





Sono Raffaella, 40 anni di cui trentasette vissuti nella provincia bergamasca. Da sette anni moglie di Ibra, da dodici mamma di Lisa, da quasi cinque mamma anche di M’baye e da poco più di tre emigrata a Dakar, In Senegal. Ho cominciato a lavorare in ambito scolastico ed educativo in Italia e continuo ora nel Paese di mio marito, seppur con qualche difficoltà iniziale. Convivo da sempre con un’anima tormentata e tormentosa, con poche certezze e mille dubbi, e ho passato gran parte della mia vita a pormi domande per cercare di capire cosa sarebbe stato di me e della mia famiglia. Di certo non avrei mai pensato di riuscire a trovare delle risposte proprio qui, in Senegal, da dove in molti, moltissimi, partono proprio in cerca di risposte. Eppure…anche questa è l’Africa!
6 Commenti
Mah, difficile commentare una storia così dura da accettare, ma è bello leggere che ora si possa godere del paradiso che è questa isola, senza DIMENTICARE!
Non ho dubbi che il 19 febbraio nessun anima vi farà sloggiare velocemente anzi festeggeranno insieme a te e la tua meravigliosa famiglia. Un abbraccio.
Grazie Margherita!
Chissà cosa accadrà durante quel week-end?
Ti saprò dire..
Abbraccio ricambiato anche alla tua di splendida famiglia!
Bellissimo articolo. Ci sono luoghi che sono diventati parte della storia del mondo e la loro energia è forte. Goreè è proprio uno di questi.
Grazie mille Elena!
Quello che scrivi è vero: Gorée, suo malgrado, fa parte della storia. Un triste capitolo che ha fatto si che ora su quest’isola l’atmosfera e l’energia siano quasi magiche.
Ti aspetto..
Complimenti parole che ti entrano e penetrano immediatamente con brivido nel corpo,durante la lettura mi e’ comparso nella mia mente la visita alla piantagione di cotone e canna da zucchero di Manaca Iznaga a Cuba nella provinciadi Sancti Spiritus ,e’ incredibile perche’ il tempo sembra che si sia fermato c’e’ ancora la torre ove I guardiani sparavano agli schiavi che erano moribondi e fermi oppure stanchi da trascinarsi dalla fatica accumulata dopo tante ore trascorse nella piantagione,c’e’ anche la pressa circolare spinta da un mulo ove la canna da zucchero veniva schiacciata per ricavarne il contenuto liquido.La valle de los enginjos ove e’ racchiusa questa enorme piantagione e’ patrimonio dell’ unesco.Grazie ancora e un abbraccio.
Ciao Andrea,
non ho parole per scusarmi per il ritardo di questa mia risposta al tuo splendido commento. Davvero ti chiedo di perdonarmi. Ti rinfrazio per le tue belle parole e per la tua testimonianza. Ci sono davvero luoghi senza tempo ma che restano per sempre impressi nel nostro cuore e nella nostra mente!
Ancora grazie e ancora scusa!