Il mese scorso al Centro Culturale Italiano di Vancouver ho avuto il piacere di presentare il nostro libro https://donnecheemigranoallestero.com/libri-parole/nostro-ebook-donne-expat/
Tutti italiani, molti amici, soprattutto donne e qualche faccia nuova hanno partecipato incuriositi dalla novità.
Hai scritto un libro?!
–Beh sono solo una delle autrici.
Avete un blog?!
–Ed una pagina Facebook!
Come vi siete conosciute?
–Non ci “conosciamo” siamo in connessione.
Come vi è venuta l’idea?
–L’idea è di Katia, raccogliamo fondi ed è un bel modo per fissare le nostre storie online sulla carta…
Mi hanno fatto davvero tante domande, prima e dopo la presentazione. Molte erano di tipo personale e, devo dire la verità, mi hanno fatto molto piacere. Perchè, care mie, un conto è scrivere ed un conto è parlare di sé. La scrittura, certo, aiuta a mettere ordine nelle idee e nei sentimenti ma la parola…la parola ha una potenza incredibile nel generare legame ed empatia con il tuo pubblico. Mi sono raccontata a cuore aperto, vi ho raccontate per come vi ho capite, attraverso i vostri testi. Ci ho raccontate, noi tutte migranti, attraverso i miei occhi ed i miei pensieri e sentivo forte il coinvolgimento di chi mi stava di fronte. Cenni del capo, sorrisi complici tra le amiche, occhi lucidi e autentica commozione. Come è dura la nostra ventura, come è difficile tenere in equilibrio le nostre vite, piene, gratificanti ma molto complicate.
Bisognerebbe farne di più di incontri così. Per un libro che esce, per un evento o per il semplice piacere della condivisione. La condivisione, questa secondo me è la grande forza dalla quale e per la quale nasce il nostro libro, il blog e tutto il resto. Mettere in rete le nostre esperienze per non sentirci sole, per non lasciare soli gli altri, per spiegare, interpretare, dare una versione a quello che a volte sembra solo una serie anomala di avvenimenti.
Ha ragione chi dice che questo libro è per gli emigranti ma forse, ancora più, per chi non lo è. Perché per chi sta a casa è difficilissimo capire quello che viviamo noi expat. E noi, dal canto nostro, spesso diamo per scontato che ci capiscano o che debbano sforzarsi di capire. Ma io vedo nei commenti online e sento nelle loro voci su skype che no, in realtà non sanno come funziona per noi. Che noi forse, tra una telefonata, un whatsapp e uno status su Facebook, non volendo magari, edulcoriamo la realtà, ne raccontiamo una parte per non ferire il nostro interlocutore, non farlo preoccupare o non dargli ragione. Ma poi viene il momento di parlare con noi stesse, di scrivere una storia per tutte, di rispondere sinceramente alle domande di una ragazza venuta a sentire la tua presentazione.
E lì l’onestà è un dovere al quale non ti puoi sottrarre per fare bella figura, lì parli e vedi che funziona, le tue parole aprono le menti degli altri e la tua, ti portano dove forse non sapevi di dover andare, ti emozionano tremendamente.