Un anno in Danimarca
Domenica 11 ottobre è stato il mio anniversario con la Danimarca.
Un anno nel paese più felice del mondo, un anno lontano dall’Italia.
E’ stato inevitabile fare il punto della situazione ed ho realizzato con un po’ di stupore che quest’anno è volato.
Nonostante la noia del buio inverno, del freddo e della pioggia, è stato un anno talmente pieno di emozioni che i giorni son passati. senza che alla fine io ne prendessi coscienza. I miei sentimenti per questo paese durante l’anno trascorso qui, sono stati un continuo sali e scendi, è stato come vivere in un ottovolante di emozioni, ed ancora è così.
Ho passato giorni in cui ho amato questo paese, in cui mi sono sentita fortunata, addirittura privilegiata a poter essere qui, altri in cui mi sono sentita in trappola, sì, in trappola: perché alla fine, la scelta della mia famiglia di venire qui, non è stata proprio una scelta. E’ stata quasi una forzatura, l’ultima chance per poter sopravvivere, e quando mi ritrovo a vivere diversi giorni di fila con la pioggia, il buio magari accompagnati anche da tutta una serie di episodi che mi portano a provare un senso di estraneità, provo quella sensazione del sentirmi in prigione, obbligata a vivere dove non voglio.
Ho imparato però in questo anno a non dare troppo peso a questi miei stati d’animo, perché so che sono solo momentanei, basterà una giornata di sole e tornerò di nuovo a sentirmi una privilegiata, a fare progetti per un futuro, per un futuro qui, in questo paese che mi fa vivere le montagne russe emozionali!
Anche quando ero in Italia c’erano giorni in cui odiavo un po’ la mia vita, in cui non mi piaceva il posto in cui vivevo, però credo che la differenza nel vivere queste sensazioni era nel fatto che nonostante tutto, io sapevo di appartenere a quel posto, sapevo di appartenere all’Italia, quindi alla fine anche se tutto non era perfetto andava bene lo stesso per quella era “casa mia”.
Qui mi manca quel senso di appartenenza, quindi quando provo quelle emozioni è difficile dirsi “è così, che ci vuoi fare”, non sento di appartenere a questo posto, quando mi guardo intorno continuo a sentirmi un’aliena, quindi nei giorni no è la voglia di scappare via che prevale.
A volte sento parlare altri expat, li vedo così ben mimetizzati nel loro nuovo habitat che provo un po’ di invidia, solo un po’ perché credo anche che essere diversi sia un ricchezza, però invidio la sensazione di pace che provano e il fatto che siano sicuri di come andrà la loro vita. Devo imparare a farmi forza della mia diversità, e non viverla come qualcosa che mi limita. Ci riuscirò…. piano piano ci riuscirò….
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