Sono trascorsi esattamente otto anni dal giorno in cui lasciai casa mia per cercare fortuna nella capitale dublinese.
Oggi non posso fare a meno di pensare a come questi anni lontano dal mio paese d’ origine, dalle mie abitudini, dalla famiglia e dai miei affetti più cari, mi abbiano trasformata e fatto diventare la donna che sono oggi.
A volte mi chiedo come questa donna sarebbe diventata se avesse continuato a vivere nel Bel Paese.
La sensazione che più ricorre corrisponde ad uno stato di ”sospensione”, che seppur momentaneo, presenta tuttavia un certo grado d’ intensità. Questo grado di sospensione che spesso vivo, mi offusca la mente con domande e pensieri.
Le domande che mi rivolgo sono più o meno sempre le stesse ed hanno a che fare con la vita ed il tempo che deciderò di trascorrere ancora da expat. Tornerò mai ”indietro”, mi chiedo io, è forse questo il luogo dove voglio spendere il resto della mia vita? Che opportunità potrei avere se decidessi di tornare in Italia adesso?
Per quanto mi sforzi a capire, ammetto di non avere ancora una risposta a questi quesiti.
Inevitabilmente poi penso a mia figlia che è nata qui e al regalo che le faccio dandole l’ opportunità di crescere bilingue.
Poi ancora mi chiedo se è in questa città che voglio continuare ad educarla e vederla un giorno farsi adulta.
Mi chiedo se come madre expat sarò abbastanza brava a trasmetterle le mie radici, la cultura e la storia di un paese che non leggerà o apprenderà sui libri di scuola.
E ancora, mi domando se mi disprezzerà perchè non le ho dato la possibilità di crescere in un un paese dove le quattro stagioni esistono, e il sole si affaccia quasi ogni giorno alla finestra di casa.
Chissà poi, se da grande, sarà contenta di aver giocato con i fratelli Damy e Dayo dall’ Africa, con la compagna di scuola, Pretty, dall’ India, o con l’ allegro e sorridente Willie, dalla Cina.
Forse, alla fine di tutto, penso che questo stato di sospensione avrà un senso…
le domande, i pensieri, le insicurezze, fanno in fondo parte del ”gioco”.
Tra questo intreccio di punti interrogativi, non posso far altro quindi che aspettare.
Aspettare che le risposte arrivino, e che questi pensieri un giorno svaniscano o prendano una forma diversa.
Nel frattempo, penso, continuerò a sentirmi sospesa… sospesa come le nuvole del cielo di Dublino che di tanto in tanto decide di strapparci un sorriso, proprio come oggi.
Chi sono
1 Commento
Ti ho trovata tramite “mamma in oriente”. Bei pensieri. Mi sono sempre chiesta cosa farei se avessi un figlio. Viaggio spesso, mi muovo spesso per lavoro o per semplice esplorazione. Ho sempre pensato che la mia vita in pianta stabile la vorrei qui in Sardegna dove purtroppo però, ora come ora, ci sono poche opportunità lavorative per rimanere in piante stabile. Quindi pur essendo il luogo perfetto per creare una famiglia (un luogo incontaminato, dove la natura ha ancora importanza, così come le tradizioni, il cibo, e tutte le cose belle dell’Italia) ma poi nel concreto, è un luogo privo di possibilità per assicurare un futuro sereno ad una persona. Quindi, a questo punto, ho capito che bisogna trovare dei compromessi, delle sospensioni, come dici tu 🙂 alla fine, lì dove sei manca qualcosa, ma forse in Italia mancherebbe altro, chi lo sa 🙂