Lavorare come freelance in Germania
Testimonianza inviataci da Flavia, Berlino
La mia avventura in Germania è iniziata nel 2015 quando, grazie al programma di scambio Erasmus, ho avuto modo di approfondire il mio percorso universitario a Berlino.
La Germania non è l’unico paese nel quale ho vissuto. Prima ancora, sono stata in Inghilterra e in Polonia. La Germania però, a differenza di altri, mi ha sempre dato l’idea di casa.
Qui posso godermi uno stile di vita che in Italia potrei solo sognarmi, purtroppo. Ho persino iniziato a prendere abitudini che non avevo, per esempio bere di continuo tisane, prediligere prodotti naturali e non inquinanti e andare in bicicletta.
Anche dal punto di vista sociale posso dirmi soddisfatta. Se all’inizio avevo l’ossessione di dover stringere quante più amicizie possibili, soprattutto con i tedeschi, adesso ho diversi amici di varie nazionalità.
È dal punto di vista lavorativo, però, che ho i più grandi benefici.
All’inizio, in realtà, lavoravo unicamente part-time in un’agenzia di viaggi online, esperienza che mi ha permesso di consolidare le mie conoscenze linguistiche. Ad un certo punto, però, ho deciso che volevo più flessibilità e lavorare comodamente da casa.
Allora ho rischiato.
Ho abbandonato il lavoro per inseguire una carriera nella traduzione e nel digital marketing, settori che mi hanno sempre ispirata e che ho scoperto essere a me più congeniali.
Così ho iniziato la mia avventura come lavoratore autonomo (Freiberufler). Rientra in questa categoria chiunque svolga un’attività autonoma di tipo scientifico, artistico, letterario o didattico, per esempio: medici, dentisti, veterinari, avvocati, notai, geometri, ingegneri, architetti, chimico commerciali, ragionieri, commercialisti, fisioterapisti, giornalisti, reporter, interpreti e traduttori.
In Germania esiste anche un’altra categoria di lavoratore autonomo, ovvero i Gewerbetreibender, che sono sottoposti, però, ad altre norme dal punto di vista fiscale.
Ma come ci si può registrare come lavoratori freelance?
Per me, tutto è iniziato con un modulo compilato presso l’Ufficio delle imposte (Finanzamt) più vicino al mio luogo di residenza: il Fragebogen zur steuerlichen Erfassung. Nella prima parte del documento bisogna semplicemente riportare informazioni su di sé e il proprio coniuge (se applicabile), dunque nome, cognome, indirizzo, luogo e data di nascita, e così via. Bisogna anche riportare il proprio credo (in base alla religione in Germania si pagano tasse aggiuntive) e l’Identifikationsnummer, ovvero l’equivalente del nostro codice fiscale, che di solito viene inviato subito dopo l’inizio di un’attività lavorativa in Germania.
Fondamentali sono poi le informazioni di contatto, il tipo di attività che si desidera svolgere e il proprio conto bancario.
Un’altra sezione molto importante è quella relativa alla stima dei propri guadagni per l’anno corrente e l’anno successivo. Se stimate un guadagno inferiore ai 17.500 euro annui, siete esenti dall’IVA. Se avete difficoltà rivolgetevi ai vari addetti dell’ufficio delle imposte, saranno pronti ad aiutarvi. Se la lingua tedesca non è il vostro forte, vi consiglio di ricorrere ad un interprete.
Circa quattro settimane dopo la compilazione di questo modulo, vi arriverà una lettera a casa con il vostro Steuernummer, fondamentale per rilasciare fatture per i vostri clienti. A tal proposito vorrei consigliarvi un software che mi ha aiutata tantissimo nella gestione delle fatture. Si tratta di “Invoice Simple”: disponibile sia come programma per pc che come app su Android e AppStore. Con Invoice Simple posso comodamente rilasciare fatture e in diverse lingue e questo mi permette di lavorare con diversi clienti, garantendomi flessibilità ed efficienza.
Ho dei vantaggi, a lavorare come freelance.
Ciò che per me rappresenta il miglior vantaggio è il poter lavorare comodamente da casa o da qualunque altro luogo nel quale mi trovi. Per la comunicazione con i clienti posso usare comodamente Skype per la messaggistica istantanea oppure le e-mail per le comunicazioni più lunghe.
Un altro vantaggio è la gestione degli orari di lavoro. Stare otto ore e mezzo in un ufficio con la pausa pranzo come unico momento libero non giovava alla mia produttività. Adesso, invece, posso fare più pause oppure ritagliarmi due turni al giorno per lavorare: uno di mattina e un altro di sera. In questo modo, ho il pomeriggio libero, che posso dedicare ai miei hobby e alle mie passioni.
Ma ho anche degli svantaggi.
Voglio essere onesta con voi: non ci sono solo pro.
Uno dei contro è rappresentato dal fatto che, se si lavora su progetto, come spesso succede, si è costretti a molte ore extra per portarlo a termine. Tante volte mi è capitato di pensare che una traduzione fosse già fatta e finita, salvo poi accorgermi che per la revisione avevo bisogno di più tempo. Tempo che naturalmente non avevo più a disposizione.
Un altro svantaggio è che si lavora praticamente da soli, senza contatto con gli altri, se non via chat o in videochiamata.
A chi è adatta questa carriera, allora?
Questo percorso è adatto a chiunque abbia voglia di entrare in contatto con realtà diverse dalla propria, a chi piace lavorare in modo indipendente e a chi ama le nuove tecnologie!
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