L’ultima volta che ho scritto un post era il 13 Settembre dello scorso anno. Esattamente 185 giorni fa.
Non che mi mancasse l’ispirazione: in questi mesi ho vissuto tra Italia, Nigeria e Sudafrica in un mix di emozioni incredibili.
Ho contratto il Tifo, mi sono intossicata con farmaci antimalarici, ho fatto un internship di ricerca per UNODC, l’ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di criminalità e droga; ho partecipato a pattuglie con la polizia sudafricana e viaggiato per 4.000 km tra i deserti ed i parchi naturali della Namibia.
Ma l’avventura più spericolata che abbia mai vissuto ha avuto inizio il 18 Febbraio 2017, con due lineette sul test di gravidanza che con fare spavaldo hanno detto a me e mio marito: “Da oggi non ci siete solo più voi due e i vostri giochi. Da oggi ci sono anche io..avete finito di fare i Peter Pan”.
Ci siamo guardati e abbracciati.
Poi Andrea è sparito a fare surf per tutto il pomeriggio ed io mi sono immersa nella lettura.
Mi sentivo tremendamente in colpa: IO NON ERO FELICE.
Sentivo questo bambino come un peso che avrebbe frenato i nostri sogni, le nostre passioni e la nostra libertà.
Mi sentivo condannata ad una sentenza a vita. Non era stato cercato. Non che non sapessimo come si fa a far nascere un bambino… ma mai avrei pensato che alla nostra età potesse essere tanto semplice.
Cercavo di metabolizzare, di convincermi che era una notizia semplicemente bellissima e che non tutti hanno questa possibilità. Ma non ci riuscivo.
Dopo la messa, una domenica ho avvicinato un Pastore donna. Ero insieme a mio marito e ad un caro amico sudafricano. Le ho detto: “I am pregnant and I am scared”.
Dopo queste parole solo lacrime e singhiozzi ininterrotti per 5 minuti. Abbiamo pregato e mi ha fatto stare bene.
Quello è stato il momento di svolta.
Da allora, ho continuato a chiedermi cosa mi spaventasse davvero e ho capito che, oltre all’egoismo in previsione di una possibile diminuzione di libertà, vi era anche il mio passato ed il rapporto con mio padre che ho sempre cercato di cicatrizzare ma che è sempre lì e si ripresenta in momenti come questo.
Ecco: io vorrei poter essere per mio figlio un genitore diverso, ma non so se sono abbastanza altruista per farlo.
Oltre a questo, lo stile parentale italiano mi soffoca. Sentire amici che tramite whatsapp ci dicono: “ Adesso è finita, smetterete di fare i vagabondi in giro per il mondo”…
Allora mi ribello e dico NO. Mi ribello al consumismo, all’ovetto multiuso e multi-intelligente, ai passeggini da migliaia di euro e a tutti quei bombardamenti che arrivano dal Bel Paese.
Da quando ho chiare queste cose, da quando ho compreso che non sarò mai una mamma perfetta e che non mi interessa esserlo, ho iniziato ad amare mio figlio, cominciando ad immaginare cosa vorrei per lui/lei.
Farò del mio meglio affinché sia libero da condizionamenti, sia aperto al mondo e alle cose belle che ha da offrire, e sia appassionato alla vita.
Ciao fagiolino: sei 23 millimetri, ma io e il babbo ti vogliamo già un mondo di bene. E sappi che ci sarà molto da viaggiare!
Vale
P.S. So che questo è un post molto personale e sono anche consapevole del fatto che possa risultare di poco tatto per quelle donne che faticano ad avere figli. Tuttavia, non sono la sola ad avere questi timori e a provare questi sentimenti.
Con questo scritto, vorrei offrire un conforto a quelle donne che condividono le mie stesse incertezze. A me, durante i momenti iniziali di sconforto, ha fatto molto bene la lettura di esperienze sul Web.
Con questo mio post, vorrei anche sdoganare l’idea di donna incinta sempre felice e sorridente. La maternità è un grande cambiamento ed è ben lontana dall’essere tutto rose e fiori. Non abbiate timori, non sentitevi giudicate. Ci sono donne con un’indole più incline al diventare madri, altre le cui priorità sono altre. Va benissimo, però parlatene e non tenetevi tutto dentro! Un abbraccio!
Chi sono
14 Commenti
Cara hai detto delle grandi verità! E sei coraggiosa a condividerle perché queste verità sono un tabù. Il fatto di chiedersi che tipo di genitori saremo, l’avere paura il sentirsi in colpa….
questa è la tua gravidanza e la devi vivere come senti tu! Farsi delle domande ed avere sentimenti contrastanti è molto comune e molto sano. Ti abbraccio forte certa che tuo figlio avrà una mamma consapevole, magari non perfetta ma consapevole e realistica! Vedrai che andrà bene!!
Ciao Anna, scusami per il ritardo nella risposta. Ho il computer in riparazione con hard disk da sostituire (ah! le mie foto!) e riesco ad utilizzare solo quello dell’ufficio. Grazie per il tuo incoraggiamento, lo apprezzo molto. Sicuramente non perfetta, realistica si’ e sicuramente pazzarella. Un abbraccio, Vale
Un abbraccio forte forte! Sei già una Mamma perfetta per tuo figlio!
Grazie Maria Chiara. Non vediamo l’ora di conoscerlo/a.. Rientro in Italia tra qualche giorno. Per ora ho fatto solo due visite qui, la mia assicurazione non copre i costi relativi alla maternita’. Rientro in Italia e faro’ tutto li’. Vi terro’ aggiornate sugli sviluppi.
Ciao vale, grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza, non sai quanto possa essere di conforto per qualcuna di noi. In questo momento sono dal medico, con il risultato del Beta hcg che mi comunica che sono incinta di 5 settimane. Sono anche io una ragazza 26 enne che è emigrata, ho vissuto un anno a zanzibar, dove ho conosciuto il mio ragazzo più giovane 21 anni…e dove sono venuta via per poter continuare a viaggiare, scoprire e conoscere. La mia decisione sarà più difficile, tornare là e crescere mio figlio è una scelta quasi irresponsabile, lui istruttore di kite con pochi soldi, io disoccupata non a casa mia, spero anche io di trovare una soluzione che mi faccia star bene, e non pentirmene. Se hai qualche consiglio per favore esprimiti pure.
Carolina
Ciao Carolina, scusami tanto il ritardo. Ho il computer in riparazione da quasi una settimana per la sostituzione dell’Hard Disk. La tua email mi ha molto colpito. Abbiamo un punto in comune: il kite surf. Mio marito e’ un appassionato, tempo fa insegnava e da 8 anni ormai ha detto addio ad un contratto pubblico full time, passando a un part time verticale (8 mesi all’anno al lavoro, 4 a casa) per coltivare la passione delle onde e del mare questa volta solo per sport . Ti capisco quando parli di preoccupazioni economiche. Ti capisco bene. E’ una situazione molto delicata e credo che tu, dentro di te, sappia gia’ cosa fare. Altrimenti non mi avresti scritto. Specifico che non demonizzo l’aborto. Credo che ogni donna debba essere libera di decidere cosa fare, per il suo bene e per quello del proprio figlio. Detto questo, i tuoi dubbi lasciano uno spiraglio. Cio’ che non vorrei mai e’ che tu decidessi di abortire e, successivamente, te ne pentissi continuando a vivere con il senso di colpa. Parlane con il padre del bambino e, anche se difficile, con i tuoi genitori. Loro ti conoscono bene e potrebbero esserti d’aiuto. In bocca al lupo per la riflessione, se vuoi contattarmi in provato scrivi all’email di Donne che Emigrano all’Estero e fatti dare la mia email. Un abbraccio, Vale
questo post avrei potuto scriverlo io.Mi sono sentita così, esattamente come te e poi piano piano mi sono scoperta una meravigliosa madre imperfetta di una figlia straordinaria ,che è il dono più bello che abbia mai ricevuto nella vita!!!
Passato lo sconforto iniziale, ora non vedo l’ora di vederlo/a. Ciao, Raffaella!
Ciao cara Valentina, da mamma di 3 bambini nati in diversi paesi, educati in diverse culture credimi non sei la prima a pensare quello che hai scritto! Diventare genitore non e’ un’arrivo e’ solo un’ altro modo di vivere. Io ho fatto molto, sbagliato moltissimo non sentirsi che c’e’ un modo solo per essere genitore! Con il tempo vedrai che il vostro bambino e’ una riflessione di voi due e per questo volete vivere insieme! Felicita’.
Che bello Elena, io rientro a casa per il parto: sia per lavoro che per questioni legate alla copertura assicurativa delle spese mediche durante la gravidanza. Il mio contratto non prevede alcuna copertura. Il costo degli esami del sangue? Ben 200 Euro. … poi ci si lamenta della sanita’ italiana!!
Credimi che tre quarti delle donne incinta pensano lo stesso, altro che gravidanza felice e serena! E non credere a chi ti dice che è finita, io ho viaggiato più coi miei figli che sola con mio marito! E ne ho tre, mica solo uno!!!
Un abbraccio e buon surf!
Ciao, mi rincuori. A volte la gravidanza e’ vista come una malattia.. Sai quante volte mi sono sentita dire: ” Adesso smettete di girare!”. Per fortuna siamo menti indipendenti e, seppure ascoltando tutti, alla fine prendiamo le nostre decisioni. Partoriro’ in Italia a meta’ Ottobre ed il 31 Dicembre nostro figlio/a sara’ sul volo per Cape Town (con la speranza che vada tutto bene!)
Come ti capisco, pensa Che io ero talmente confusa e spaventata Che non ti nascondo di aver anche pensato di non tenere il bambino. Ho visto la mia vita limitarsi in un secondo e il peso delle responsabilita’ future MI faceva venire angoscia. Non Volevo cambiare la mia vita, Volevo stare in quell’ angolino sicuro e conosciuto Che MI ero costruita. Ora mio figlio ha quasi 11 mesi e quell’ atto di coraggio Che ho fatto allora e’ stato ricompensato con opportunita di crescita personale e professionale Che solo Poco tempo fa’ non avrei mai immaginato. IL potere della gravidanza e’ anche questo.
Ciao Elena, ecco… stessa lunghezza d’onda. Spero davvero che il futuro riservi le stesse cose anche a me. Io sono positiva e come dicono il Africa: ” A child is always a blessing!”. Un abbraccio e brava per la scelta coraggiosa.