Felicità che risplendi
Un titolo così spregiudicatamente vago può essere giustificato solo da un contenuto (almeno) chiarissimo.
Il cuore del contenuto è questo: la felicità, parte due.
“Parte due” perché qualche mese fa ho scritto di cosa avevo scoperto che fosse la felicità.
Oggi però vorrei parlare di quando te la ritrovi nella vita.
Senza averla chiesta e senza averla aspettata o cercata, proprio quando iniziavi a credere alle piccole cose felici (a cui continuo a credere) ed arriva lei splendida splendente ad arricchire i tuoi spazi.
Ho deciso di esplorare, scrivendone oggi, questa felicità perché non se ne parla mai.
Parliamo sempre delle felicità quando passano, quando sono già finite, parliamo del dolore, della nostalgia, della mancanza, dei pezzettini che restano.
Quei pezzettini da cui poi ricominciano a rinascere i sistemi quotidiani e i sentimenti, quei pezzettini a cui ci aggrappiamo quando è l’unica strada percorribile data la nostra minuscola umanità.
Ce ne accorgiamo da quei pezzettini: chi siamo, su cosa possiamo appoggiarci, se esiste un luogo nel mondo in cui andare a respirare, che può “salvarci”, da quale punto del nostro baricentro possiamo riunire le molecole e alla fine rimetterci in piedi.
Iniziare a camminare, leggere, scrivere, cenare, ballare e dopo molto tempo, sorridere. Di nuovo.
Invece di questa felicità splendente non ho mai scritto, (forse sono nota per essere una da “saudade”, una da blu scuro più che da giallo acuto), ma voglio provarci perché possiamo scoprirci voi nuovi lettori ed io nuova “scrittrice” o meglio “scrittrice” di nuove cose.
E lo voglio fare ora perché è il momento esatto in cui sto vedendo più colori che mai.
Quindi sì, scriviamo della felicità splendente.
Questa sconosciuta a cui la generazione 2.0, pare non sia destinata. Ed invece succede.
La mia è una vita felice.
Lo è, in primis, perché sono una persona a cui fa male il naso (che si arriccia) e a cui sono spuntate le zampe di gallina intorno agli occhi per tutte le volte in cui rido.
In segundis lo è perché sono al posto in cui volevo essere.
Poi lo è perché sogno, certo un po’ meno in grande di quando avevo 16 anni, ma sono comunque sogni (realizzabili).
È una vita felice perché sono nata e vivo nel lato fortunato del mondo e non conosco crisi umanitarie, politiche anti-sociali, malaria, guerre civili, granate, barconi che si riempiono di speranza e sono l’ultima spiaggia verso la vita.
È una vita felice perché i miei occhi trovano la bellezza che cerco in tante cose.
È una vita felice perché oggi ho dei sentimenti che scavalcano e altri a cui ho detto di essere più cauti.
È una vita felice perché sono libera.
Perché non sono obbligata ad avere un padre che mi faccia da tutore e mi dia il permesso per uscire di casa tutti i giorni e che controlli tutti i miei movimenti.
Perché credo nelle rivoluzioni, quelle grandi che creano nuovi ordini, necessari nel tempo e nello spazio e quelle piccole che quotidianamente spostano abitudini.
È una vita felice perché sto crescendo in una città in cui mi sento nella mia pelle, nonostante tutto.
È una vita felice perché a Barcellona vedo l’amore per intero, quello che si stringe nelle mani di due uomini, nelle bocche di due donne, nei corpi di un uomo e una donna.
È una vita felice per una certa sensibilità che mi fa sentire le cose in modo forse “diverso” e che che mi fa essere qui a tradurre tutto questo su un foglio bianco.
È una vita felice per la scrittura, amica dei giorni pieni e delle solitudini.
È una vita felice perché quando si ama, si trova un modo, una ragione, un filo da tracciare, un cielo da guardare, sempre.
È una vita felice per un milione di ragioni, per cui mi sento in dovere di dire grazie ogni giorno, quante più volte riesca a farlo.
Chi sono
2 Commenti
Un articolo stupendo. è vero, la felicità non è solo nelle piccole cose, né in quelle troppo grandi. La nostra felicità (e fortuna) è che siamo parte di un mondo dove abbiamo cibo, cure, istruzioni, dove tutto è molto molto facile che a volte quasi mi sento in colpa. Noi dobbiamo felici perché siamo donne, ma libere.
Perché possiamo avere un pensiero libero, è scriverlo, dirlo, urlato.
perché possiamo amare liberamente. quoto tutto quello che hai detto!
Ciao Alessandra,
è esattamente quello che penso anche io. Dobbiamo essere grate ogni giorno per piccole cose che diamo per scontate, dal cibo in tavola all’acqua calda, cose che sembrano quotidiane ed invece lo sono solo nella parte fortunata dell’emisfero. Io mi sento fortunata e felice solo per questo. Se a tutto questo si aggiungono motivi personali ed umani, si aggiunge la certezza che la felicità la trovi dentro e non necessariamente fuori di te, la felicità risplende davvero ed sforgia anche un sorriso smagliante.
Essere donne è così complesso, che possiamo davvero capirlo solo noi. La libertà, per me è il valore più importante della vita. Quindi blessed anche e soprattutto per questo!
Grazie per avermi letta,
Ti mando un bacione virtuale e alla prossima!
L.