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Considerazioni di una quasi-expat: rotta verso Dublino

di Roberta Lista
scegliere-porte-palazzo

scegliere-porte-palazzoCredo che il modo migliore per cominciare questo diario sia con:

il mio biglietto per Dublino, prenotato quasi tre mesi fa e completo di bagaglio da 20 kg in stiva, è fissato per il 14 Gennaio 2018. Sola andata, ovviamente.

Incisivo, teatrale, d’impatto, proprio come vorresti fosse la tua futura esperienza all’estero da neo espatriata.

Rileggerlo ti fa sembrare l’eroina di un romanzo d’appendice, quelli dove i protagonisti sono sempre coraggiosi, impeccabili, oggetto delle peggiori sciagure ovviamente (che storia sarebbe, altrimenti?), ma i cui sacrifici alla fine vengono ripagati con gli interessi e il bene, nonostante tutto, trionfa sempre.

Mi chiamo Roberta e sono un medico Veterinario, ma questa è un’altra, lunga storia.

Non sono ancora una expat ma sono sei mesi che sto organizzando la mia partenza, cercando di immaginarmi tutto ciò che potrebbe andare storto e tutto ciò che, cascasse il mondo, deve necessariamente andare per il verso giusto “altrimenti è un casino” (la maggioranza).

Uno sforzo inutile, probabilmente, ma senza aver ancora messo piede sul suolo irlandese non ho molte alternative!

Le informazioni che ho raccolto sul sistema lavorativo veterinario privato, al contrario di quello inglese in cui si può contare su una grande varietà di testimonianze, appare ai miei occhi alquanto confuso e, tristemente, nessuno risponde alle mie mail di spiegazioni e proposte di lavoro.

La risposta dei più è stata “inutile preoccuparsi ora, vedrai sul posto, una volta iscritta al Veterinary Council of Ireland entrerai automaticamente nel giro”. Ma sì, pensiamo positivo.

Queste ultime settimane mi sembra di viaggiare sulle montagne russe: un giorno sono l’eroina che affronta l’ignoto senza battere ciglio, il giorno dopo…

Ok, lo ammetto: la maggior parte del tempo sento il senso di euforia e libertà che questa scelta mi sta dando, e la paura dell’ignoto la sto tenendo a bada con un “in qualche modo me la caverò”, anche se al momento parto senza una casa e senza un lavoro.

I documenti sono pronti, il curriculum aggiornato; anche se non ho ancora avuto risposta a nessuno degli annunci di lavoro che ho selezionato, non me la sento di scoraggiarmi in partenza.

In fondo il mio compagno mi sta aspettando e questo da solo mi basta a fare il grande salto senza guardarmi troppo indietro.

Sono disorganizzata, ahimé, ma non impulsiva: ho sempre un piano, anche se puntualmente non va come desidero.

E sono qui perché ho sempre amato scrivere; mi dà la sensazione di trovare un senso a tutto quello che faccio, alle decisioni che prendo, nonostante la mente compia giravolte intorno a quei pensieri più e più volte.

Questa partenza, che nelle testimonianze di molti veterinari expat si mescola spesso ad un senso di fallimento, per me rappresenta solo il normale esito del tentativo non riuscito di trovare nella mia patria il mio posto nel mondo.

Il mio piano al momento è questo.

Durante la mia settimana di ferie passata a Dublino, ho dovuto seriamente riconsiderare il mio livello di inglese (che, a quanto pare, avevo largamente sopravvalutato), allora ho pensato: come faccio a potermi permettere di vivere sul posto e imparare la lingua quando ancora non ho neanche la prospettiva di un lavoro?

Ebbene, mi è venuta in mente l’esperienza che ha avuto una mia amica sul sito Workaway, una piattaforma che ti fa mettere in contatto con persone di tutto il mondo che offrono vitto e alloggio in cambio di una mano nel fare le cose più disparate, da imbiancare casa a fare da dog sitter, mungere le capre di una fattoria, progettare allevamenti di lumache… Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le durate.

Ho impiegato quasi tre mesi a selezionare due progetti che mi faranno da appoggio per il primo periodo. Nelle prime due settimane offrirò aiuto in un gattile a Wicklow, il mese successivo aiuterò i progetti di una coppia di artisti in un cottage poco lontano da Dublino.

La speranza è quella di migliorare il mio inglese calandomi nella realtà irlandese e, al tempo stesso, avere possibilità di cercare un lavoro così da permettermi di pagare l’affitto di una camera… che, meglio che siate preparati, a Dublino ha prezzi altissimi.

Com’è la vita da pre-expat?

Ovviamente passi tanto tempo e leggere e informarti.

Alcune testimonianze mi hanno fatto immedesimare, certe storie mi hanno dato coraggio e altre spaventato. In tutte, cercavo la risposta alla domanda che tutti si pongono: espatriare è veramente la soluzione di tutti i problemi?

E la risposta, inutile dirlo, è no.

Non è il gesto di espatriare in sé che risolve i problemi ma, almeno per me, lo è stato riconoscere che era giunto il momento di uscire dalla mia comfort zone, dal pantano senza prospettive che stava diventando la mia vita, e di ricominciare daccapo in modo completamente diverso.

A volte ti sembra che la scelta sia stata obbligata, ma la verità è che l’ultima parola spetta sempre a te, sia per restare che per andare.

Io nella mia vita il coraggio di scegliere l’ho trovato, molte volte e per motivi sempre diversi, ma questa è la prima volta che mi spingo così lontano da casa.

Tuttavia ho sempre amato dichiarare che nella mia vita ogni scelta è stata compiuta senza alcun rimpianto ed è con questo spirito che salirò su quell’areo il 14 Gennaio 2018 verso Dublino.

O almeno spero.

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4 Commenti

Rossella Squillace 18/12/2017 - 11:41

Grande Roberta, continua a farti accompagnare da questo spirito e da questa euforia che caratterizza i giorni prima della partenza. Anche io, qualche mese fa, prima di fare il grande passo e trasferirmi nei Paesi Bassi per stare con il mio ragazzo olandese, mi ero iscritta in mille gruppi Facebook per ottenere maggiori informazioni su come si vivesse in Olanda. Ne uscivo ogni volta, dopo la lettura dei post di italiani disperati, affranta e scoraggiata. Chiedevo conferma al mio ragazzo: “ma è vero che questo funziona così?”, “ma è vero che questo in Olanda non si fa?” e via discorrendo. Sono partita con un mezzo sorriso, e ora ce l’ho a 32 denti! Sono felice e serena, ogni giorno è una scoperta quando ti trasferisci in un nuovo paese. Il pessimismo che dilaga in questi tipo di gruppi e articoli e la mala-formazione ti fanno abbattere per poi rendersi conto che non ne valeva la pena ! Ognuno di noi è così diverso e unico che le sensazioni che ne ricava da una esperienza simile o persino identica sarà diversa! Quindi ti dico parti su quell’ aereo con i piedi e il cuore che volano, carica di speranza ed emozione per una nuova avventura, e se qualcosa dovesse andare come non ti aspettavi, avrai l’amore del tuo compagno e di altra gente nella tua situazione che ti aiuterà.

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Roberta Lista 18/12/2017 - 18:10

Ti ringrazio tanto Rossella! In realtà anche se è la prima volta che faccio il “grande salto” all’estero non è la prima volta che cambio vita…da Veterinaria è normale cambiare città e condizioni di vita anche più volte prima di trovare un posto dove mettere radici. Mi conosco abbastanza da sapere che in qualche modo me la caverò, anche se so bene anche che è impossibile prevedere cosa succederà…l’importante è non andare prevenuti, nè in positivo nè in negativo! E poi inutile dirlo…ricongiungermi con il mio compagno vale questo e anche di più 🙂 grazie per il bellissimo commento e per la tua esperienza e in bocca al lupo per tutto!

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Erika 18/12/2017 - 15:34

In bocca al lupo!ti scrivo da una ex expat dublinese,vedrai che amerai Dublino,una piccola capitale accogliente e veramente internazionale. Superato lo scoglio dell’accomodation tutto andrà in discesa,vedrai!

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Roberta Lista 18/12/2017 - 18:12

Ciao Erika, ti ringrazio tanto! So che sarà dura all’inizio ma non sono una che si arrende facilmente, anzi, sono felice di condividere la mia esperienza e gli errori che sicuramente compierò per aiutare chi come me si troverà di fronte questa difficile scelta. Grazie per l’incoraggiamento…e viva il lupo! 😀

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