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Furti a Barcellona

di Caterina Barcellona
Sagrada Familia- Polizia

Furti a Barcellona

L’ho presa bene…

Ebbene sì, è accaduto anche a me.

Sapevo di vivere in una città che detiene il primato di furti e scippi per strada, ma in dieci anni di vita qui ero sempre riuscita a farla franca.

Non avevo messo in conto, però, che diventando mamma le mie priorità sarebbero cambiate. Avrei detto addio al mio atteggiamento nevrotico iper all’erta per fare spazio all’attenzione costante su un unico soggetto, mia figlia.

E infatti è successo.

Facilissimo, avevo il cellulare nella tasca del cappotto, mi sono passati di fianco ad un semaforo mentre avevo le mani sul passeggino e me lo hanno sfilato.

Un gioco da ragazzi.

E pensare che per anni ho avuto il cellulare in mano, lavorando in pieno centro con i turisti, in zone molto più a rischio, ma sempre cosciente di dove fossero telefono e portafoglio.

Tra l’altro mi è successo in un’area ancora relativamente tranquilla, nell’Eixample Dret, proprio quando mi sono recata in centro dopo mesi che non ci mettevo piede.

Rendetevi conto della quantità esponenziale di ladri che c’è se mi fregano proprio quell’unica volta che vado in centro: sono talmente tanti che sono lí ad aspettarti a braccia aperte!

Me n’ero già accorta quando, quest’estate, mi ero spinta con mio marito fino alla zona costiera di Villa Olímpica. Avevamo assistito ad uno scippo: un grido, turisti che cercano convulsamente nello zaino un qualcosa che non c’è piú, e ragazzi che corrono e spariscono in una stradina. Adiós!

Lavorando nel turismo ho dovuto assistere spesso a turisti che avevano subito il furto di portafoglio, documenti, etc.

L’ultima volta che ne avevo accompagnato uno in Comisaría, nel 2018, avevo anche detto a un poliziotto: “Senti, ma come siamo messi qui? Perché non se ne può davvero più”. E lui, abbassando la testa, mi aveva risposto che purtroppo il numero di furti era effettivamente aumentato, ma quello dei poliziotti no.

Un veicolo della Guardia urbana, l’equivalente dei nostri vigili, pattugliando la Rambla.

La cosa che mi ha sempre fatto arrabbiare, quando si affronta l’argomento con amici, è l’atteggiamento di chi lo giustifica come una cosa “normale” a Barcellona.

Frasi come” eh vabbè, succede lo stesso a Parigi e a Roma”.

No, non così.

Oppure “Dai, si sa, bisogna stare attenti”.

Che suona un po’stile “ti hanno stuprata perché te la sei cercata andando in giro con la minigonna”.

No, non è normale.

No, non è giustificabile.

È uno schifo pensare che molte persone avranno di Barcellona solo questo ricordo.

E no, queste persone non se la sono cercata.

Ormai la maggior parte delle persone, locali e turisti, sa che non può lasciare lo zaino a un metro di distanza per ordinare al bar.

I mezzi pubblici rimangono uno dei posti più pericolosi da questo punto di vista. Hai il cellulare in mano o in tasca, si aprono le porte della metro, scendi e ops, il cellulare non c’è più.

Ma non ci si salva neanche in strada, e non solo nelle tipiche vie iper affollate quali la Rambla.

L’accesso alla metropolitana.

Quando nel discorso di benvenuto avvisavamo i turisti di prestare attenzione ai loro beni, al vedere la loro faccia terrorizzata cercavamo di rassicurarli con la battuta “te roban pero no te matan: ti rubano ma non ti ammazzano”, facendo riferimento al fatto che, per la maggior parte, si trattasse di scippi invisibili.

Invece anche questa magrissima consolazione è scemata negli anni.

Ci sono stati molti più furti con violenza e alcuni hanno anche fatto scalpore all’estero, come quello che purtroppo ha portato alla morte di un’esponente del governo coreana che è caduta a terra mentre le strappavano la borsetta.

La legge spagnola prevede che se l’importo totale del furto non oltrepassa i 400 euro il fatto sia considerato di lieve entità  e preveda solamente una multa.

Inoltre, anche se il responsabile dovesse accumulare più e più multe, non andrebbe comunque incontro ad una pena carceraria.

Senza contare che molto spesso queste multe non vengono nemmeno pagate se costui non dispone dei mezzi per farlo.

Mio marito è l’avvocato di una catena di supermercati catalana e spesso accompagna in tribunale commessi che hanno subito furti (di cui l’ultimo con violenza). Capita che in tribunale gli imputati sorridano perché consci del fatto che non gli succederà niente.

Che dire, ci vorrebbe una bella rivalutazione della legge spagnola perché rubare non sia cosí conveniente.

E sarebbe bello che in una città vivibile come Barcellona i furti non fossero all’ordine del giorno e la popolazione, locale e non, potesse sentirsi più sicura.

Perché non è certo questa l’immagine che si vuole proiettare di una delle città europee più amate, vero?

Gente a passeggio sulla Rambla.

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