Giulia - Giappone
Non sono una di quelle ragazze che vivevano con la valigia pronta, di quelle che avevano la certezza che il loro futuro sarebbe stato vagabondo. Ma non sono nemmeno una di quelle che pensavano che sarebbero rimaste lì dove hanno sempre vissuto. Quindi, sono una di quelle che…? Suppongo che nel momento in cui stai per abbandonare i venti ed entri nei trenta, dovresti saperti definire. Io no. Le amiche cominciano a sposarsi, qualche coetanea ha persino figli. Io non ho nemmeno un fidanzato. Siamo io, una che ha accettato il fatto di essere in continua evoluzione, e le mie decisioni di vita. E allora parliamone di queste decisioni! Numero uno, quella che ha messo in moto tutto: a 23 anni, ho lasciato il lavoro e mi sono iscritta alla Statale di Milano per studiare giapponese una lingua che mi ha stregato e mi ha ridato la voglia di apprendere che al liceo avevo perso. Numero due: dopo laurea e master ho fatto armi e bagagli e mi sono trasferita in Giappone. Sono arrivata nell’Aprile 2014 che non conoscevo assolutamente nessuno, e ricostruirmi una vita quotidiana in totale solitudine dall’altra parte del mondo è stata una delle esperienze più difficili della mia vita. Ho fatto 3 anni da studente in cui dovevo lavorare quasi sempre 7 giorni su 7 facendo 3 lavori part-time e dando lezioni private di italiano per potermi mantenere in tutto e per tutto. Dopo essermi diplomata ad una scuola professionalizzante di design, ho cominciato a lavorare in una compagnia esclusivamente giapponese: dopo tutti gli sforzi che avevo fatto, l’esperienza è sicuramente valsa i 10 e passa anni di studio che mi ci sono voluti per arrivare qui. Numero tre: all’inizio del 2019, dopo mesi di lunga e sofferta riflessione, ho deciso che a Settembre 2019, a 5 anni e mezzo dal mio arrivo, lascerò il Giappone per una nuova meta. La speranza è di poter continuare ad utilizzare le conoscenze linguistiche e culturali maturate in questi anni nel prossimo lavoro e nel prossimo paese. Ecco dove mi hanno portato le mie decisioni, le mie compagne, il bagaglio senza limiti di peso e dimensioni che non posso mettere in stiva. Alla luce di tutto questo, ancora mi chiedo come le persone mi abbiamo potuto chiedere se volevo rimanere in Giappone per sempre, e come adesso mi chiedano se non tornerò mai in Italia: “sempre” e “mai” sono un tempo molto lungo e nessuno sa cosa può accadere, quindi per una persona che si considera in evoluzione, come me, la risposta più corretta è “per ora”.