Expat a tempo determinato: siamo trottole in giro per il mondo
Quando io e il mio fidanzato storico, poi divenuto marito, ci siamo trasferiti all’estero, sembravamo due trottole. Si passava da un progetto all’altro, sapendo della brevità degli stessi. Non avevamo, insomma, quel bisogno di restare a lungo nello stesso posto. Ok, vero, da Singapore non me ne sarei mai andata, lo ammetto. Ciononostante poi ho vissuto a Londra, Nizza, Bujumbura, Tripoli, Goma, Bangui. Ho anche visitato Baku e Abu Dhabi, prima del trasferimento a Dubai. Se fossi rimasta lì mi sarei persa una parte di mondo. Ad ogni modo, essere expat a tempo determinato non ci aveva mai creato problemi.
Expat a tempo determinato con i figli?
Tutto è cambiato con l’arrivo dei figli e la paura che una vita nomade potesse danneggiarli in qualche modo. Quando ci siamo trasferiti negli Emirati, sapevamo che sarebbe stato per due anni. Non potevo fare a meno di chiedermi se far conoscere ai bambini una realtà più grande, cosmopolita. Qui, infatti, parlare più lingue è la norma. Mi sono anche chiesta se seguire un sistema scolastico diverso ed introvabile a “casa” fosse più dannoso che positivo. Mi chiedevo costantemente cosa sarebbe successo una volta rientrati– ma potevano poi considerare casa un paese in cui stavano per poco tempo due volte all’anno? – in un sistema a cui non erano più abituati. Non nascondo di aver avuto periodi di angoscia in cui mi sembrava di aver sbagliato tutto. Poi, seduta a riflettere ed analizzare razionalmente il tutto, mi sono data una risposta.
Viaggiare è un’occasione preziosa!
Un viaggio è sempre una cosa positiva. Insegna tanto, nel bene e nel male. Dando ai figli l’opportunità di viaggiare e vivere in un altro posto, si permette loro di avere una visione diversa dalla prospettiva unica a cui erano abituati, la possibilità di scegliere dove vivere da adulti. Non tutti amano la realtà expat, c’è chi alla fine decide che casa è l’Italia ed è li che vuole vivere. C’è però anche chi decide che casa è un pò tutto il mondo, che vuole continuare a conoscere e ogni tanto tornare dove le radici hanno avuto inizio.
Le radici partono e non si spezzano.
Non ho mai tagliato il legame con l’Italia, continuo a parlare italiano con i miei figli in casa e pretendo che lo parlino bene. Non smetto di ricordare loro che in Italia ci sono i nonni, gli zii e i cugini e che è bello restare sempre in contatto. Ma è anche bello conoscere persone diverse, che parlano una lingua diversa, che provengono da altri paesi con usi e costumi differenti. Amo il fatto che i bambini siano abituati fin da piccoli a prendere l’aereo. Che non temano persone con un colore della pelle diverso dal proprio, con abiti differenti e che conoscano tradizioni diverse e sappiano festeggiarle.
Expat a tempo determinato: un’occasione da non sprecare, un dono sicuramente per i bambini che sapranno fare tesoro dell’esperienza unica che hanno vissuto.