Il mio nome è Lucrezia e vivo a Lisbona dal 2012 con mio marito M. e i miei 3 figli M. ( 4 anni), T. ( 2 anni) e R. ( 2 anni).
La mia avventura portoghese inizia nel 2007 grazie al progetto Erasums.
Cliché dei cliché, conosco M., lisboeta, e decido che voglio passare il resto della mia vita con lui a Lisbona.
L’Erasmus finisce e torno a Milano ( lacrime, lacrime, lacrime). Mi laureo ma non sono pronta per emigrare. Mi iscrivo alla specialistica a Milano, con il reale obiettivo di passare i successivi 2 anni a fare tirocini a Lisbona. Dopo molte notti insonne e tanti CV inviati, finalmente mi rispondono. Stage di 3 mesi. Accetto Ritorno a Lisbona.
Tre mesi fantastici lavorando in una Galleria d’Arte Contemporanea. Mostre, eventi, opere, artisti. Tirocinio finito, si torna a casa.
Milano di nuovo fino alla laurea ( con tanti viaggi da pendolare europea). Laurea specialistica conclusa. Non sono pronta per emigrare. Tento la sorte nel mercato di lavoro italiano. Altri 2 anni di voli. Malpensa diventa la mia seconda casa. Nel 2012 finalmente prendo coraggio e stacco il biglietto di sola andata ( cuoricini, cuoricini, cuoricini). E con questo biglietto inizia la mia storia di donna che emigra all’estero.
Mi piace il mare, anzi, adoro il mare, mi piace passeggiare nei quartieri antichi della città, soffro il mal di mare e odio il baccalà ( che è il piatto portoghese tradizionale per eccellenza). A volte dimentico delle parole in italiano, per cui le invento, a volte traduco espressioni italiane in portoghese ( che poi non hanno senso) I miei figli vanno matti per il parmigiano, il salame mantovano e i Pastéis de Bacalhau ( il famoso baccalà).
Vivo in un mix di culture in una città che non era “ casa mia” ma che lo è diventata.