Quando si vive lontani per tanto tempo dal nostro paese, inevitabilmente le origini si sfumano, diventano sempre più vaghe.
A me, ad esempio, capita sempre più spesso di non condividere più i pensieri e i gusti delle persone che ho lasciato lì.
Amo sempre il caffè, ma non lo bevo più nero. Il tipico forte espresso italiano non ce la faccio più a consumarlo puro e allora lo accompagno sempre ad una goccia di latte, e questo mi fa sentire diversa, ibrida.
Oppure, quando mangiavo la pasta, in Italia, dovevo assolutamente procurarmene di una certa marca, altrimenti la consideravo inmangiabile; ora, per dirla tutta, mangio quella di Tesco e, se mi va bene, di tanto in tanto, una made in Italy…e quella di Tesco mi piace anche!
Puntualmente, quando torno in Italia, mi viene posta la stessa domanda, ovvero: “ma lì a Edimburgo riesci a cucinare italiano?” e io puntualmente rispondo: “ma sì, ci provo…però non è che se non mangio italiano sto male!” e vengo guardata come se avessi appena bestemmiato.
Poi, ci sono quelle odiosissime domande sul quanto guadagno, se ho comprato casa e se sono ricca. Scusatemi tanto, ma a me scoppia da ridere.
In Italia, e non dico tutti ma in molti pensano che, se vivi all’estero e ci rimani, lo fai per guadagnare i soldi che in Italia non guadagneresti mai e per comprare quelle cose che in Italia e non potevi permetterti; quindi lavoro redditizio e ricchezza.
Bene, allora una volta per tutte, rispondo, e spero che mi leggano in tanti, così finalmente la smetteranno di cercare di dare spiegazioni ovvie a domande stantie e che puzzano di dopoguerra.
Io non ho lasciato l’Italia perchè ero alla ricerca di soldi e di un lavoro, bensì perchè cercavo me stessa e, nella mia città, Napoli, non riuscivo a trovarmi.
Ho svolto svariati lavori, dalla barista all’impiegata in banca, per poi finalmente trovare la mia identità nel lavoro che faccio ora, ovvero language tutor, e non ho mai per un solo attimo pensato ai soldi: quelli erano e sono gli ultimi dei miei pensieri, anche perchè, quei pochi che guadagno, li spendo in viaggi e per mio figlio.
E poi la casa…sapete quante ne ho cambiate? Io ho perso il conto.
La mia casa, quella fissa, sono mio marito, mio figlio e la mia valigia, sì la valigia, una, grande e spaziosa, che raccoglie tutte le cose importanti e che mi porto dietro ogni volta che cambio destinazione.
Ovunque vivo, di mio veramente non ho niente, ho trovato tutte le suppellettili nelle case che ho preso in affitto di anno in anno, e quel poco che è di mia proprietà non ha neanche tanto valore.
La gente in Italia pensa che, se sono all’estero da 14 anni, è perche’ avrò fatto fortuna, sarò diventata qualcuno…ebbene, non sono diventata nessuno, non sono diventata ricca e nemmeno famosa; una casa mia, comprata, non ce l’ho.
Ma di una cosa posso andare fiera: io sono diventata ME STESSA, quella che non avrei mai potuto essere se fossi rimasta li, a cercare di modellarmi a seconda di quello che le persone pensavano fosse bello, giusto e accettabile.
Puntualmente, io non rientravo nei canoni prestabiliti e da adolescente ci soffrivo, volevo essere sempre diversa da quella che apparivo, e ora, questa diversità è diventata la mia forza.
So benissimo di incarnare l’essenza di una creatura rara, che sa essere senza dover apparire, che sa decidere a prescindere da quello che è giusto o sbagliato, che ha imparato a mescolarsi con il diverso senza mai aver paura di perdere la propria identità, non nazionale, ma personale.
Comunque, resta il fatto che io sono e rimarrò sempre Italiana e, soprattutto, Napoletana.
Lo esprimo quando dialogo, quando mi arrabbio e uso il dialetto, quando parlo con me stessa dentro la mia testa, quando parlo con mio figlio, leggo le notizie italiane, quando ne apprezzo personaggi e artisti, quando canto da sola a casa, quando celebro Natale, quando guardo le foto che mi raffigurano con le mie amiche all’università o durante la prima volta a Londra, quando all’improvviso mi viene voglia di pizza e la richiedo esplicitamente piena di basilico, proprio come quando ero a Napoli. Quando ho voglia di spulciare il gossip italiano e quando sento la voglia, non frequente, di tornare.
Ecco, tutto questo voglio dire a chi è rimasto in Italia e che degli italiani all’estero ne ha fatto un’immagine mitica.
Chi sono
6 Commenti
Quanto mi piace la tua idea di casa rappresentata da tuo marito, tuo figlio e la valigia. Magica!
Grazie tante Silvia!
Grande! 😀
Grazie Elsa 🙂
Parole sante ! Solo chi ha fatto la stessa scelta può davvero capire…
Grazie Roberta!