Avevo circa 20 anni quando esplose la mia passione per i viaggi, anche se in quel periodo era per lo più virtuale. La domenica, subito dopo pranzo, mi incollavo davanti alla televisione per seguire su Rete4 le peripezie di un gruppo di donne che per 100 giorni lasciavano casa e famiglie per cimentarsi in spedizioni alla scoperta di paesi lontani. Credo che sia stato uno dei primi reality-show di viaggi, che per fortuna nel tempo ha mantenuto la sua connotazione di documentario.
Ogni domenica conoscevo paesi lontani e viaggiavo con la fantasia. Quando durante le puntate, una donnavventura rinunciava al viaggio per fatica, nostalgia e tornava a casa dicevo: “la sostituisco io!”.
Nel 2011 invio per gioco la richiesta per partecipare alle selezioni di Donnavventura. Non mi faccio illusioni, ho già più di 30 anni e al programma partecipano ragazze poco più che ventenni. Passo il filtro e tra le migliaia di richieste vengo scelta con altre 2999 ragazze di tutta Italia per partecipare ai primi provini. Ricordo ancora chiaramente il giorno, anche se non ricordo la data. Era un freddo pomeriggio di febbraio, pioveva, un’amica mi accompagnò in fiera a Milano. È stata un’emozione. Ero imbarazzatissima davanti alla telecamera, non ero pronta per il provino ma lo ero a mollare un posto fisso, un fidanzato e partire. Le conseguenze non mi importavano. Come potete immaginare non mi hanno preso ma non sapete quanto ho fantasticato. Quell’anno il Grand Raid era nell’oceano indiano, da Dubai al Madagascar…è sulla mia lista.
Ho avuto la fortuna di vedere mete esotiche abbastanza precocemente rispetto ad alcuni coetanei grazie al fatto che avessi un lavoro che mi permettesse di pagare cifre costose per le vacanze.
Ho detto vacanze perchè devo ammettere che le mie prime esperienze di viaggio sono state in villaggi vacanze o resort all inclusive: tutto quello che un viaggio non rappresenta. Non fraintendetemi, non ho nulla in contrario con chi sceglie di passare le proprie vacanze in questo modo ma credo che siate d’accordo con me che lascia ben poco spazio alla conoscenza “reale” del luogo che si sta visitando. Tutto viene sviluppato su “misura” del turista. Nonostante in questo viaggio stia tentando di esplorare i vari luoghi in autonomia, alcune volte mi tocca scendere a compromessi e affidarmi a tour o pacchetti per visitare posti che altrimenti non potrei raggiungere sola o semplicemente perchè il costo si raddoppierebbe se non triplicherebbe e non mi dimentico che sono disoccupata!
Ritornando al discorso reality, volevo solo dirvi che anch’io oggi festeggio i miei 100 giorni di viaggio, sono una donnavventura anch’io e sono orgogliosa di me stessa.
Chi sono