Se dovessi descrivermi con pochi aggettivi, mi definirei ottimista, disordinata (mia nonna me lo ripete stile mantra), determinata e decisamente amante dell’avventura. Mi piacciono i cambiamenti in quanto mi permettono di scoprire nuovi aspetti di me e cerco di mantenermi il più alla larga possibile da coloro che fanno del gossip un aspetto fondamentale della propria vita. Dai 16 anni, spesso, ho avuto un trolley alla mano o uno zaino in spalla ed ho alternato gli anni in Italia a quelli negli Stati Uniti ed in Australia ma mai, e dico mai, avrei pensato all’Africa come ad un continente che si potesse chiamare casa. Ma andiamo con ordine. In Italia ho un lavoro che mi piace, un sudatissimo posto pubblico che svolgo da circa sei anni.
In fase di selezione concorsuale, ho dovuto sottopormi anche ad un test psicoattitudinale. “Lei ha viaggiato molto: non ritiene che si possa annoiare qui tra qualche anno?”. Bingo, quella psicologa sapeva il fatto suo. Cioè, io non mi annoio, ogni giorno al lavoro è diverso dall’altro e mi piace l’aspetto relazionale della mia professione…tuttavia, non sono solo quello. Valentina è anche altro e mi piace esplorare quelle altre sfumature di me – mi fa sentire viva. La fase decisionale è durata un anno. Ho riflettuto, mi sono arrabbiata e quasi arresa ma alla fine sono arrivata ad una conclusione ed eccomi qui con un un visto tra le mani ed un biglietto per Cape Town. Ho cambiato ente e ridotto l’orario lavorativo passando ad un part time verticale, obiettivo: dottorato di ricerca. Non so esattamente a cosa mi porterà, ma una cosa è certa: il mio cuore e la mia mente sono aperti per quest’avventura fantastica. Mia madre, a parte il primo momento di scompenso, ora se la ride sotto i baffi ed ha festeggiato con me l’arrivo del visto mentre le mie amiche non vedono l’ora di ascoltare i miei racconti gypsy . Poi c’è Andrea, mio marito.
Io ed Andrea siamo una coppia “diversa”, siamo fatti di amore indipendente. Lui è un surfista ed ha con il vento e l’oceano un rapporto d’amore molto più lungo del nostro. Qualcuno ci ha definiti gli eterni Peter Pan…che fosse un appunto? Non so, ma non potevo scegliere compagno di vita migliore. Dai deserti dell’Australia, alle risaie di Bali, al campeggio sotto le stelle africane, insomma.. io sorrido alla vita, è molto generosa con me.
Perché ho pensato di entrate nel team “Donne che emigrano all’estero”? Per diversi motivi, ma due sono i principali: sicuramente perché ritengo che la condivisione di esperienze sia uno dei modi migliori per spolverare il coraggio ed il potenziale che è in ognuna di noi e poi perché mi piacerebbe che qualcuno, leggendo la mia esperienza, potesse dire: “If she can do it, I can do it!“.
Sono contenta, onorata e pronta a condividere le mie emozioni con tutte voi. Stay tuned!