Quando ho preso la decisione di partire, lo ammetto, ho pensato solo a me stessa. Era una fase di enorme cambiamento e ho colto al balzo l’occasione per dare una svolta alla mia vita. La mia scelta si è rivelata vincente e negli ultimi due anni mi sono messa nuovamente in gioco. Ho trovanto nuove opportunità per stare bene, essere di nuovo fiera di me e felice. “La felicità costa, è per quello che alcune persone preferiscono essere infelici”. Mi sono imbattuta in questa frase tempo fa su Instagram e mi sono trovata pienamente d’accordo con le parole.
Io lo so qual è il prezzo che pago per il mio benessere attuale: la distanza dagli affetti più cari.
Perché diciamolo pure, la tecnologia aiuta notevolmente ma – per fortuna – non sostituisce persone e relazioni. Le mantiene vive, questo sì, ma è nel condividere del reale tempo insieme, anche se poco, che si può andare più nel profondo. E quando, come me, vivi lontana da quella che hai chiamato casa per quarant’anni ecco che ti accorgi di alcuni dettagli a cui prima avevi dato poco peso. Ma, come dico sempre io, sono i dettagli a fare la differenza.
Di recente sono venuti a trovarmi alcuni amici, io mi dividevo tra il lavoro e la loro compagnia. È stata una settimana intensa, sempre di corsa, con la bocca aperta per parlare, ridere o mangiare la qualunque. È stato un sali scendi tra luoghi da visitare e birrette in ogni dove. Di chiacchiere con gli asini, avventure con il pedalò Flamingo e tramonti spettacolari vissuti dalla barca o in cima a un’altura.
Per me, vederli scattare foto e dirmi che vivo in un bel posto mi ha resa fiera, amo mostrare i lati nascosti di questa terra, la mia isola di Zante. Ma non solo, amo condividere, e lo faccio al lavoro tutti i giorni condividendo appunto le emozioni e gli sguardi ammirati dei turisti che si trovano di fronte ad alcuni scorci da lasciare senza fiato, ma con gli amici è diverso, la loro emozione diventa ancora di più la tua emozione. È un regalo unico e inimitabile.
La distanza da casa è anche questo.
Sentirsi ogni tanto smarriti di fronte a piccoli imprevisti quotidiani, o anche desiderosi di una coccola o un abbraccio da chi ti conosce da sempre e sa senza bisogno di dare spiegazioni. La vita all’estero da sola mi ha fortificata da un lato, ma dall’altro mi ha anche resa più “fragile”. Mi sono resa conto che a volte mi mancano quelle piccole cose che qua non ho. Ne ho tante altre, ma alcune decisamente no e allora se, come ho detto prima, sono i dettagli a fare la differenza, anche le piccole cose che ti mancano la fanno.
Nel corso della toccata e fuga dei miei amici fatta solo per trascorrere del tempo insieme a me ho capito tanto. Ho colto quelle sfumature che quando sei inserito nella tua comfort zone forse fai più fatica a percepire. Loro ci sono, loro mi mancano, ma noi siamo sempre gli stessi. Non importa la distanza oggettiva o fisica, non c’è quella emotiva e di condivisione, è quando manca quella che il rapporto è in crisi. E non è la quantità a decretare l’intensità di una relazione, quanto piuttosto la qualità. E se non ci si stacca da casa alcune riflessioni non si fanno, per logica.
Alcuni abbracci hanno un valore diverso, alcune lacrime hanno un sapore più intenso.
Perché lo ammetto, ho pianto fuori dall’aeroporto quando sono partiti. Ho pianto perché è stato bello vederli, viverli qua in questo posto che ho imparato a chiamare casa. Perché mi hanno fatto una sorpresa, proprio a me, la regina delle sorprese. Mi sento grata e fortunata di avere questo amore intorno a me, non sarà quello romantico ma è amore. Ho pianto perché loro sono il prezzo della mia felicità. È vero che potrei tornare nella mia casa natia se solo lo volessi, ma la scelta di rimanere qua è quello che, anche se a volte costa, mi fa stare bene in questo momento. Egoista o no, credo che ognuno di noi abbia il diritto, ma anche il dovere, di essere felice.
Chi come me è partito, poi ritornato, poi ripartito sa di cosa parlo.
Non importa se solo in Grecia o dall’altra parte del mondo. Chi parte sa anche che se non avesse deciso di lasciare qualcosa alle spalle e di intraprendere una nuova avventura alcune emozioni non le avrebbe vissute, né fatte vivere. Questo è il lato oscuro della distanza, quello che talvolta ci fa piangere segretamente in un letto che non è il nostro mentre fuori parlano una lingua diversa da quella con cui siamo cresciuti, ma è lo stesso che ci fa battere forte il cuore, ci fa capire davvero chi siamo, cosa vogliamo e chi abbiamo davvero intorno. Distanza, ti dico grazie!