E se ci accadesse…
Quando mio marito ed io abbiamo avuto la certezza di doverci trasferire all’estero, abbiamo cominciato a stilare la lista di tutte le azioni da compiere prima della partenza e una volta arrivati a destinazione.
Il nostro intento era quello di non lasciare nulla al caso e di non farci trovare impreparati.
Abbiamo pensato a tutto ciò che poteva essere indispensabile da portarci dietro: documenti personali e medici, certificati scolastici, certificati sanitari della gatta, e così via.
Siamo partiti tranquilli poiché ci pareva di aver sotto controllo ogni evenienza e di essere in grado di affrontare qualsiasi necessità.
Dopo il nostro arrivo a Doha, con due figli di 10 e 11 anni, ci siamo resi conto che, nonostante la nostra accurata e ragionata preparazione prima della partenza, dovevamo ancora affrontare un aspetto vitale e importantissimo.
L’elemento che ci era sfuggito e che non avevamo per nulla preso in considerazione è emerso durante una cena fra amici, quando una signora ci raccontò la vicenda accaduta ad una famiglia irlandese residente in Qatar.
Questa è la storia.
I genitori erano rimasti vittima di in un grave incidente d’auto ed i tre figli della coppia erano stati prelevati dalle scuole e presi in carico dalle autorità locali, che li avevano assegnati ad un orfanotrofio della città, in attesa di svolgere tutte le procedure legali per il rimpatrio e stabilire a chi andasse il loro affidamento.
I genitori non avevano lasciato scritte le loro volontà, quindi era stato compito degli organi competenti del paese di origine, l’Irlanda, risolvere legalmente il problema. Apparentemente, la procedura aveva richiesto mesi e gli orfani erano rimasti in Qatar fino a sentenza avvenuta, ospiti del centro per minori.
Non so se il racconto sia una leggenda metropolitana, se sia stato romanzato, se con il passare di bocca in bocca sia stato ingigantito o rivisitato. Certo è che nelle nostre menti di genitori ha scatenato un terremoto.
Ci siamo domandati: “Cosa succederebbe ai nostri figli ancora minorenni se noi due dovessimo mancare come nel caso della coppia irlandese? Come tutelare i nostri bambini in un paese dove diritti di famiglia e leggi sono assai diversi dai nostri in Europa?”.
Quello che più ci spaventava era lasciare la decisione sul futuro dei nostri bambini ad un estraneo, ad un tribunale, che nulla sapeva di noi e del nostro vissuto.
Vero o non vero, l’episodio in questione ci ha spinto a prendere contatto con uno studio legale a Doha per stendere un Last Will and Testament, nel caso mio marito ed io rimanessimo vittime in una circostanza inaspettata.
L’atto legale, redatto in inglese ed arabo, vidimato presso il Ministero della Giustizia qatarino, regola gli aspetti economici e dà chiare direttive su chi dovrà occuparsi dei nostri figli in nostra assenza.
Dopo aver ponderato e riflettuto, nel documento sono stati trascritti i nomi dei tutori legali che noi genitori abbiamo scelto. A Doha, i nostri amici più intimi accoglieranno e prendereranno temporaneamente in carico i nostri figli in attesa che dall’Italia giungano le mie sorelle, designate quali tutori legali.
Abbiamo poi istruito i bambini su quello che dovranno fare nel caso papà e mamma non siano più in grado di prendersi cura di loro per qualsiasi ragione.
I numeri di emergenza da contattare in caso di pericolo sono memorizzati nei vari cellulari e trascritti su visibili note appese in casa.
Sotto la voce Emergenza Ambasciata c’è il numero di cellulare operativo 24 su 24 dell’Ambasciata Italiana in Qatar; alla voce Emergenza Amici, i numeri di cellulare della famiglia a noi più cara; infine, sotto la voce Emergenza, il 999.
Inoltre abbiamo insegnato ai ragazzi ad aprire la cassaforte con i soldi e passaporti, e spiegato il valore e l’uso di quel documento, di vitale importanza soprattutto se da soli e in emergenza.
Non è stato facile trattare questo argomento con i bambini.
Abbiamo cercato di non spaventarli e, al contempo, di far loro capire l’importanza delle informazioni che gli stavamo trasmettendo.
Le loro reazioni sono passate dal rifiuto, alla paura, infine alla consapevolezza.
Dopo queste procedure ci siamo sentiti più sollevati: eravamo coscienti di aver insegnato ai nostri figli a far fronte ad un caso di grave difficoltà.
Non li lasceremmo smarriti e soli in una situazione di per sé già drammatica, ma li vogliamo affidare alle cure di persone amorevoli che possano sostenerli, come ultimo gesto di amore immenso che dei genitori possono compiere per loro.
A proposito: alle mie sorelle è stato previsto l’affidamento anche la mia amata gatta, anche lei inserita nel Testamento, perché parte della famiglia a tutti gli effetti.
Chi sono