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La distanza e il suo lato oscuro

di Ileana - Zante
A Zante la distanza è relativa

Quando ho preso la decisione di partire, lo ammetto, ho pensato solo a me stessa. Era una fase di enorme cambiamento e ho colto al balzo l’occasione per dare una svolta alla mia vita. La mia scelta si è rivelata vincente e negli ultimi due anni mi sono messa nuovamente in gioco. Ho trovanto nuove opportunità per stare bene, essere di nuovo fiera di me e felice. “La felicità costa, è per quello che alcune persone preferiscono essere infelici”. Mi sono imbattuta in questa frase tempo fa su Instagram e mi sono trovata pienamente d’accordo con le parole.

Io lo so qual è il prezzo che pago per il mio benessere attuale: la distanza dagli affetti più cari.

Rivedere i miei amici, superare la distanza tra noi: che bello!Perché diciamolo pure, la tecnologia aiuta notevolmente ma – per fortuna – non sostituisce persone e relazioni. Le mantiene vive, questo sì, ma è nel condividere del reale tempo insieme, anche se poco, che si può andare più nel profondo. E quando, come me, vivi lontana da quella che hai chiamato casa per quarant’anni ecco che ti accorgi di alcuni dettagli a cui prima avevi dato poco peso. Ma, come dico sempre io, sono i dettagli a fare la differenza.

Di recente sono venuti a trovarmi alcuni amici, io mi dividevo tra il lavoro e la loro compagnia. È stata una settimana intensa, sempre di corsa, con la bocca aperta per parlare, ridere o mangiare la qualunque. È stato un sali scendi tra luoghi da visitare e birrette in ogni dove. Di chiacchiere con gli asini, avventure con il pedalò Flamingo e tramonti spettacolari vissuti dalla barca o in cima a un’altura.

Per me, vederli scattare foto e dirmi che vivo in un bel posto mi ha resa fiera, amo mostrare i lati nascosti di questa terra, la mia isola di Zante. Ma non solo, amo condividere, e lo faccio al lavoro tutti i giorni condividendo appunto le emozioni e gli sguardi ammirati dei turisti che si trovano di fronte ad alcuni scorci da lasciare senza fiato, ma con gli amici è diverso, la loro emozione diventa ancora di più la tua emozione. È un regalo unico e inimitabile.

La distanza da casa è anche questo.

Sentirsi ogni tanto smarriti di fronte a piccoli imprevisti quotidiani, o anche desiderosi di una coccola o un abbraccio da chi ti conosce da sempre e sa senza bisogno di dare spiegazioni. La vita all’estero da sola mi ha fortificata da un lato, ma dall’altro mi ha anche resa più “fragile”. Mi sono resa conto che a volte mi mancano quelle piccole cose che qua non ho. Ne ho tante altre, ma alcune decisamente no e allora se, come ho detto prima, sono i dettagli a fare la differenza, anche le piccole cose che ti mancano la fanno.

Nel corso della toccata e fuga dei miei amici fatta solo per trascorrere del tempo insieme a me ho capito tanto. Ho colto quelle sfumature che quando sei inserito nella tua comfort zone forse fai più fatica a percepire. Loro ci sono, loro mi mancano, ma noi siamo sempre gli stessi. Non importa la distanza oggettiva o fisica, non c’è quella emotiva e di condivisione, è quando manca quella che il rapporto è in crisi. E non è la quantità a decretare l’intensità di una relazione, quanto piuttosto la qualità. E se non ci si stacca da casa alcune riflessioni non si fanno, per logica.

Superare la distanza e tuffarsi: che emozione!Alcuni abbracci hanno un valore diverso, alcune lacrime hanno un sapore più intenso.

Perché lo ammetto, ho pianto fuori dall’aeroporto quando sono partiti. Ho pianto perché è stato bello vederli, viverli qua in questo posto che ho imparato a chiamare casa. Perché mi hanno fatto una sorpresa, proprio a me, la regina delle sorprese. Mi sento grata e fortunata di avere questo amore intorno a me, non sarà quello romantico ma è amore. Ho pianto perché loro sono il prezzo della mia felicità. È vero che potrei tornare nella mia casa natia se solo lo volessi, ma la scelta di rimanere qua è quello che, anche se a volte costa, mi fa stare bene in questo momento. Egoista o no, credo che ognuno di noi abbia il diritto, ma anche il dovere, di essere felice.

Chi come me è partito, poi ritornato, poi ripartito sa di cosa parlo.

Non importa se solo in Grecia o dall’altra parte del mondo. Chi parte sa anche che se non avesse deciso di lasciare qualcosa alle spalle e di intraprendere una nuova avventura alcune emozioni non le avrebbe vissute, né fatte vivere. Questo è il lato oscuro della distanza, quello che talvolta ci fa piangere segretamente in un letto che non è il nostro mentre fuori parlano una lingua diversa da quella con cui siamo cresciuti, ma è lo stesso che ci fa battere forte il cuore, ci fa capire davvero chi siamo, cosa vogliamo e chi abbiamo davvero intorno. Distanza, ti dico grazie!

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