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Sei felice all’estero?

Brevi chiacchiere mattutine con la giornalista Eleonora Voltolina

di Paola - Amsterdam
credits: Howei Wang 2024

Cos’è che definisce, per voi, l’essere felice?

Cos’è che vi spinge a varcare i confini italiani e a (ri)costruire una vita all’estero?
Cos’è che, poi, vi fa restare fuori o tornare a casa, supponendo che dopo anni di espatrio sappiate dare una definizione di casa?

A queste e altre domande cerca di rispondere una grande ricerca condotta da Eleonora, giornalista, mamma expat attualmente residente in Svizzera, creatrice della Repubblica degli Stagisti dedicata all’occupazione giovanile in Italia, e di The Why Wait Agenda dedicata al calo delle nascite in tutta Europa.

Eleonora ha contattato la nostra redazione, chiedendo di sostenere il suo progetto. L’occasione era troppo ghiotta per lasciarla scivolare senza nemmeno una domanda, così di rimando le ho proposto un caffè virtuale.

Non sapevo bene cosa aspettarmi da questa intervista – e poi non si sa mai davvero come gestire i vari Zoom. Teams, e Google meetings con uno sconosciuto: “Che background uso? Che mi metto? Ho abbastanza luce in stanza? Ho chiuso il gatto?”. C’è sempre un gatto nei meeting. Così, ho deciso di andare con il minimo indispensabile: abbastanza luce in stanza da non far sembrare che io stia in una catacomba – in una casa dove le finestre sono chiuse di giorno per impedire che il caldo entri, cellulari lontano dalla mia vista per evitare distrazioni, e nessun rigido script di domande per essere disponibile a qualunque piega della conversazione.
Quando il video è partito, sono stata avvolta da un bel sorriso, grandi occhiali da vista con montatura dello stesso punto di rosso del mio, una maglia a righe sottili ritagliata su sfondo di libri a parete, e una gatta che voleva salutare a ogni costo. (Ecco di chi è il gatto odierno.)

Eleonora Voltolina ritratto

la nostra amica ed expat Eleonora

Eleonora e la gatta mi guidano tra i numeri e il contesto; la mia nuova amica umana mi dice questo:

  • gli iscritti all’Aire nel 2023 sono stati 82 mila;
  • i paesi più gettonati per il trasferimento in Europa sono stati Regno Unito (nonostante Brexit), Germania, Francia, Svizzera, Spagna e Belgio;
  • finora sono arrivate oltre 600 risposte alla ricerca;
  • i questionari, in realtà, sono due!
  • il progetto è sostenuto dalla Fondazione Migrantes: Eleonora sta lavorando insieme a Delfina Licata, ricercatrice e curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo.

“Interessante. Ma tu che ci fai in Svizzera?”, chiedo io.
“Se te lo dico non ci credi”, dice lei.
Mi racconta che viveva a Milano insieme a suo marito svizzero. All’inizio del 2020, uno strano virus proveniente dalla Cina porta alla chiusura temporanea delle scuole. “Saranno solo un paio di settimane”, commenta la suocera svizzera, venite da me a respirare un po’ di aria buona.” Ma quando giunge l’ora di tornare indietro, le frontiere si chiudono improvvisamente sotto al loro naso. Due settimane diventano tre, poi quattro, poi il numero aumenta ancora, mentre i monti svizzeri si fanno strada definitiva nei cuori della famiglia. Ci vorranno mesi prima che si riesca ad organizzare il trasloco da Milano e prendere di nuovo possesso del guardaroba di tutti: con un trolley da cabina e l’impossibilità di rientrare in suolo italiano, Eleonora si è fatta expat dall’oggi al domani, ed è diventata protagonista della sua stessa ricerca.

“Guardando i dati ufficiali degli italiani all’estero, quali sono i paesi in cui siamo più presenti?“
A parte la massiccia presenza concentrata in alcuni Stati Europei, in qualche modo prevedibile, c’è una grande fetta che si trasferisce in Brasile, negli Stati Uniti e in Asia”.

“Nonostante il bisogno della VISA sia condizione necessaria fuori dall’Europa?”
“Nonostante queste condizioni. Non so dirti esattamente il motivo. Ci piacerebbe conoscerlo e questo sarà senz’altro possibile attraverso la nostra ricerca, ma al momento non abbiamo abbastanza dati: mancano i rappresentanti di tanti paesi! ”

Eleonora parla con entusiasmo e passione della sua ricerca; spera di coinvolgere quanti più italiani possibile, sia mamme che papà, e vuole arrivare ad almeno 1000 questionari compilati.

“Chi puo’ partecipare alla ricerca?”
“Letteralmente tutti coloro che vivono o hanno vissuto all’estero, purché abbiano figli che non superino i 25 anni nel 2024. Possono essere sposati, divorziati, single, con partner italiani o misti, con figli biologici o adottivi, nati in Italia o nel paese straniero. Non ci sono limiti”.

“Hai detto anche coloro che hanno vissuto all’estero. C’è un questionario diverso per loro?”
“Sì. Le domande sono molto specifiche, ogni questionario richiede circa 15 minuti di tempo per essere compilato: vogliamo essere certe di fare una radiografia il più possibile accurata, e questo include anche capire perché si decide di rientrare”.

“Tutto molto bello, ma poi cosa succede? Avete un progetto per trasformare questi dati in qualcosa di concreto?”
“Il primo obiettivo è la divulgazione. Una ricerca così completa non è mai stata organizzata, e noi la pubblicheremo sul Rapporto Italiani nel Mondo 2025. Il secondo obiettivo è la riflessione per il cambiamento e l’elaborazione di proposte di policy: qualora i dati dovessero dare evidenza di lacune in prodotti, servizi, beni e assistenza da parte dello Stato Italiano, grazie alla ricerca sarà possibile avere elementi concreti per aprire un dialogo con le Istituzioni e lavorare per migliorare le cose.”

Una riflessione per il cambiamento.

Se penso ai motivi più diffusi per cui molti di noi partono, l’obiettivo di Eleonora suona molto ambizioso… Ci piace!

gatto guarda dalla finestra

Cupcake, la gattina curiosina.

Ho ringraziato Eleonora per il tempo che mi ha concesso e per aver messo in piedi un progetto tanto interessante.
La partecipazione delle famiglie, madri e padri, è vitale per sapere come viviamo davvero all’estero e qual è il tipo di felicità che inseguiamo. Per questo motivo, se rispondete al profilo che Eleonora sta cercando, sarebbe bello se contribuiste a questa ricerca e condivideste i link con gli altri italiani. I questionari sono anonimi, a meno che non vogliate lasciare un vostro contatto.

Qui il link se siete expat;

Qui il link se siete stati expat.

Le domande contenute nel questionario sono anche un buono spunto di riflessione per fare un bilancio personale.

Fatto buffo a monte di tutta questa intervista: io il questionario lo ho compilato prima ancora di ricevere l’appello di Eleonora in redazione, e sono una di quelle persone che lo ha firmato e si è resa disponibile ad approfondimenti. Quando ci siamo incontrate per l’intervista, abbiamo avuto due minuti di astrazione e non sapevamo bene chi dovesse fare le domande a chi. Ma complice la gatta che ci ha riportato alla realtà, alla fine ce la siamo cavata.

(credits foto copertina: Howei Wang)

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