Cile gennaio 2018: cosa riporto con me

Valparaiso, Cile
Eccomi qui, dopo un mese in viaggio per il Cile, andando da punta a punta secondo un itinerario organizzato dal mio pazientissimo marito.
Sull’aereo di ritorno, 14 ore di volo diretto Santiago de Cile-Roma, ho avuto tempo di concentrarmi su cosa riportassi con me da questa favolosa esperienza.
Vi elenco qui i miei pensieri, da riflessioni più profonde fino a semplici considerazioni.

More a Ciloé, Cile
Esistono ancora comunitá che sembrano essersi fermate nel tempo vivendo in pace e armonia con la natura, come nella verde e magica isola di Ciloè.
A volte, anche parlando la stessa lingua, non ci si capisce perché manca completamente il desiderio di comunicare con l’altro.
Entrare in una chiesa mentre un coro canta in sottofondo può regalarti un momento di respiro inaspettato, come nella chiesetta di San Pedro di Atacama o nelle bellissime chiese di legno di Ciloè.
Non avevo mai fatto trekking con vulcani attivi in sottofondo e sono davvero splendidi.
Nella vita devo ridere, ridere e ridere di più, perché è l’unica maniera per sentirmi vera e lasciarmi andare, come quando ci siamo buttati a correre giù dalle dune della Valle di Marte.
Né l’Italia né la Spagna sono il centro del mondo o la terra promessa: lo sapevo già, ma è bene ricordarselo quando si viene posseduti dall’orgoglio “italocentrico”.
Penso spesso che fino alle 10 di mattina non sono in grado di relazionarmi con nessuno e invece un incontro meraviglioso può capitare anche alle 7. Vedi tutti coloro che abbiamo conosciuto nei tour del nord del Cile con pick up alle 5 o 6 di mattina.
Svegliarsi alle 4 in vacanza ha tutta l’energia e la motivazione che invece non riesci a trovare alle 8 di qualsiasi giorno lavorativo.
Non bisogna essere timidi nello scambiare la prima parola; se poi sorge la conversazione, ci sarà solo da guadagnare. Chiedi, sii curiosa e conosci!
Per una iperattiva come me, è importante rendersi conto che può “essere vacanza” anche fermarsi a chiacchierare per due ore con gente appena conosciuta.
Ci sono davvero tante persone che vorrebbero vivere in pace: si può ancora sperare che in fondo l’animo umano sia buono?

Lama cileni
La vita ci dona l’opportunità di entrare per un momento nella vita dell’altro e sbirciar come si vede il mondo attraverso i suoi occhi e la sua”pancia”: coglila!
A volte è meglio peccare di entusiasmo piuttosto che vivere con un encefalogramma piatto.
Gli aerei Alitalia sono davvero stretti.
La cuoca casalinga stile “mamma”, con il suo grembiule scolorito in una cucina improvvisata dietro un bancone, cucina i suoi buonissimi piatti con amore e dedizione, come ci è capitato nella Feria di Dalcahue a Ciloè. Potrebbe essere una grata sorpresa fermarti per un boccone senza farti ingannare solo dall’aspetto estremamente rustico! Detto da me, TripAdvisor dipendente: devo ritornare a “scoprire”.
Se sei in dubbio se partecipare o no ad un’attività, partecipa. Pensa alla tua vita come il film con Jim Carrey “Yes Man”: il resto, sono tutte esperienze perse.
Ho scoperto la scrittura di Marcela Serrano e, grazie alla sue parole, ho vissuto doppiamente il paese che stavo visitando.
I deserti mi attraggono molto di più di quello che penso, dato che, fosse per me, andrei sempre e solo alla ricerca di paesaggi verdi alpini.
C’è così tanta bellezza nel mondo e ci dobbiamo dedicare al silenzio per apprezzarla.

Valle Di Marte, Cile
In Europa si beve davvero un buon gran caffè.
Che piacere viaggiare solo con lo zaino, senza il trolley di cabina e lo stress se ci starà o no in cappelliera!
La mia ignoranza non ha fine: più viaggio e più mi accorgo di quanto non so e ho ancora da imparare.

Lagune altipianiche ,Cile
Il mais che mangiamo in Europa non sa davvero di niente rispetto al buonissimo choclo.
Viaggiare è anche leggere un libro o guardare un film, coscienti del momento presente: ricordati sempre dove sei.
La crema solare va messa sempre se hai una pelle da svedese come me: non ce n’è.
Anche se mi costa tantissimo ammetterlo, durante le vacanze lunghe può venirmi un po’ di nostalgia della routine di casa, però ciò riflette il fatto che stia caricando con troppa aspettativa i giorni di viaggio. Non posso viverli tutti come se ognuno fosse portatore di una grande missione, perché… sai che ansia!
Quello che non avevo in programma è ciò che mi ha sorpreso ed emozionato di più.
Le persiane – o tapparelle – sono spesso “queste sconosciute” al di fuori dell’Europa. Le opzioni per me: uso costante della mascherina per dormire o insonnia perenne.
“I puma non attaccano gli umani”: lo ripetono tutti. Eppure i cartelli di “Attenti al puma”, che mi avevano già agitato in Yosemity, hanno continuato a farlo in Torres del Paine. Soprattutto durante la passeggiata disseminata di carcasse di guanaco.
La quantità di acqua che abbiamo bevuto per evitare il male d’altitudine è quella che dovremmo bere giornalmente.
Se hai fame in quel momento, non pensare “mangerò qualcosa dopo”: in quel “dopo”, potresti ritrovarti in mezzo al nulla per ore.
La bellezza del parco di Torres del Paine non si può percepire da nessuna foto perche è la Bellezza con la B maiuscola. Piangi per la tua pochezza e l’impossibilità di fermarla un attimo e farla diventare tua, perché la vorresti come tua compagna durante tutta la vita.
L’aria del deserto è cosí secca che dalle narici esce caldissima e non ti devi mai soffiare il naso.
Le strade e le persone in Cile erano straordinariamente profumate, come se il sudore non esistesse.
La nostra terra, bistrattata e sfruttata fino all’estremo, è ancora per alcuni la Sacra Madre Terra da cui siamo nati e di cui prendersi cura.
Non si viaggia per conoscere solo gente autoctona del posto che si visita, ma per conoscere gente in generale.
Ogni paese ha la sua tragedia e la memoria è troppo, troppo importante per essere sepolta lontana dal nostro sguardo. È ciò che ci dà la spinta per andare avanti e provare a creare un mondo migliore.
Cercavo natura selvaggia e infinita e l’ho trovata: in Cile è davvero spettacolare!
Infine, grazie a Donne Che Emigrano all’Estero, ho potuto conoscere e incontrare Paola, dall’altro capo del mondo.
Visto che parliamo di donne, vi lascio con la leggenda della tribù indigena dei Selk’nam, primi abitanti della Terra del Fuoco.
Mi ha colpita profondamente, anche per il tragico sterminio di cui ha sofferto questo popolo. Racconta di un’era in cui a governare il mondo erano le donne.
Durante questo tempo mitico erano le donne coloro che governavano la società.
Gli uomini erano obbligati a cacciare, occuparsi dei bambini, della casa e di tutto quello che avrebbe garantito la sopravvivenza della tribù. Nonostante rappresentassero il sesso forte, le donne vivevano con la paura che un giorno gli uomini le si sarebbero potute rivoltare contro. Per questa ragione inventarono la cerimonia del HAIN, durante la quale si travestivano e impersonavano spiriti che spaventavano gli uomini.
LUNA era la donna più importante di tutte.
Un giorno SOLE, sposo di LUNA, di ritorno dalla caccia, ascoltò alcune donne mentre ridevano parlando di come avrebbero interpretato gli spiriti. (Secondo altre versioni della leggenda, invece, SOLE le sorprese bagnarsi in un torrente e vide come si scioglieva il trucco che le donne utilizzavano per impersonare gli spiriti, scoprendo l’inganno). SOLE corse ad avvisare gli altri uomini che raggiunsero le donne inferociti.
Le uccisero quasi tutte e SOLE colpì anche la stessa LUNA, la quale riuscì però a salvarsi, scappando verso il Firmamento. Da allora, il SOLE la segue eternamente senza poterla raggiungere mai.
Dopodiché, gli uomini mantennero la nuova posizione di potere acquisita e iniziarono a celebrare la cerimonia dell’HAIN, travestendosi da spiriti come facevano prima le donne, per mantenerle sotto il loro dominio. Ed ecco la fine del matriarcato.
Chi sono
5 Commenti
Molto bello questo tuo post. Hai proprio lo spirito della viaggiatrice perché il viaggio ti fa fare pensieri profondi e considerazioni che nella vita di casa non faresti mai probabilmente. Secondo me questo è il significato di viaggiare per conoscere e conoscersi. Adesso naturalmente mi è venuta una gran voglia di partire per il meraviglioso Cile di cui sto pure leggendo tanti autori.
Ciao Solare, intanto, grazie mille!
Mi sento onorata dal tuo commento sul fatto di avere lo “spirito della viaggiatrice”, ci si prova! Buoni viaggi futuri ovunque ti porterà la voglia del momento, e un grande abbraccio. Caterina
Io ancora non ho avuto l’opportunità di visitare il Cile. Insieme alla Argentina , in generale con la Patagonia. ..È uno dei miei sogni e hai reso benissimo la bellezza di quei luoghi. Marcela Serrano è una delle mie scrittrici preferite.
Grazie! Spero allora tu possa vivere questa bellezza in prima persona il più presto possibile! Un abbraccio, Caterina
questo spiega come mai gli uomini latini non sono proprio affidabili, mentre le donne latine sono brave, responsabili ed efficenti.