Oggi parliamo di San Valentino e della festa di Sant Jordi (la festa degli innamorati, dei libri e delle rose) e riflettiamo su quanto i catalani siano bravi a incorporare il nuovo mantenendosi allacciati al passato e alle proprie tradizioni. Questo accade perché la loro è un’identità veramente forte.
Oggigiorno quando viaggio mi capita sempre più di frequente di visitare un luogo anche remoto e di imbattermi in un McDonald’s, Burger King, Starbucks, H&M e Zara. Per quanto cerchino di preservare le proprie peculiarità e il proprio stile architettonico, le vie principali delle città in Europa e nel mondo tendono ad assomigliarsi sempre di più perché sono contrassegnate da questi simboli del mondo consumistico odierno. Barcellona ovviamente, una delle città più visitate dai turisti, non può esserne esente.
Così ovunque, di città in città, l’agenda del capitalismo continua imperterrita a farci mettere le mani al portafoglio, ci bombarda di immagini e grandi lettere; dai saldi di fine estate si passa agli arrivi autunnali a settembre, poi a ottobre arriva Halloween, a novembre il Black Friday, a dicembre Natale, a febbraio San Valentino, ecc., in un giro senza fine. Siccome siamo a febbraio non vado oltre con la lista e mi fermo qui, a San Valentino.
Il 14 febbraio è arrivato anche a Barcellona ed è una festa che celebrano tante coppie, non solo le coppie straniere che vivono qui (tante!) ma anche le coppie catalane. Si va a fare una cenetta a lume di candela, si compra una “escapada fuera” (un breve fine settimana fuori città) o un percorso benessere per due su Groupalia o Atrapalo, o semplicemente ci si vede e ci si scambiano i regali.
Ma in tutta la Catalogna il giorno degli innamorati per eccellenza è e rimarrà sempre il 23 aprile, il giorno di Sant Jordi (San Giorgio), il patrono della città di Barcellona e della Catalogna.
La tradizione vuole che gli uomini regalino alle donne una rosa, mentre queste regalino agli uomini un libro. Questo scambio non avviene solo tra fidanzati ma anche tra madre e figlio, papà e figlia, nonno e nipotina, amico e amica, ecc.
Abbastanza maschilista, no? Non proprio. Ciò che a mio avviso la rende molto gradevole è il fatto che per nostra grande fortuna si sia saputa adattare ai tempi moderni. Altrimenti credo che l’avrei odiata.
I catalani si sono evoluti e quindi è sempre più comune vedere donne che ricevono rose e libri (o solo libri), o meglio ancora che vanno a comprarsi un bel libro per conto proprio. Per questo è una festa d’amore (e di acquisti ovviamente) che coinvolge davvero tutti. Inoltre la festa di Sant Jordi si rifà all’amor cortese dei romanzi cavallereschi ed è una giornata di romanticismo e cultura. A noi italiani a Barcellona, che proveniamo dalla patria del Dolce Stil Novo, la festa di Sant Jordi ci fa sentire “a casa” perché con la Catalogna condividiamo la letteratura dell’amor cortese e dei trovatori provenzali.
Ma quali sono le origini esatte di questa tradizione?
Tutti conoscono la storia di San Giorgio, del drago e della principessa e cercherò di non ripetermi troppo nel raccontarne la versione catalana.
Narra la leggenda catalana che tanto tempo fa nel paesino di Montblanc c’era un drago feroce e mostruoso che terrorizzava gli abitanti del villaggio. Ogni giorno veniva sorteggiata una persona diversa da sacrificare al drago per placarne la fame e calmarne la furia. Un brutto giorno anche il nome della bella principessa del villaggio venne estratto. Ma un cavaliere (San Giorgio) senza macchia e senza paura arrivò appena in tempo a soccorrere la principessa e a salvarla dalle fauci del drago, uccidendolo allo stomaco con la sua potente lancia. Si racconta che dalle gocce di sangue del drago che si sparsero a terra prese forma un roseto con splendide rose vermiglie. Questo roseto fioriva sempre nel mese d’aprile. Inoltre il 23 aprile 1929 fu proclamato il giorno del libro a Barcellona e nel 1995 l’UNESCO ha istituito la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore nel mondo. Ecco spiegata brevemente l’associazione tra Sant Jordi, rose e libri.
Nell’arco di questa giornata (che qui chiamano “diada de Sant Jordi”) la primavera è in fiore, tante persone si riversano per le strade e si accalcano sulle bancarelle piene di libri, le vie si tingono di petali di rose rosse, ci sono concerti, il Comune e altre istituzioni aprono le porte ai visitanti e l’allegria contagia tutti. Io amo gli odori delle librerie, a Sant Jordi devo assolutamente passeggiare per Barcellona perché tutta la città diventa una libreria e un giardino a cielo aperto.
Spesso gli scrittori catalani promuovono i propri libri e, se ne compri uno riuscendo ad avvicinarti, ti possono scrivere una dedica. Molti luoghi di lavoro chiudono il giorno di Sant Jordi se quell’anno la festa cade in un giorno infrasettimanale. Anche il turista che capita qui per Sant Jordi e non sa nulla della festa se ne lascia travolgere perché è troppo vivace e poi è tipica, e questo è merce rara ormai.
Se venite in vacanza a Sant Jordi, ricordate che una sola rosa può arrivare a costare anche 7 euro a seconda della carta che l’avvolge e delle decorazioni attorno. Ricordate anche che le rose più belle e più care si trovano la mattina. Man mano che trascorre la giornata il prezzo delle rose cala, ma è sempre più difficile trovare le rose più belle. Invece, se per comprare un libro avete bisogno di calma e di spazio, riflettete in anticipo sul libro che vorreste comprare perché per ogni singola bancarella di libri c’è una moltitudine di persone e spesso non è facile avvicinarvisi.
Credo che pochi catalani si sentano attaccati o minacciati da San Valentino e dal fatto che possa oscurare Sant Jordi perché questo non è mai successo e dubito molto che possa accadere. Anche se entrambe sono delle feste pensate per gli innamorati, in realtà si tratta di giornate che si vivono in un modo completamente diverso e che i professionisti dell’economia capitalista hanno tutto l’interesse nel tenere separate. San Valentino è ristoranti, hotel, viaggi e gadget con i cuoricini, mentre Sant Jordi vuol dire cultura, tradizione, famiglia, città d’origine, industria dei libri e dei fiori.
Ma di sicuro un uomo che vive a Barcellona se vuol fare la proposta di matrimonio alla sua donna tra San Valentino e Sant Jordi sceglie quest’ultimo. Ve lo dico per esperienza diretta. Che strana emozione … anche questo è il bello di essere delle espatriate 🙂
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