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Coronavirus in Olanda

di Paola - Amsterdam
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Coronavirus in Olanda

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Scrivere del Coronavirus in Olanda è rischioso.

I Paesi Bassi sono al centro di un dibattito esteso nella Comunità Europea, contestati da alcuni paesi e da molti, moltissimi expat.

Lungi da me dare origine a una discussione, con questo pezzo.

Lascio a tutti i miei connazionali la libertà di approfondire, condividere, contestare, diffondere le loro opinioni in merito.

La mia idea è offrire una panoramica generale su ciò che accade nel paese in cui vivo al momento, cercando quanto più possibile di non inserire note di chiarimento e, soprattutto, opinioni. Che però ci sono. Perché io non sono una giornalista e quindi me li posso permettere quando scrivo (yesssa, giornalisti ricordatevelo, ché venite pagati per diffondere la verità).

Tutte le suddette note e opinioni sono contrassegnate dall’N.d.A., nota dell’autore, così potete individuarle in tempo e saltarle, se volete.

A quanti mi hanno contattato e chiesto informazioni sui Paesi Bassi, ecco quello che vedo.

C’è il lockdown intelligente.

Lo so: apro con il punto più discusso di tutti.

Il lockdown intelligente significa che le scuole sono chiuse, chi può lavorare da casa lo fa, ristoranti e bar restano chiusi al servizio ma aperti per ordini e asporto, alcuni negozi sono aperti, i cittadini possono uscire purché rispettino le norme di distanza sociale – gruppi fino a tre (N.d.A. Non si sa come va letto questo ‘fino’: c’è chi dice due, c’è chi dice tre) e membri della famiglia esentati. (Aggiornamento a partire dal 21 aprile: i bambini fino a 12 anni possono giocare insieme all’aperto.)

Un atto di grande civiltà, quello del social distancing, subito infranto da tutti al primo weekend di sole (N.d.A. E sono sicura che non c’erano solo gli olandesi tra quelli che si gettavano nei parchi o al mare, ma anche tanti expat gnorri pronti a incolpare il vicino all’occorrenza).

Il lockdown intelligente permette al sistema economico di navigare a vista, e a quello sanitario, anello debole di questa catena, di non collassare.

Se sgarri, paghi una multa (N.d.A. In teoria. In pratica, ogni tanto vedo gente in gruppetti di quattro e nessuno a vigilare). I giovani, dagli adolescenti agli universitari, tendono più degli altri a non preoccuparsi di questo aspetto, e può accadere di vederli andare comunque in giro insieme.

Per la questione della multa, e per non aver fatto chiudere tutto, il lockdown intelligente ha portato a dire che gli olandesi siano i soliti tirchi che pensano solo al soldo.

Il lockdown intelligente, inoltre, dà a tutti quella sensazione di semi-libertà, perché qui noi non abbiamo davvero idea di cosa significhi uscire con un’autocertificazione come in Italia o in Francia, avere i droni che ci girano sulla testa come in Spagna, o un Presidente che autorizza a sparare a vista come nelle Filippine.

La comunicazione con i cittadini relativamente al da farsi avviene tramite conferenze stampa di Rutte&Co., che seguono l’andamento della situazione e ogni tot aggiustano il tiro.

A differenza degli altri paesi, qui è stato stabilito già fin da marzo che eventi e assembramenti sono cancellati fino al 1 giugno. Tutto il resto, subisce variazioni a seconda delle circostanze.

Qualcuno mi ha chiesto dove leggere gli aggiornamenti: potete andare qui.

(Aggiornamento a partire dal 21 aprile: i bambini fino a 12 anni possono giocare insieme. Lo sport può essere praticato all’aria aperta, da soli. Le scuole riaprono l’11 maggio a particolari condizioni. Gli eventi sono cancellati fino al 1 settembre.)

Lavorare e studiare da remoto è facile come sgusciare un uovo sodo.

(N.d.A. Non chiedetemi perché mi è venuto in mente proprio l’uovo, non lo so. Magari ho solo fame, e l’uovo è uno dei miei cibi preferiti.)

Ci sono volute 24 ore alle aziende per organizzare il lavoro da casa con i propri dipendenti. Io lo chiamo ‘lavoro da casa’ perché smart working (N.d.A. Attenzione: è in arrivo un’opinione) deve averlo tirato fuori qualche giornalista che voleva fare il figo. Dai, usiamo le parole nella nostra lingua.

Il lavoro da remoto è una realtà già affermata, non è stato un problema attrezzarsi di conseguenza. Per le scuole ci è voluto un po’ di più, due giorni per quella di mia figlia, che è una internazionale, circa una settimana per alcune pubbliche, ma in sostanza i tempi sono stati rapidi, l’organizzazione efficiente, e le piattaforme usate facili.

Gli esami di maturità sono stati cancellati, nonostante qui le scuole finiscano a luglio, perché non si vuole dare uno stress aggiuntivo agli studenti.

Il panico scorre lungo la schiena in maniera silenziosa.

Ma lo vedi che c’è.

Nonostante i soliti ribelli del sistema che escono e si assembrano, in generale la gente si tiene distante.

Nei treni e nei bus ci si siede possibilmente in maniera alternata tra passeggeri, e sicuramente lontani dal macchinista, come spiega bene lo scotch in zona guidatore.

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Alle casse del supermercato i clienti fanno cenni con la testa e parlano poco.

Non si possono usare i contanti.

Se sei fermo sul marciapiede, i pedoni che ti vedono da lontano attraversano subito dall’altro lato della strada.

Se incroci qualcuno a un portone / negozio / scala mobile, quello inchioda e ti fissa fino a che non sei passato, seguendoti con sguardo lievemente angosciato.

Quando vai dal medico, non si può sostare in più di due nella sala d’attesa, e tutto è incerottato e coperto in modo che tu non possa toccare nulla: porte, maniglie, ripiani. Se sei sospettato di avere il Coronavirus, non puoi attendere all’interno dello studio.

All’ingresso degli ospedali c’è un banco di accoglienza con infermiere in mascherina che ti chiedono che sei venuto a fare, mentre ti misurano la temperatura corporea.

Quando ricevi una consegna a casa, il corriere suona il campanello e lascia il pacco sull’uscio. Se non è possibile depositarlo a terra, come è il caso di un mazzo di fiori ad esempio, te lo lancia letteralmente addosso e fugge via.

 

Non si fanno i test per il Corona.

Così come non si fanno in altri paesi. Dopo mesi di studio della malattia a livello mondiale, la diagnosi viene ora effettuata dal medico curante tramite colloquio telefonico, studio dei sintomi e dell’andamento nel corso delle settimane (N.d.A. Sì, la malattia dura settimane e, con la convalescenza, passa agilmente i due mesi), visita per misurare livello di ossigeno, stato dei polmoni, eventuali danni collaterali.

Lastre e tamponi al momento vengono fatti solo ai pazienti con tosse continua e febbre superiore a 38 gradi, e per questo ritenuti a rischio di vita. Ma ciò sta diventando prassi un po’ dappertutto, non riguarda solo l’Olanda. (N.d.A. polemico: so di persone – expat – con febbre e problemi respiratori, lasciate a casa perché ‘sì dai aspettiamo’. Agli olandesi la precedenza?)

L’esame del sangue per la rilevazione degli anticorpi, contrariamente a molti altri paesi, non viene fatto proprio perché ritenuto al momento ancora in una fase sperimentale e non affidabile.

Naturalmente, la questione degli esami non fatti a tappeto rende i numeri ufficiali dei contagi falsati, qui come in altri paesi, perché questi numeri tengono conto solo dei pazienti ricoverati. D’altro canto, il Coronavirus non porta sempre tosse e febbre oltre 38 gradi e la grande maggioranza degli infettati sopravvive (N.d.A. forse non tutti sanno che… Il Corona non porta nemmeno febbre, nella sua forma più leggera).

Per tutto quanto fin qui esposto, si può concludere che molte persone, contagiate anche severamente, vengono curate in casa, e che quelle contagiate in modo più blando non sanno di stare male e vanno in giro. Qui, come in qualunque altro paese, d’altronde (N.d.A. Alzi la mano chi nella vita non è mai andato a spasso con 37 di febbre o con la tosse).

Gli olandesi, per cultura, non hanno avuto problemi ad accettare l’approccio locale. Morire per malattia è ritenuto normale, fa parte del ciclo della vita. Ma altri popoli hanno difficoltà a convivere con questo modus operandi. L’Olanda resta una terra di expat, quindi la gestione emotiva del virus, qui, è particolarmente faticosa e conflittuale.

Inoltre, la bravura dei medici olandesi è ampiamente dibattuta. E’ opinione diffusa che ammalarsi in Olanda sia una delle cose peggiori che possano capitare, non solo per l’approccio “lento” derivato dalla suddetta cultura, ma anche perché spesso e volentieri i medici locali non sono bravi nelle diagnosi (N.d.A. Per la mia opinione a riguardo, vedi articolo qui).

Nel caso del Coronavirus, bisogna ricordare che c’è un protocollo medico su scala mondiale: nulla è lasciato al caso, né alla conoscenza del medico di base, farmaci inclusi. Tuttavia, nelle mani delle alte Istituzioni è lasciata la decisione sulle tempistiche di intervento (N.d.A. Testare o non testare? Questo è il dilemma).

Il sapone non era poi un’invenzione così scontata.

Il sapone è una delle più grandi invenzioni dell’umanità e contribuisce attivamente alla lotta contro le malattie. Ma non in Olanda. Qui, lavarsi le mani prima di mangiare non rientra nelle azioni d’abitudine. I bambini non vengono educati a farlo, ed è facile vedere adulti passare dal lavoro in giardino al cibo in tavola, con la terra ancora infilata sotto le unghie (N.d.A. Questa non è una mia opinione bensì una triste realtà, avvistata con codesti occhi).

Anche soffiarsi il naso non è una pratica contemplata. L’atto del soffiare, infatti, danneggia i capillari del naso e provoca fuoriuscita di sangue al tal punto che il medico e i genitori sconsigliano di farlo; il corretto comportamento è dunque tirare su con il naso e, al massimo, asciugarsi con la manica.

Va da sé che, nella lista delle azioni preventive contro il Coronavirus consigliate in Olanda, non c’è solo ‘lavarsi le mani’, ma anche ‘usare i fazzoletti’.

Va anche da sé che le possibilità di contagio di una qualunque malattia sono maggiori nei paesi (i Paesi Bassi non sono gli unici) in cui fazzoletti e lavaggio non sono normalmente considerati.

photo credits: amsterdamshallowman.com (N.d.A. Opinione personale dell’autore del sito, ampiamente condivisa da tutti gli expats)

Di giornalisti che meritino questo titolo ce ne sono pochi.

Il mio amico Guido ha sottoposto alla mia attenzione un articolo di un giornale italiano, in cui si racconta di come l’Olanda stia praticando eutanasia preventiva per gli anziani, i quali avrebbero ricevuto telefonate intimidatorie e inquietanti dai medici di base che invitano loro a firmare un contratto in cui rifiutano il diritto a essere curati. Lo stesso articolo sottolinea che l’Olanda è favorevole al suicidio assistito, che si sta preparando a legalizzare la ‘pillola della morte’, e che tutti sono in fila disperata di fronte ai coffee shop ormai chiusi.

Tutte le parole scelte per il paragrafo appena scritto si trovano nel suddetto articolo. Se poi ci si prende la briga di leggerne il contenuto, si scoprono in effetti due o tre verità; ma buttate così, in quel contesto, con termini come ‘morte’, ‘suicidio’, e foto che ritraggono gli olandesi come una massa di tossici, cosa volete che il cervello capisca? Registreremo che, ‘a farla breve’ (per usare le parole del giornalista), gli olandesi sono tutti dei drogati spietati che non sanno quello che fanno.

Io non sono una fan degli olandesi, questo è noto a chiunque mi legga. Ma per amore di verità:

1/ i coffee shop sono stati chiusi da un giorno all’altro e instantaneamente si è generata una prevedibile fila per l’acquisto. Dopo pochissimo per fortuna sono stati riaperti, perché la loro chiusura stava già portando all’aumento di criminalità in 48 ore;

2/ i pazienti anziani hanno ricevuto una lettera dal loro medico di base, che affronta l’argomento Coronavirus e chiede loro di scegliere se vogliano essere curati, nel caso in cui si dovessero ammalare.

In altri paesi, si sceglie in triage a chi dare la precedenza.

(N.d.A. Il mestiere del medico a volte è orribile: ti chiedono di essere Dio, quando sei solo un essere umano costretto a scegliere chi salvare tra A e B, sulla base di età, quadro clinico e prospettiva di vita, mentre una famiglia dall’altra parte piangerà per causa tua.)

Per fare la spesa, devi essere Gastone.

Gastone è il cugino di Paperino. Gastone è fortunato in qualunque cosa faccia, Paperino è il suo opposto. Al supermercato, tu puoi essere sia Gastone che Paperino. In parte, questo potrà dipendere da una botta di innata fortuna, in parte dalla tua cultura, perché ciò che scegli di mangiare influirà sulla tua esperienza di acquisto.

Secondo le norme ufficiali, ora nei supermercati il carrello è obbligatorio, anche se devi acquistare un solo articolo.

In alcuni di essi (N.d.A. In alcuni sicuramente, non so se in tutti), ci sono strisce segnaletiche per terra che aiutano a mantenere la distanza in certi reparti e alle casse.

Non c’è mai stata alcuna limitazione sui prodotti da acquistare, come al contrario accade in Italia nella fase più restrittiva del lockdown – i famosi beni primari.

Ma poi, cosa sono i beni primari?

Per gli olandesi, a quanto pare, si tratta di: pasta (ma non quella italiana che è più cara), patate possibilmente già affettate, tortillas, salse, patatine.supermercato-olanda-vuoto

All’inizio, c’è stata una razzia di carta igienica anche qui, ma poi le persone si sono calmate.

Qualcuno ha riempito i carrelli di birra.

New entry delle scorte: il latte fresco e la farina. (N.d.A. Si sono scoperti tutti mastri fornai.) A più di un mese dall’inizio del lockdown, io ancora la farina non riesco a trovarla e ho ufficialmente finito quella che avevo a casa.

Per finire, il tempo è bello.

Da quando è cominciata la quarantena, il tempo è migliorato. Letteralmente: c’è il sole quasi tutti i giorni. Abbiamo avuto nuvole tre o quattro volte, un pomeriggio si è vista una delicata pioggerellina, per il resto sempre bellissimo con temperature miti (a parte a Pasquetta, ma insomma si sa la Pasquetta com’è, no?).

I disfattisti ne fanno un problema perché il meteo si fa beffe di noi.

Gli ecologisti ne fanno un problema perché il meteo ci manda chiari segnali sull’inquinamento.

Ma come, l’Olanda non era avanti, nel rispetto dell’ambiente?

Comunque la metti, la presenza del sole costante genera conflitto nelle persone e alla fine, tra il lockdown intelligente e la distanza sociale, nessuno sa più che fare. E allora, non ci resta che la spesa: per poi cucinare… o speculare.

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6 Commenti

Valentina 18/04/2020 - 12:12

Resoconto molto giusto ed equilibrato, è stato un piacere leggerti

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Paola - Amsterdam 21/04/2020 - 19:43

Grazie Valentina, ti abbraccio

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Solare 18/04/2020 - 13:55

Ma ben venga il lockdown intelligente! Io in questo triste frangente mi sono trovata in Italia con il mio compagno. Siamo diventati entrambi cittadini australiani ma abbiamo deciso di restare qui per vedere gli sviluppi della situazione prima di prendere aerei e tornare in Australia. Al di là del fatto che nei momenti più duri della pandemia ho pianto ogni sera a sentire le notizie di morti e terapie intensive al collasso, devo anche dire che sono rimasta anche un po’ basita scoprendo che migliaia di italiani imploravano la dittatura tipo in Cina. I vicini che dal balcone chiamavano i vigili ad ogni macchina sospetta e tutti che davano addosso al vecchietto seduto da solo al sole su una panchina nel parco come se stesse attentando alla vita degli altri che neanche un terrorista dell’Isis ! Non vedo l’ora di tornare in Australia!

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Paola - Amsterdam 23/04/2020 - 21:50

Grazie per la tua testimonianza, Solare!

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Valentina 21/04/2020 - 16:37

Ti leggo sempre con interesse per avere una visione della vita in Olanda senza influenze. Noi dal Portogallo, leggendo le notizie e parlando con amici olandesi, abbiamo avuto la percezione di una certa “leggerezza” nelle misure preventive alla diffusione del virus. Stay safe 🙂

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Paola - Amsterdam 23/04/2020 - 21:51

Ciao Vale, un abbraccio a tutti 🙂

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