Ebbene sì: sono una casalinga al momento.
E di quelle che cucinano sul serio, per di più.
Sembra una cosa da nulla ma, per una come me a cui non piaceva cucinare, si tratta di una grande svolta.
Per i compleanni in famiglia o per le grandi feste mi piaceva fare il dolce. Al massimo, aiutavo mia mamma a fare le lasagne piuttosto che i cannelloni, insomma piatti “non da tutti i giorni”. Per il resto, trovavo noioso cucinare.
Mi spiego meglio. Non ho mai avuto né la fantasia per mettere insieme due o tre pietanze per pasto né, soprattutto, la pazienza di mettermi ad imbrattare pentole e pentoline. Soprattutto visto che in genere, quando mi mettevo all’opera (nelle case turche dove ho vissuto negli ultimi anni senza mamma), ero sempre affamata! Altro che preparare, far riposare 30 minuti, mescolare, aggiungere al composto…
Ora cucino, non più solo purè o pasta o riso in bianco. Cucino torte salate con o senza pasta sfoglia, piatti a più strati, dolci con ripieno, torte in padella e così via. Inoltre ho da poco il forno, mi mancano ancora mixer, affettatutto, mezzaluna, mattarello e tutte le macchine o gli attrezzi che in genere rendono più facile mescolare o sminuzzare o amalgamare eppure mi piace e mi diverto.
La fantasia sta pian piano arrivando. Su consiglio del mio fidanzato ho fatto una lista di tutte le cose che ho provato a cucinare. Così, quando non ho idee, attingo dall’elenco (non ho ancora il libro di cucina). Mano a mano ne aggiungo di nuove, anche se ormai mi sono buttata e ho quasi sempre un sacco di pietanze da sperimentare tra i preferiti di Google. Grazie al cielo esiste internet!
Come è successo il miracolo?
Da quando ci siamo trasferiti in questa nuova casa non in condivisione, ho una bella cucina esposta al sole dove sperimentare e imbrattare tutto.
E Barış ha iniziato a lavorare. Di conseguenza sono sola a casa fino a quando lui non torna affamato la sera. E la forza dell’amore direi, fa il resto. Lui ama cucinare ma, lavorando, non è semplice. E ormai anche io volevo mostrargli cosa so fare. Nelle ultime settimane ha anche cominciato con le richieste di piatti turchi semplici e non (a breve vi posterò alcune ricettine).
Preparare la cena per noi e il suo pranzo per il giorno dopo da portare al lavoro mi tiene occupata circa tre ore al giorno.
Cosa faccio il resto del tempo? Non ci crederete: sono quasi sempre di corsa.
Non appena Barış ha iniziato a lavorare, suo figlio Çağatay è venuto in vacanza qui per quasi tre settimane. Le scuole infatti erano chiuse. Di conseguenza, le giornate volavano tra cartoni animati, una cucina semplice “da bambino”, giochi, tante pulizie e corse al parco. E non ero sola. Poi Çağatay è tornato a Fethiye dalla mamma ed io sono rimasta a casa spaesata. Era inizio febbraio, faceva ancora freddo. Pulivo casa, cucinavo qualcosa (ma non ero ancora così gasata), giocavo un po’ con il telefono, e poi? Poi contavo il tempo che mancava al ritorno di Barış.
Una sera, vedendomi triste, il mio fidanzato mi ha chiesto cosa volessi fare durante il giorno. Il giorno dopo mi ha portato ad iscrivermi in palestra e mi ha comprato, a sorpresa, due libri di Mandala da colorare, con tanto di matite lussuose. Sapeva che mi piacciono molto questi libri rilassanti per adulti, e che il mio era rimasto in Italia durante l’ultimo trasloco. Ho iniziato a colorare e, lentamente, a pensare di avventurarmi in palestra: è enorme, e strapiena di gente e corsi che in Italia non avevo ancora provato.
Ora le cose sono un po’ diverse. Non appena lui esce di casa (a seconda dei turni pranzo o mattino), chiamo mia mamma e ci facciamo la nostra chiacchierata giornaliera di un’oretta.
Poi comincio a pulire e lavare, faccio la spesa (quasi tutti i giorni) e mi metto a cucinare. Siccome sperimento spesso qualcosa di nuovo, ho ancora le ricette sparse tra un sito e l’altro o tra foto inviate da mia mamma, o ancora tra fogli che pian piano sto riempiendo di appunti. Quindi già solo la ricerca di ricetta e ingredienti richiede ancora tempo.
Una volta terminato di cucinare, ripulisco la cucina da cima a fondo e mi preparo per la palestra, dove vado 4-5 volte a settimana. Per non pagare il biglietto del pullman almeno all’andata, vado a piedi, il che richiede una cinquantina di minuti di strada. Quindi, in genere, dopo essermi preparata parto zaino in spalla e musica nelle orecchie. Scendo in città (noi siamo in collina) fino al centro commerciale dove c’è la palestra. Alle 18 inizia il mio corso.
Lascio la palestra verso le 20.20 e rifaccio un pezzo di strada a piedi (15 minuti scarsi) per prendere il pullman. Arrivo a casa poco prima di Barış, tutta piena di adrenalina e affamata come non mai. Anche perché, con tutto quello che cucino, non preparo mai qualcosa per me e mi limito a fare assaggini qui e là.
Dopo aver scaldato la cena, che sparisce troppo velocemente, lavo i piatti. E poi preparo il “baracchino” per il giorno dopo per Barış. Infine: relax. Carte, televisione, telefono. O, nell’ultimo periodo, quiz in turco di scuola guida.
Il mio fidanzato sta infatti frequentando il corso per la patente. Non avendo potuto seguire le lezioni a scuola a causa del lavoro, ogni sera una serie di quiz ci faceva compagnia. Almeno fino a quando non crollavamo addormentati sul divano.
Per fortuna la scorsa domenica ha dato l’esame e almeno la teoria ce la siamo tolta (92%).
Quando non vado in palestra, accompagno Barış al lavoro e poi sbrigo varie commissioni, oppure faccio “shopping economico”, dal momento che è arrivata la primavera e non abbiamo nulla di non invernale.
Una casalinga senza figli, senza macchina, senza molti amici ma con una vita piena: questa sono io. In attesa del matrimonio, per poi andare a vivere in Italia. Una volta là, finalmente, non dovrò più preoccuparmi di quanti capi d’abbigliamento ho da mettere in valigia “al ritorno”. O di dove lascerò pentole, piatti, coperte, forno e accessori vari.
Sono una casalinga felice! 🙂
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