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La casa dei ricordi

di Marianna - Edimburgo
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La casa dei ricordi

L’altro giorno ascoltavo della musica mentre lavoravo e, per caso, sono tornata indietro al 2005, forse 2006.

E’ stato un vero e proprio tuffo nel passato, nella mia vita di allora, nel mio corpo di allora, nei miei vestiti, nella mia casa e nei miei sentimenti e emozioni.

E’stata un’emozione grandissima rivedere quella ragazza, l’avevo quasi dimenticata.

Eppure mi ha fatto compagnia per tanto tempo, abbiamo condiviso risate e pianti, scoperte e avventure, amici e viaggi, amore, amore e ancora amore da stare male,.

E poi quel senso di libertà che avevamo tanta voglia di sentire.

Quella ragazza era proprio bella, ma lei non lo sapeva, era troppo attenta agli occhi di chi la guardava che non riusciva a vedersi attraverso i suoi stessi occhi:  se avesse potuto sarebbe stato tutto molto più facile.

Quella ragazza amava ballare, amava cantare, le piaceva l’arte in generale, disegnava, amava consigliare le persone che amava e amava le persone, tutte, non ha mai visto le differenze, ha sempre notato le uguaglianze, in un mondo che cominciava a mescolarsi.

Aveva 25 anni ed era la mia migliore amica ma non lo sapevamo entrambe, e non ci siamo trattate sempre benissimo, anzi.

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Tante volte non mi ha ascoltata, e tante volte non l’ho fatto io, tante volte aveva bisogno che le facessi vedere quello che lei da dentro i suoi casini non riusciva a cogliere, e tante volte avrei avuto bisogno della sua compagnia e delle sue energie per cambiare pagina e ripartire da zero.

Ora non so dov’è e, a dirla tutta ne sento la mancanza.

Vorrei poter passare qualche giorno con lei e rivisitare il mondo dei ricordi, soffermarcisi un po’ per rivedere quelle due persone.

Finire quei discorsi, ripercorrere quelle strade, re-indossare quella maglia bianca con la quale ci sentivamo giuste, farle quelle domande scomode che non abbiamo avuto il tempo di farci, continuare quel percorso e interromperne un altro.

Quante cose lasciate in sospeso, e quanta voglia di continuarle e finirle.

Nella casa dei ricordi lei è diventata padrona del suo tempo, forte e indipendente, l’ha fatta pagare a chi le ha fatto del male, si è ripresa quello che era suo con giustizia e mai prepotenza, è diventata quella persona che così tanto voleva essere per poi lasciarla a Londra, ed è andata in giro per l’Europa.  In ogni città ha imparato un lato nuovo e diverso del suo carattere.

Vorrei sedermi ad un tavolo, bere un caffè e guardarla dritto negli occhi, e chiederle:

dove sei adesso?  Cosa fai? Chi ami? Con chi vivi? L’hai fatto poi quel viaggio da sola? Hai ancora paura di dormire da sola o sei riuscita a bastarti per addormentarti?

Le vorrei poi dire che, se vuole, io adesso ci sono e ho tantissima voglia di starle vicino e darle quel tempo che non riuscivo a darle 15 anni fa.

Non la perderei ora, saprei tenerla vicino e saprei ascoltarla, le farei vedere le cose che le sono sempre piaciute, le eviterei perditempo e narcisi da strapazzo, e le farei scovare quello giusto, presto, nuovo e autentico, senza passare alla fiera del falso, dove tutto è quello che non sembra ed è facile restare fregati.

Le direi che diventare madre stravolge la vita, le direi che non è mai tardi per capire chi si è, e che se lo capisci a 40 anni è meglio che non capirlo mai.

La rassicurerei sul fatto che, se è vero che la vita è una, allora vale la pena fare tutto quello che si sogna, almeno 100 volte, per portarsi dentro le sensazioni che accompagnano un’esperienza e non lasciarle mai.

Mi manchi! Torna a parlarmi, torna a colorare il mio cuore di sfumature, torna a guardarmi negli occhi.

Ora li guarderei bene quegli occhi, non distoglierei lo sguardo per tirare avanti. Sol quella ragazza  può condividere quel ricordo favoloso di quella passeggiata a mezzanotte accompagnata da “Ain’t no sunshine” cantata solo per lei, oppure quando quella porta si è chiusa portandosi dietro un periodo della vita che non sarebbe mai più tornato;  o anche quando, un sabato, non era sufficiente per andarsi a sperdere nel mercato più matto della città per ore e ore, senza averne mai abbastanza.

E’ bastata una canzone per farmi tornare da te e vorrei imparare il trucco per rivederti ogni volta che ne ho voglia.

Mi aspetti nella casa dei ricordi? Arrivo, prima o poi…

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