“Beata te che vivi a Dubai!” Ormai, credetemi, me lo sento dire ogni volta che rientro in Italia.
So bene che Dubai si trascina dietro un doppio bagaglio. Da un lato c’è l’estrema idealizzazione di chi pensa che siamo sono tutti ricchissimi. Dall’altro a farla da padrone sono stereotipi oltremodo negativi del genere “sono tutti evasori fiscali” e “le donne sono sottomesse”. Inutile ripetere che le generalizzazioni non sono mai positive e che bisogna conoscere un paese per poterne parlare, sia nel bene che nel male. È vero che non sono ancora pronta per un altro capitolo in un altro paese e l’idea di lasciare questa città mi rattrista, ma è altrettanto vero anche che ci sono cose che non amo di Dubai. La vita in ogni paese ha i suoi pro e i suoi contro. Questa la mia lista in ordine sparso.
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Il caldo caldissimo dei mesi estivi è insopportabile.
Da maggio ad ottobre posso dire che rischiamo di evaporare. Ci sono giorni in cui il tasso di umidità è davvero alto e alle sette del mattino ci sono già trenta gradi. L’acqua del mare ad agosto è troppo calda per poter fare il bagno e trovare refrigerio. Per questo motivo, la maggior parte della vita si svolge al chiuso.
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A Dubai mi manca il pane. Quello buono.
Non tutti i supermercati hanno il banco panetteria e non tutti fanno il pane buono come in Italia. Esistono le bakery, certo, ma non sono nel mio quartiere e mi stufa fare chilometri in auto per una pagnotta. Quindi si, a volte desidero una bella fetta di pane cafone con olio buono e sale. L’unica consolazione è che, essendo allergica al nickel, non potrei comunque mangiarlo troppo spesso.
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Le scuole a Dubai hanno troppe vacanze durante l’anno, gli school break.
Non essendoci la scuola italiana abbiamo optato per il curriculum britannico. Non avevo idea che la maggior parte delle scuole avesse la pausa estiva dai primi di luglio a fine agosto. Ci sono, poi, altre mille pause a metà di ogni trimestre e alla fine del trimestre. Queste si chiamano, ad esempio, winter break e spring break. Insomma: è vero che d’estate hanno meno vacanze ma ci ritroviamo i pupi troppo spesso a casa!
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La sanità non è pubblica. Se il pediatra non ha posto per riceverti devi andare in ospedale.
Come detto tante volte, ad esempio in questo articolo, la sanità qui è privata. Ogni visita specialistica oppure dal medico di base, ma persino un’emergenza in ospedale, si paga. Per questo occorre avere un’assicurazione sanitaria, altrimenti si rischia di spendere uno stipendio in visite mediche. La cosa snervante, soprattutto per chi ha figli, è che le cliniche walk in (in cui vai e fai la fila per essere visitato) sono pochissime. Per questo motivo, se il tuo pediatra non ha posto quel giorno, ti tocca aspettare il prossimo appuntamento oppure andare in ospedale.
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A Dubai abitazioni, scuole e asili hanno costi esorbitanti.
Il costo della vita è innegabilmente alto. È vero che si tratta di una grande città e anche in Italia ci sono posti in cui gli affitti si aggirano sui mille euro al mese. Considerate che, anni fa, a Milano ne pagavo 900 per un appartamento tutt’altro che nuovo. Ciononostante alcune zone sono davvero proibitive con prezzi che superano l’assurdo. Scuole e asili, poi, fanno il resto. Qui fra gli expat si usa spesso dire che bisogna vendersi un rene per pagare l’istruzione ai figli.
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Di Dubai non amo gli scarafaggi giganti: mi fanno dare di matto.
Ecco, questa cosa mi manda fuori di testa. A Singapore gli scarafaggi giganti e volanti uscivano di sera a passeggiare. Non vi racconto il trauma dopo averne trovato uno in casa. In altri paesi africani tra cui Libia e Burundi erano di casa, quindi dovrei essermi abituata. E invece no. Confesso di avere scorte di insetticida apposito in casa e di far fare il pest control ogni 6 mesi. Quei mostri marroni giganti, infatti, mi fanno venire voglia di chiudere casa e scappare.
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La guida caotica e spericolata di Dubai non fa al caso mio.
Tante nazionalità diverse messe alla guida fanno si che ognuno apporti il “proprio stile”. Nonostante le regole della strada esistano, si va da chi guida lento e impanicato a chi non guarda gli specchietti prima di cambiare corsia. C’è, poi, chi fa lo slalom tra le auto e chi segnala la svolta destra ma poi gira a sinistra. Il risultato è il gran numero di incidenti stradali.
Insomma, Dubai non è tutta rose e fiori, nonostante gli stereotipi del lusso esagerato. E voi? Cosa non vi piace dei vostri paesi d’adozione? Fatecelo sapere nei commenti!
1 Commento
Ah, mi hai fatto ricordare i primi tempi in Turingia, a Jena. A volte mi stufavo del pane nero tedesco (cosa ora come ora impensabile, ma son passati dieci anni..) e mi fu consigliata una panetteria francese in centro. Non aveva un negozio, bensì un mini-baracchino di fronte a una galleria commerciale e dalle otto del mattino c’era una coda impressionante per accaparrarsi baguettes, rustici oppure panini al cioccolato. Dopo un po’ ho iniziato a lavorare io in una panetteria e, complice lo sconto dipendenti, compravo il pane direttamente lì. Ora lo faccio io, ma più per una ritrovata abitudine che altro. Con i costi della corrente, due pagnottone non sono più l’investimento di una volta ma che vuoi farci? Perlomeno è bbbbuono <3