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Pelo e contropelo: la ceretta in terra straniera

di Silvia
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Pelo e contropelo: la ceretta in terra straniera

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Oggi vi racconto una storia tragicomica che si ripete ad ogni espatrio e che accomuna molte donne expat.

C’era una ragazza che aveva chiesto a Madre Natura di essere gentile con Lei, non pretendeva tanto.

Disse che le sarebbero bastate una taglia 42, così da poter trovare le grandi marche a prezzi da campionario, un décolleté pieno ma non esagerato e una quantità inversamente proporzionale capelli-pelo. Invece Madre Natura quella volta era ubriaca, ha usato la bacchetta magica storta e l’ha creata burrosa e morbidosa, con un décolleté stile coppa di champagne e con una folta chioma, che tuttavia non sta solo in testa.

Questa giovane donna un giorno ebbe la brillante idea di espatriare e dovette quindi abbandonare la sua fantastica estetista di fiducia, ritrovandosi a dover sacrificare ancora una volta lo spazio in valigia a favore di uno strano marchingegno di plastica e alluminio, contenente un barattolo con uno strano liquido appiccicoso ma efficace.

Lui e Lei insieme, sempre e dovunque. Roba da fare ingelosire pure un ipotetico fidanzato.

Sono passati una manciata di anni da quando quella giovane donna mise piede per la prima volta in un centro estetico all’estero. Lei, convinta che quei luoghi fossero degni dei migliori trattamenti di bellezza naturali e super fighi, restò ben presto delusa e traumatizzata dalle signorine acchiappa peli.

Un giorno prese coraggio e decise di andare in avanscoperta alla ricerca di un centro estetico che le ispirasse tanta fiducia e poco dolore.

Cammina, cammina, ne adocchia uno che non sembrava poi così male, e dopo aver fatto un numero non ben definito di giri dell’isolato alla ricerca della convinzione, si diede qualche pugno in faccia ed entrò.

Ritrovandosi davanti la mamma, la figlia e la zia, tutte e tre estetiste, cercò di spiegar loro, a gesti, le sue esigenze. Queste la fecero accomodare in una stanza, dove assieme al canonico lettino comparivano quadri con svariati ritratti dell’allegra famigliola.

Inutile precisarlo: lei non parlava turco, loro non parlavano inglese. Tuttavia pensò che tanto non c’era bisogno della lingua: i gesti sarebbero stati più che sufficienti.

Accadde che le strisce per strappare erano lunghe almeno 70 cm, che per estirpare la zona bikini ci mancò poco che la malcapitata non finisse in ospedale, e che dopo una settimana aveva già la ricrescita, di cui buona parte sotto pelle, accompagnata da una buona dose di rossore.

La giovane temeraria non si fece scoraggiare da un primo tentativo fallito e decise di tentare un secondo colpo in un salone di fronte casa: manco a dirlo, anche qui dovettero capirsi a gesti.

Per la prima volta le sue sopracciglia furono torturate con il filo. Una (dolorosissima) figata e pure quasi inutile: il risultato non le piacque per nulla. Colpa del fatto che le turche si lasciano le sopracciglia spesse e alte e Lei invece le voleva quanto più sottili possibile.

Paese che vai, pelo che trovi!

Passano gli anni, i peli restano.

Questa volta la protagonista emigra dai cugini d’oltralpe, e tra i tanti problemi, quello di trovare un’estetista.

Amara scoperta: la sola zona bikini parte da un minimo di circa 20 euro ma la media si aggira attorno ai 25 euro.

La povera fanciulla pianse lacrime amare e pianse ripetutamente pure il suo portafoglio.  Il mondo le crollò addosso e si chiese chi e cosa la costrinse a lasciare la sua tanto amata estetista italiana.

Tuttavia, la fanciulla è una tipa da combattimento che non si fa certo scoraggiare da quattro peli.  Si riprese velocemente e riacquistò il controllo di se stessa e della situazione. Si fece coraggio, cercando di superare i traumi dell’estetista turca, anche perché questa volta c’era un vantaggio: il francese lo parlava!

Care lettrici, come tutte le fiabe anche questa storia ha un lieto fine. Infatti, con suo immenso stupore, la fanciulla scoprì che le estetiste francesi so’ pure brave. E che usano la cera a freddo, senza bande, quella che si strappa con le mani e che per la prima volta la bikini zone non soffrirà come Cristo in croce.

Lei però, appena può, torna dalla sua adorabile estetista italiana, che ha già prontamente contattato per l’immancabile appuntamento estivo.

P.S. Grazie Emilia per il “pelo e contropelo”!

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4 Commenti

Emilia 19/06/2020 - 08:11

Silviuzza, quale onore essere citata! 😉 Come ti dissi già … Non demordere, alla menopausa non avremo più di questi problemi 🤣 un abbraccio!

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Silvia 19/06/2020 - 10:23

Emii,
eheheh i copyright sono importanti! 😉
Dici che la menopausa ci porterà fortuna?mah.. provo a restare fiduciosa! aahahh

Besitos,
Sil

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Arianna Tripodi 20/06/2020 - 11:36

Sto ancora ridendo per la frase:
“… per la prima volta la bikini zone non soffrirà come Cristo in croce.”
Vivo a Londra da quasi 5 anni e i prezzi sono dalle 30 sterline in su per la zona bikini. Posti che non consiglierei neanche al mio peggior nemico, dove l’estetista è anche parrucchiera e talvolta pure igienista dentale! (Oh my lord)
Comunque tutto vero, ho sorriso e mi sono ritrovata nella maggior parte delle esperienze citate.

Ps. Io ho imparato a farmi la ceretta da sola..
…nella zona bikini!

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Silvia 22/06/2020 - 14:23

Ciao Arianna,
purtroppo questo argomento è ancora un tabù per molte questo argomento ma alla fine siamo tutte nella stessa barca!
ahhh si, ho testimonianze dirette sul fatto che in UK è ancora più tragico che qui.
per non parlare degli USA o dell’Australia, ne ho sentite di ogni!
Io pure ho imparato a farla da sola anche nella zona bikini ma ahi, che dolore alla schiena!

W le estetiste italiane!!! 🙂

Un salutone,
Silvia-Lille

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