Cina. La forza delle donne:
invidia o solito maschilismo?
“Don’t underestimate the strength of a woman…” così recita un verso di una delle canzoni di Shaggy “The strength of a woman”
Ecco, la forza di una donna che un tempo, magari, veniva ammirata oggi è criticata e presa come scusante per definirci pesanti.
A quante donne forti e determinate è capitato di sentirsi darsi delle pesanti, delle musone solo perché hanno saputo dire no quando era il momento giusto.
Quelle della mia generazione, quelle che oggi stiamo intorno alla trentina siamo cresciute con la concessione che una donna, prima di tutto, si deve far rispettare e per fare ciò ci dobbiamo rispettare in primis noi stesse.
Non so se i mille mantra che ci hanno ripetuto da piccoline le nostri madri, oggi in un certo qual senso ci abbiano penalizzate, ma sento che i valori con i quali siamo cresciute è come se non trovassero più posto in questo mondo di superficialità.
Oggi, correggetemi se mi sbaglio, sembra che per essere donna si debba avere un qualche profilo social pieno di nudità.
A quanto pare donna oggi equivale a essere carne da macello, senza personalità, con tante forme da esibire, ma poca sostanza da vendere. E se da noi si da’ spazio al corpo della donna, qui in Cina com’è la situazione?
Se un giorno verrete in Cina, non vi capiterà mai di imbattervi in pubblicità di sederi o seni all’aria, come può capitare da noi, no!
Qui le pubblicità sono molto pudiche e difficilmente si possono incontrare delle pubblicità come le nostre….sempre che la modella non sia straniera.
Perché sì, signori miei: qui si tutela la donna cinese, presentata ancora come il famoso focolare della casa, la ragazza della porta accanto, con le guance rosse e vestiti che richiamano un’eleganza di altri tempi.
Se si vuole osare un po’ di più, mostrando un po’ più di pelle del dovuto, mostrando una coscia o una schiena, la modella perfetta è straniera, perché abbiamo perso talmente tanto il rispetto per noi stesse che i Paesi asiatici in generale abbiano il concetto che le occidentali siano tutte facili!
Quando verrete qui e vi capiterà di conoscere un asiatico, sia egli cinese, pachistano, giapponese ecc. non aspettativi che vi veda come un angelo caduto in volo: no, da voi donne si aspetteranno di poter realizzare quelle fantasie che a loro giungono tramite i film occidentali!
Nonostante in Cina non si speculi sul corpo della donna, è vero, però, che anche esse sono soggette a tantissime pressioni: da noi, il prototipo di bellezza è una donna formosa con ventre piatto; qui, invece, le ragazze vengono bombardate da immagini di donne talmente magre che un chiodo ha più forme di loro!
E se l’ossessione per la magrezza estrema non fosse abbastanza, le donne cinesi sono sottoposte a una pressione dalla quale noi donne occidentali, per fortuna, siamo quasi esenti.
Anche da noi non è difficile sentirci domandare dai nostri genitori, quando ci vedono già quasi sulla soglia dei 40 anni, quando pensiamo di mettere su famiglia.
Tuttavia, essi non vivono la cosa così drammaticamente come la possono vivere i genitori cinesi al punto tale da far sentire alla figlia in questione di star provocando un disonore alla famiglia. Altra enorme differenza è che, per l’appunto, da noi questa domanda inizia a farsi pressante quando ci vedono grandicelle, ma per le giovani cinesi tale pressione inizia già dai 24 anni.
Perché quest’età così bassa?
Perché qui i giovani cinesi finiscono gli studi universitari tra i 21 massimo 25 anni, dopodiché entrano nel mondo del lavoro e quindi inizia la loro vita da adulti sancita in primis dal matrimonio e quindi dai figli.
Questa pressione, ovviamente, è maggiore per le donne che, se superati i 26 anni, sono ancora single: vengono designate con un termine alquanto dispregiativo: 剩女 (shengnū), donna scartata.
In che modo vivreste voi con un appellativo simile?
Come vi sentireste se foste perfette in ogni campo, aveste tutto, ma a causa di questo nomignolo non valeste molto agli occhi dei vostri genitori? Come vi sentireste a essere considerate delle donne incomplete solo perché non sposate?
Durante uno dei miei viaggi di lavoro, per tre mesi condivisi la mia vita con una collega cinese della mia stessa età, molto bella, dolce e preparata.
Aveva solo un difetto (ai miei occhi): ogni giorno comprava vestiti su vestiti; quando mi invitò a casa sua aveva gli armadi stracolmi di vestiti e scarpe, tutti di marca. Rimasi a bocca aperta: più che stare in una casa, mi sembrò di stare in una boutique.
Poi capii che le ragazze, per far fronte a tale appellativo, ricorrono alle loro finanze per dimostrare che in fondo non vivono la vita miserabile che la famiglia si immagina conducano solo perché non sposate e senza figli.
Sono ragazze raffinatissime, in tiro, che vanno nei migliori ristoranti, che si muovono in taxi, usano gli accessori più visibili e che fanno ai loro parenti, soprattutto ai loro genitori, dei regali costosissimi così da poter far ricredere loro e non solo.
Se si tratta di ragazze che hanno rotto con la tradizione cinese per continuare la loro formazione, come mai per loro è poi così difficile trovare un ragazzo, nonché potenziale marito?
Perché solo il 30% dei giovani cinesi è disposto a sposarsi con una donna che abbia una formazione molto alta e più alta della loro, la stragrande maggioranza segue l’idea patriarcale che in casa è l’uomo che deve comandare e che è l’uomo che deve guadagnare di più.
Tuttavia, per ovviare a tale mancanza, nei parchi delle varie città non è difficile imbattersi nei “mercatini dei matrimoni” allestiti dai genitori o dai nonni dei ragazzi e delle ragazze, a loro detta, in cerca di moglie o marito.
E’ possibile vedere ombrelli sui quali sono attaccati i “curricula” dei candidati provvisti di ogni sorta d’informazione, da quelle sulla formazione fino a quelle riguardanti le proprietà immobiliari. Se non si ricorre all’ombrello, è facile imbattersi in qualche famigliare che gira con fogli, fotografie e numeri di contatto. Sono dei veri e propri scambi commerciali, perché in Cina anche i matrimoni sono affari.
La pressione, però, non finisce nemmeno nel momento in cui la donna si sposa, perché ci si aspetta che dia al mondo un bambino, quando in realtà molte di loro sperano nella bambina, perché nemmeno i ragazzi sono esclusi dalla pressione sociale.
Agli scapoli, infatti, viene richiesto di presentare come dote un’abitazione, una macchina e ovviamente un ottimo stipendio mensile, il che significa che all’ora di scegliere il marito, anche il tipo d’impiego gioca un importante ruolo.
Ovviamente, capiterà di conoscere coppie che stanno insieme dai tempi del liceo, così come coppie che nel giro di pochi giorni concordano il tutto e in un paio di mesi sono già marito e moglie. Non voglio dire che oggigiorno tutte le storie d’amore cinesi sono frutto di accordi famigliari, ciò su cui ho voluto mettere l’accento è sul termine poco carino per descrivere una donna indipendente e in carriera, poiché questa non è una novità, in fondo credo che in ogni Paese esista un termine poco grazioso per descrivere una donna forte e determinata.
Vedasi il nostro zitella o lo spagnolo solterona.
Perché per noi donne non possono esistere termini che sottolineano quanto, invece, una donna di questa categoria, sia molto ambita? Per gli uomini esiste lo SCAPOLO D’ORO…perché le donne single e in carriera non dovrebbero essere altrettanto d’oro?
Chi sono
4 Commenti
Brava, scrivi molto bene
Grazie Anna Maria.
Che dispiacere vedere ancora tutti questi pregiudizi nel 2022 🙁
Purtroppo è così, Chiara. I pregiudizi penso non finiranno mai nei confronti di tutte quelle persone che sembrano non incastrarsi con la volontà della società.