“Ma ci sarà un souvenir
Che ci commuoverà fino a farci contenti.
Tieniti il tuo souvenir
Da mettere via poi ridicendoti avanti.”
Franziska è partita.
Franziska è una delle persone più genuinamente buone che io abbia mai incontrato.
Ha l’innata capacità di trovare una scintilla di bontà in chiunque. Sa sorridere dell’ironia spesso un po’ troppo pesante delle cose. Ti regala un gesto gentile anche quando, davvero, vorrebbe tirarti il collo.
Franziska, senza nemmeno saperlo, mi ha aiutata un sacco quando il mio disturbo alimentare è tornato a bussare alla porta. In maniera discreta ma ferma, ha controllato mangiassi almeno un pochino, bevessi il giusto e mi prendessi cura di me stessa. Mi ha stretto la mano, indicato la via e si è assicurata la percorressi senza inciampare.Qualche sera fa, per salutarla come si deve, abbiamo cucinato qualcosa tutti insieme: Franziska, Yannick ed io.
Fedeli ad una tradizione che abbiamo istituito un anno e mezzo fa, siamo andati a fare la spesa e ci siamo messi in cucina. Tra un sorso di vino ed una canzone di De Gregori, abbiamo sfornato una pasta al forno con le verdure da leccarsi i baffi, prima di aiutarla a impacchettare libri e scartoffie ridendo del suo essere adorabilmente disorganizzata. Roba che Hoarders, in confronto, è niente.
Di Franziska mi rimangono le playlist allucinanti con le quali inaugurava le giornate, fatte di Celentano, Bennato e Battisti. In camera mia, ora, campeggia la sua bellissima poltrona di vimini e la dispensa è ancora piena delle sue millemila scatole di muesli.
Di lei mi restano quattro anni di risate, complicità, convivenza, avventure e exploits culinari un po’ avantguarde.
Roba che voi umani, se vi va bene, non avete dovuto assaggiare.
Franziska è stata un’amicizia inaspettata e istintiva, della quale sono estremamente grata. Vivere con lei mi ha insegnato davvero tanto e regalato momenti indimenticabili. Ora che è partita per coronare un sogno che coltivava da almeno un paio d’anni, siamo un po’ malinconici e tanto orgogliosi di lei.
A conti fatti, è stata la dimostrazione vivente che il Cielo li fa e poi li fa convivere e crescere, almeno un pochino, insieme. Tutto ciò che ci rimane da dire, insomma, è solo questo: grazie.
Chi sono
2 Commenti
Una storia stupenda, in bocca al lupo ad entrambe dal profondo del cuore
Una cosa che ho riscontrato nell “amicizia expat” è che tende ad essere vera e genuina.
Queste persone diventano la nostra famiglia e il nostro punto di riferimento e, anche se si allontano fisicamente da noi, occuperanno sempre un posto importante dentro di noi! 🙂
Fabiola – Mallorca