di giornale, adesivi e colori.
Sporcarmi le dita, fare collage, scrivere frasi poetiche senza senso o innumerevoli pagine di fantasie.
Ho iniziato decorando la mia agenda del 2018, cercando di appuntare tutti gli eventi, le emozioni, le priorità attese, disattese e gli obiettivi raggiunti.
Poi ho preso quadernini di ogni foggia e dimensione e appuntato le frasi che più mi colpivano raccolte in ogni dove ed infine, recentemente, ho ritirato fuori una vecchia passione: quella della scrittura delle lettere.
Guardandomi intorno, mi sono accorta che non sono l’unica ad aver riscoperto questa passione, ma negli ultimi anni stiamo assistendo ad un vero e proprio boom dello snail mail. Basta cercare attraverso l’hashtag per rendersi conto della portata di questo trend.
Mail è lettera.
Snail viene da lumaca e richiama la lentezza, l’attesa, l’affidarsi al fato (non abbiamo nessuna certezza che la nostra lettera arriverà a destinazione), la cura nella preparazione del messaggio che si vuole recapitare e anche il ritorno alla scrittura a mano, che necessita di più tempo rispetto alla scrittura su tastiera.
Vuole dire anche mettere da parte l’impazienza di sapere se il destinatario avrà apprezzato o meno le nostre parole: altro che due spunte verdi, per fare un piccolo esempio, una lettera dal Marocco viaggia per ben un mese prima di arrivare in Italia.
Due anni fa, una cara amica affidò proprio a questo mezzo il compito informarmi della notizia che fosse in dolce attesa. Ecco, attese impazientemente che la lettera mi arrivasse per circa un mese, per poi decidersi a inviarmi un video messaggio per email.
Nonostante la sua dubbia affidabilità, mi sono resa conto dei molteplici benefici.
Negli ultimi anni, per esempio, dopo una giornata al pc in ufficio faccio davvero fatica a mettermi a scrivere una mail o un post, soprattutto perché non mi sembra di dedicare del tempo a me stessa ma, al contrario, ho l’impressione di stare ancora lavorando.
Quando mi decido che è arrivato il momento di inviare il mio contributo a questo sito, per esempio, prima di accedere butto giù almeno una bozza con le idee principali su carta.
Con il tempo, infatti, mi sono accorta che non vedo l’ora di mettere le mani sul mio quadernino e, con la tazza da tè di ordinanza sul tavolo, riempire di parole le pagine vuote.
E a chi scrivo? A chi si scrive?
Io spesso scrivo agli amici in Italia o alla mia famiglia, mentre a volte mi lancio con perfetti sconosciuti.
Esistono pagine facebook, gruppi, siti dedicati o anche appelli su instagram dove si possono trovare corrispondenti. Ce ne sono alcuni dove la persona a cui dovrai scrivere ti viene assegnata tramite un sorteggio, poi non ti resta che leggere le sue informazioni e cercare di indovinare che tipo di lettera gli piacerebbe e quale tipo di “goodie” – cioè dei piccoli regalini come adesivi, ritagli, cartoline, mail tags, bustine di te e tanto altro – potresti inserire.
Vi assicuro che è molto liberatorio scrivere ad uno sconosciuto. E’ una storia che si scrive da zero, dove possiamo decidere di togliere ogni maschera ed intraprendere un percorso che forse, ci farà conoscere meglio noi stessi e il nostro valore, dovunque nel mondo la nostra vita ci avrà portate.
Chi sono
4 Commenti
Stupendo articolo, abbeaccia in pieno la mia idea che la creatività per certi tipi di persone sia un bisogno primario che ti salva letteralmente dal continuo ripetersi della quotidianeità, dallo stress e dalle tensioni di un periodo difficile. Da expat lo considereró sicuramente!
Ciao Roberta, grazie!! Sai, rileggendo le mie pagine, sto anche imparando ad essere più indulgente con me stessa da una parte e riflettere rispetto a ciò su cui voglio davvero puntare.
La scrittura a mano e scrivere lettere a perfetti sconosciuti…bello…prendiamo nota e lo facciamo anche noi, ASAP. Grazie per la condivisione e gli spunti interessantissimi, kissez 🙂
Dare senza necessariamente ricevere, chi ce l’ha insegnato? 🙂