Home AutriciAnnalisa Annecy I Francesi: i miei nuovi vicini (Istruzioni per l’uso).

I Francesi: i miei nuovi vicini (Istruzioni per l’uso).

di Annalisa
amici-francesi

amici-francesiAvete mai sentito il detto “partire è un po’ morire”?

Beh, non è vero.

Partire è un’avventura emozionante, stimolante e affascinante. Certo, non sempre è facile; devi rimettere in discussione tutte le tue certezze, tutto ciò che credevi essere sicuro, assodato e immutabile. Trovare nuovi punti di riferimento, nuove dinamiche di gruppo e nuovi modelli relazionali.

Sì, cambia tutto! Per esempio: il gesto più semplice, come un caffè dopo pranzo, ha delle tempistiche completamente differenti.

Mi spiego meglio. La tua nuova amica ti manda un messaggio “Prendiamo un caffè insieme?” Tu, che non aspettavi altro, rispondi immediatamente “Con piacere, a che ora ci vediamo?” “Alle 13.30”. Alle 13.30???

Per una milanese, forse, può andare bene, ma una romana il caffè non lo prende prima delle 15, 14.30 se va di fretta.

Nel migliore dei casi alle 13 inizia a pensare cosa preparare per pranzo. Ed è, così, che ti trovi con una tazzina in mano e lo stomaco vuoto.

Ovviamente, al terzo pasto saltato, capisci che devi assumere gli orari del luogo: pranzo a mezzogiorno e cena, massimo, alle 19h30. Ormai, alle 20 ho già sparecchiato, caricato la lavastoviglie e passato la scopa. Chi lo avrebbe mai detto!!!

Una volta sincronizzati gli orari, si può iniziare a fare vita sociale.

Da dove cominciare? Beh banale, dalla scuola. Arrivi prima all’uscita e tendi gli agguati alle mamme che arrivano.

Già, la facciamo facile! I bambini vanno a scuola da soli, tranne quelli che hanno fratelli più piccoli, le cui mamme, però, sono impegnate a radunare i propri figli e a caricarli su fantastiche biciclette, dotate di apposita carrozza porta bambini.

Ma qualche mamma c’è e pian, piano trovi il coraggio di iniziare a chiacchierare. Proponi un caffè. La cosa viene accettata bene. Al terzo, quarto incontro al bar, osi un invito a casa tua con le famiglie.

Non invitate un francese a casa se non siete più che amici, si destabilizza!!!

Inizia ad annaspare nel tentativo di trovare una scusa per declinare l’invito. Nell’ipotesi in cui dovesse accettare, perché succede, difficilmente ricambia.

Molto più semplice andare a mangiare al ristorante. Entrare nella sfera domestica e familiare è davvero percepita come una cosa intima. Noi italiani in questo siamo più faciloni.

In compenso, se inviti a casa i loro figli te li affidano più velocemente della luce; non fai neanche in tempo a finire la frase “Paul può venire a gioc…” che già te l’hanno affibbiato. Un vantaggio, però c’è: non ti trovi casa invasa dalla mamma e dai fratellini dell’amichetto come, invece, avveniva a Roma.

Devo spezzare un’altra lancia a favore dei francesi: la difficoltà di entrare nella cerchia delle amicizie intime è controbilanciata dalla disponibilità ad aiutare chi ha bisogno.

Ogni qualvolta, pur temendo di infrangere dei protocolli sociali, ho chiesto aiuto, c’è sempre stato qualcuno pronto ad intervenire in mio soccorso. Non ho mai trovato una porta chiusa.

Come sempre, non dobbiamo fermarci alla prima impressione, bisogna capire e accettare le differenze intorno a noi e, così facendo, si hanno delle piacevoli sorprese.

Una di queste è la mia vicina di casa Dominique: accogliente, simpatica e solare. È stata un punto di riferimento molto importante i primi tempi, un’amica preziosa con la quale si è creato un bel rapporto di intimità e confidenza. In questo senso non posso non parlare di Martine.

L’ho conosciuta mentre facevo acquisti nella boutique nella quale lavora.

Mi ha sentita parlare in italiano con mia mamma e si è avvicinata per dirci che sua madre è di Mantova.

Dopo una piacevole chiacchierata, mi ha lasciato il suo numero telefonico dicendomi che potevo contattarla se avessi avuto bisogno di aiuto, di informazioni o per andare a bere qualcosa insieme. Sono davvero due persone meravigliose.

Partire vuol dire reinventarsi, apprendere una nuova lingua, nuove modalità di comportamento, nuove consuetudini, ma le sorprese che può riservare questo percorso di crescita sono davvero infinite, dobbiamo solo essere pronte e desiderose di accoglierle.

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2 Commenti

L'angolo di me stessa 22/03/2017 - 13:58

Confermo tutto, soprattutto la parte dello smollamento figli rapido come Bolt!!!!
Io ora lascio la Francia e rientro a Roma, che per me, friulana di un pasino di 700 anime, sarà un po’ come una nuova avventura expat!

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Annalisa 22/03/2017 - 15:07

E pensare che le prime volte mi facevo tanti problemi “come faccio l’invito? Si fideranno a lasciarmi i figli?” Te li lasciano e come!!!
Io sono di Roma. Preparati al caos, alle file e alla burocrazia lentissima. Un abbraccio

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